Remissione Querela: Quando il Perdono della Vittima Annulla la Condanna
Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha riaffermato un principio fondamentale del nostro ordinamento: la remissione querela da parte della vittima può estinguere il reato anche se è già intervenuta una sentenza di condanna. Questo caso dimostra come la volontà della persona offesa possa avere un impatto decisivo sull’esito di un procedimento penale, persino nelle sue fasi più avanzate.
I Fatti: il Furto e la Condanna nei Primi Gradi di Giudizio
La vicenda processuale ha origine da un furto aggravato commesso in concorso da due individui. Gli imputati erano stati accusati di aver sottratto 350 kg di limoni e 10 kg di cavi di rame. A seguito del processo di primo grado presso il Tribunale, entrambi venivano condannati, con l’aggiunta della recidiva per uno dei due. La sentenza di condanna veniva successivamente confermata anche dalla Corte d’Appello.
Sembrava una storia giudiziaria destinata a concludersi con una condanna definitiva, ma un evento successivo ha cambiato completamente le carte in tavola.
Il Ricorso in Cassazione e l’Importanza della Remissione Querela
Contro la sentenza della Corte d’Appello, la difesa degli imputati ha proposto ricorso per Cassazione, basando la propria argomentazione su un unico e potente motivo. Successivamente alla pronuncia d’appello, la persona offesa dal reato aveva deciso di rimettere la querela. Questo atto era stato formalizzato presso una stazione dei Carabinieri e, contestualmente, accettato da un procuratore speciale nominato dagli imputati.
La difesa ha quindi portato all’attenzione della Suprema Corte questo fatto nuovo, sostenendo che la remissione della querela, essendo intervenuta prima della formazione del giudicato (ovvero prima che la sentenza diventasse definitiva), dovesse produrre il suo effetto estintivo sul reato.
La Decisione della Corte: Gli Effetti della Remissione della Querela
La Corte di Cassazione, esaminando il ricorso, si è concentrata esclusivamente sulla questione sollevata dalla difesa. L’analisi non ha riguardato il merito della colpevolezza degli imputati, già accertata nei precedenti gradi di giudizio, ma si è focalizzata sulle conseguenze giuridiche dell’atto di remissione. Per i reati procedibili a querela di parte, come il furto in determinate circostanze, la volontà della vittima di non voler più perseguire penalmente i responsabili è determinante.
Le Motivazioni
La motivazione della Corte, pur non essendo esplicitata nel dettaglio nel documento a disposizione, si fonda su un principio consolidato. La remissione della querela, se validamente formalizzata e accettata, è una causa di estinzione del reato. Il fatto che sia intervenuta dopo la sentenza di condanna di secondo grado ma prima della sua irrevocabilità non ne diminuisce l’efficacia. Finché il processo non è definitivamente concluso, un atto di questo tipo può e deve essere preso in considerazione dal giudice. Di conseguenza, la Corte non ha potuto fare altro che prendere atto della volontà della persona offesa e dichiarare l’estinzione del reato contestato.
Conclusioni
Questa sentenza ribadisce l’importanza della querela come condizione di procedibilità e il potere dispositivo che la legge conferisce alla persona offesa. Dimostra che, anche di fronte a una condanna per un reato come il furto aggravato, la riconciliazione tra le parti, formalizzata attraverso la remissione e l’accettazione della querela, può prevalere, portando alla chiusura del procedimento penale. Si tratta di una lezione importante sull’equilibrio tra la pretesa punitiva dello Stato e l’interesse della vittima a una risoluzione della controversia che vada oltre la semplice applicazione di una pena.
Cosa significa ‘remissione della querela’?
È l’atto con cui la vittima di un reato (per il quale è necessaria la sua querela per procedere) dichiara di non voler più che si persegua penalmente l’autore del fatto. Questo atto, se accettato dal querelato, può estinguere il reato.
La remissione della querela è efficace anche dopo una sentenza di condanna?
Sì, come dimostra questo caso. Finché la sentenza di condanna non è diventata definitiva e irrevocabile, la remissione della querela può essere presentata e, se accettata, produce l’effetto di estinguere il reato.
Qual è stato l’unico motivo di ricorso presentato dalla difesa in questo caso?
La difesa ha basato l’intero ricorso in Cassazione sull’avvenuta remissione della querela da parte della persona offesa. Questo atto, formalizzato dopo la sentenza della Corte d’Appello, è stato ritenuto sufficiente a chiedere l’annullamento della condanna per estinzione del reato.
Testo del provvedimento
Sentenza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 23108 Anno 2024
Penale Sent. Sez. 7 Num. 23108 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 29/05/2024
SENTENZA
sui ricorsi proposti da:
COGNOME NOME nato a TERMINI IMERESE il DATA_NASCITA
COGNOME NOME nato a TERMINI IMERESE il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 09/02/2023 della CORTE APPELLO di PALERMO
dato avviso alle parti; svolta la relazione dal Consigliere NOME COGNOME;
Ritenuto in fatto
La difesa di COGNOME NOME NOME COGNOME NOME NOME proposto ricorso, con unico atto, avverso la sentenza della Corte di Palermo, con la quale è stat confermata quelle del Tribunale di Termini Imerese di condanna dei predetti per concorso in un furto aggaravato di Kg. 350 di limoni e Kg. 10 di cavi di rame, con la recidiva per il primo Termini Imerese, il 19/12/2018).
La difesa ha formulato un unico motivo, con il quale ha rilevato l’intervenut rimessione della querela da parte della persona offesa del reato, atto formalizzato innanzi Carabinieri della Stazione di santa Flavia (PA) il giorno 11 maggio 2023, con contestuale accettazione da parte del procuratore speciale dei querelati.