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Remissione di querela: reato estinto in Cassazione

La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza di condanna per lesioni personali a seguito della remissione di querela presentata dopo la decisione della Corte d’Appello. La Suprema Corte ha affermato che è possibile ricorrere in Cassazione anche solo per far valere la remissione, che, se ritualmente accettata, estingue il reato e assorbe ogni altro motivo di ricorso, con l’imputato tenuto a pagare le spese processuali.

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Pubblicato il 19 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Remissione di Querela in Cassazione: Come Annulla la Condanna

Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 1402/2024) offre un importante chiarimento sul potere risolutivo della remissione di querela, anche quando interviene nelle fasi finali del processo penale. Questo istituto giuridico, che consiste nella rinuncia da parte della vittima a proseguire l’azione penale, può determinare l’annullamento di una condanna già pronunciata, come avvenuto nel caso di specie. Analizziamo insieme la vicenda processuale e le conclusioni della Suprema Corte.

I Fatti del Processo

Un individuo veniva condannato dalla Corte d’Appello per il reato di lesioni personali. Nonostante una parziale riforma della sentenza di primo grado, la condanna nel merito era stata confermata. Avverso tale decisione, l’imputato proponeva ricorso per Cassazione tramite il proprio difensore, articolando diverse censure.

I Motivi del Ricorso e la remissione di querela

Il ricorso si basava su cinque motivi distinti, che spaziavano dalla richiesta di integrazione probatoria alla violazione del principio del “oltre ogni ragionevole dubbio”, fino al mancato riconoscimento di attenuanti e della legittima difesa. Tuttavia, il primo motivo si è rivelato decisivo: l’imputato eccepiva l’estinzione del reato per una remissione di querela avvenuta dopo la sentenza d’appello.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha concentrato la sua attenzione esclusivamente sul primo motivo, ritenendolo assorbente rispetto a tutti gli altri. Il reato di lesioni personali contestato era procedibile a querela della persona offesa. La Corte ha quindi applicato un consolidato principio di diritto, già affermato in una precedente pronuncia (Cass. n. 49226/2016), secondo cui è ammissibile il ricorso per cassazione proposto anche al solo fine di introdurre nel processo la remissione di querela.

L’elemento fondamentale è la tempistica: la remissione, per essere valida in questa fase, deve essere intervenuta dopo la sentenza impugnata ma prima della scadenza del termine per presentare l’impugnazione. Verificata la ritualità della remissione e della sua accettazione da parte del querelato, i giudici hanno proceduto all’annullamento della sentenza di condanna.

Le Motivazioni della Sentenza

La motivazione della Corte è chiara e si fonda sulla natura stessa della remissione di querela. Questo atto ha l’effetto sostanziale di estinguere il reato. Quando il reato si estingue, viene meno l’oggetto stesso del processo penale. Di conseguenza, il giudice non può più entrare nel merito della colpevolezza o dell’innocenza dell’imputato, né valutare gli altri motivi di ricorso, come la richiesta di prove o l’applicazione di attenuanti. Tali questioni diventano irrilevanti e vengono definite “assorbite”.
La decisione è stata quindi un “annullamento senza rinvio”, poiché non vi era più nulla da giudicare. Infine, la Corte ha stabilito che, in assenza di un accordo diverso tra le parti, le spese processuali dovevano essere poste a carico del querelato, come previsto dall’articolo 340 del codice di procedura penale.

Conclusioni: L’Impatto Pratico della Decisione

Questa sentenza ribadisce un principio di fondamentale importanza pratica: per i reati procedibili a querela, la volontà della persona offesa è determinante fino alle fasi conclusive del giudizio. Un accordo tra le parti, formalizzato attraverso la remissione e la relativa accettazione, può di fatto porre fine al procedimento penale e cancellare gli effetti di una condanna, anche se già emessa in grado di appello. Ciò sottolinea il valore degli strumenti deflattivi del processo penale, che consentono di risolvere i conflitti al di fuori di un accertamento giudiziale completo, quando la vittima del reato considera soddisfatte le proprie ragioni.

È possibile presentare una remissione di querela dopo una sentenza di condanna?
Sì, la sentenza stabilisce che è ammissibile il ricorso in Cassazione anche al solo fine di introdurre nel processo una remissione di querela, a condizione che sia intervenuta dopo la sentenza impugnata e prima della scadenza del termine per presentare l’impugnazione.

Cosa succede agli altri motivi di ricorso quando viene accolta la remissione di querela?
L’accoglimento della remissione di querela porta all’estinzione del reato. Di conseguenza, tutti gli altri motivi di ricorso (come la legittima difesa o la valutazione delle prove) vengono considerati “assorbiti”, ovvero non vengono esaminati perché la questione principale è risolta.

Chi paga le spese processuali in caso di estinzione del reato per remissione di querela?
Secondo la sentenza, in mancanza di un diverso accordo tra le parti (deroga pattizia), le spese processuali sono a carico del querelato (l’imputato), come previsto dall’art. 340 del codice di procedura penale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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