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Remissione querela: estinzione reato anche in Cassazione

La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza di condanna per danneggiamento. La decisione si basa sulla remissione della querela, intervenuta dopo la sentenza d’appello e prima della scadenza del termine per ricorrere in Cassazione. La Suprema Corte ha ribadito che tale atto, se accettato, estingue il reato, determinando l’annullamento della condanna anche se l’unico motivo di ricorso è proprio la remissione stessa.

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Pubblicato il 6 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Remissione Querela in Cassazione: Come Annulla la Condanna

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha riaffermato un principio fondamentale della procedura penale: la remissione della querela può portare all’estinzione del reato e all’annullamento della condanna anche se interviene dopo la sentenza di appello e viene presentata per la prima volta in sede di legittimità. Questo caso offre uno spunto prezioso per comprendere come un atto di volontà delle parti possa incidere in modo decisivo sull’esito di un processo penale, persino nelle sue fasi finali.

I Fatti del Caso: Condanna per Danneggiamento

La vicenda processuale ha origine da una condanna per il delitto di danneggiamento, previsto dall’art. 635 del codice penale. L’imputato era stato ritenuto colpevole sia in primo grado, dal GUP del Tribunale, sia in secondo grado, dalla Corte d’Appello. La decisione dei giudici di merito era stata conforme nel riconoscere la sua responsabilità penale per il reato contestato.

Il Ricorso in Cassazione e l’Importanza della Remissione della Querela

Contro la sentenza della Corte d’Appello, la difesa ha proposto ricorso per Cassazione, basandosi su due motivi principali. Il secondo motivo lamentava violazioni di legge e vizi di motivazione, ma è stato il primo a rivelarsi decisivo.

Il difensore ha infatti segnalato un evento cruciale avvenuto dopo la pronuncia della sentenza d’appello ma prima della scadenza del termine per presentare il ricorso: la persona offesa aveva formalmente ritirato la querela e l’imputato aveva contestualmente accettato tale remissione. Secondo la difesa, questo fatto, documentato da un verbale, integrava una sopravvenuta carenza della condizione di procedibilità, imponendo una declaratoria di estinzione del reato. La remissione della querela diventava così l’unica, ma potentissima, arma a disposizione della difesa.

La Decisione della Suprema Corte: Estinzione del Reato

La Corte di Cassazione ha ritenuto il ricorso fondato e meritevole di accoglimento. Conformemente alla richiesta del Procuratore Generale, ha annullato senza rinvio la sentenza di condanna impugnata. La motivazione è netta: il reato ascritto all’imputato si è estinto per effetto della intervenuta remissione della querela. Di conseguenza, la condanna penale è stata cancellata in via definitiva.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte ha basato la sua decisione su un consolidato orientamento giurisprudenziale. I giudici hanno ribadito che è pienamente ammissibile un ricorso per cassazione proposto anche al solo scopo di far valere la remissione della querela, ritualmente accettata, sebbene questa sia intervenuta dopo la sentenza di condanna di secondo grado. L’importante è che l’atto avvenga prima della scadenza del termine per l’impugnazione.

Citando diverse sentenze precedenti, la Corte ha sottolineato che questo atto estintivo del reato può essere introdotto per la prima volta nel giudizio di legittimità, producendo l’effetto di paralizzare l’azione penale. Nel caso specifico, i documenti allegati al ricorso provavano in modo inequivocabile la remissione da parte della persona offesa e la contestuale accettazione da parte dell’imputato. Di fronte a tale circostanza, la Corte non ha potuto fare altro che prenderne atto e dichiarare l’estinzione del reato.

Un aspetto interessante riguarda le spese processuali. La Corte ha stabilito che, in assenza di un diverso accordo tra le parti, le spese, come per legge, vanno poste a carico del querelato (cioè l’imputato) e, nel dispositivo finale, ha condannato quest’ultimo al pagamento delle spese processuali.

Conclusioni

Questa sentenza conferma la centralità della volontà della persona offesa nei reati procedibili a querela. La remissione della querela rappresenta un meccanismo di risoluzione del conflitto che prevale sulla pretesa punitiva dello Stato fino a quando non sia intervenuta una sentenza irrevocabile. La decisione insegna che, anche dopo una doppia condanna, un accordo tra le parti può ancora portare all’estinzione del reato, dimostrando la flessibilità del sistema processuale nel valorizzare soluzioni conciliative anche nelle fasi più avanzate del giudizio.

È possibile presentare una remissione di querela per la prima volta in Cassazione?
Sì, la Corte di Cassazione ha confermato che è ammissibile il ricorso anche al solo fine di introdurre nel processo la remissione della querela, purché questa sia intervenuta dopo la sentenza impugnata e prima della scadenza del termine per l’impugnazione.

Cosa succede a una condanna se interviene la remissione della querela?
Se la remissione della querela viene validamente presentata e accettata dall’imputato, il reato si estingue. Di conseguenza, la sentenza di condanna viene annullata senza rinvio perché viene a mancare una condizione di procedibilità.

Chi paga le spese processuali in caso di estinzione del reato per remissione della querela in Cassazione?
Nel caso specifico esaminato, la Corte di Cassazione, pur annullando la condanna, ha disposto che le spese processuali fossero a carico dell’imputato (il querelato), in assenza di un diverso accordo tra le parti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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