Remissione di Querela in Cassazione: Come Annullare una Condanna
Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha riaffermato un principio fondamentale del diritto processuale penale: l’estinzione del reato a seguito di remissione di querela. Anche dopo una doppia condanna per frode assicurativa, l’accordo tra le parti può portare all’annullamento della sentenza. Questo caso dimostra come, per i reati procedibili a querela, la volontà della persona offesa sia decisiva fino all’ultimo grado di giudizio.
I Fatti del Processo
La vicenda giudiziaria ha origine da un’accusa di frode in danno di una compagnia di assicurazioni. Un uomo era stato accusato di aver falsamente denunciato un sinistro stradale, in realtà mai avvenuto, al fine di ottenere un indennizzo. Sia il Tribunale di primo grado che la Corte di Appello lo avevano ritenuto colpevole, confermando la sua responsabilità penale.
L’imputato, non arrendendosi alla doppia condanna, presentava ricorso per Cassazione, sollevando diverse questioni, tra cui la tardività della querela originaria e vizi di motivazione sulla sua colpevolezza.
L’Impatto Decisivo della Remissione di Querela
Il colpo di scena avviene durante il giudizio di legittimità. Mentre il processo era pendente dinanzi alla Suprema Corte, le parti hanno raggiunto un accordo. Il legale rappresentante della compagnia assicurativa, costituitasi parte civile, ha formalizzato un atto di remissione della querela. Contestualmente, l’imputato ha accettato tale remissione. Questo atto, trasmesso alla Corte, ha cambiato radicalmente le sorti del processo.
La Decisione della Suprema Corte
La Corte di Cassazione, preso atto dell’intervenuta remissione della querela e della relativa accettazione, non ha potuto fare altro che applicare la legge. Il reato di frode assicurativa, in questo specifico contesto, è procedibile a querela di parte. Di conseguenza, il ritiro della stessa da parte della vittima determina l’estinzione del reato.
La Corte ha quindi annullato la sentenza di condanna senza rinvio, dichiarando il reato estinto. È importante sottolineare, però, che l’annullamento non ha cancellato tutte le conseguenze per l’imputato. Ai sensi dell’art. 340, comma 4, del codice di procedura penale, il querelato è stato condannato al pagamento delle spese processuali.
Le Motivazioni
La motivazione della Corte è puramente processuale e si fonda su un principio cardine. Per i reati non procedibili d’ufficio, l’impulso all’azione penale è dato dalla querela della persona offesa. Se questa volontà viene meno attraverso la remissione, e l’imputato accetta, lo Stato perde la facoltà di proseguire nel giudizio. La remissione può intervenire in qualsiasi stato e grado del procedimento, producendo l’effetto estintivo del reato. La condanna alle spese processuali a carico del querelato è una conseguenza prevista dalla legge per i casi in cui la remissione interviene dopo la condanna, a meno che non sia diversamente pattuito nell’accordo tra le parti.
Conclusioni
Questa sentenza evidenzia l’importanza strategica della remissione di querela come strumento per definire un contenzioso penale. Dimostra che anche di fronte a una condanna quasi definitiva, la via dell’accordo con la parte lesa rimane percorribile e può portare a un esito favorevole per l’imputato, ovvero l’estinzione del reato e la cancellazione della condanna dalla fedina penale. Tuttavia, non esime dalle spese del procedimento, un dettaglio economico da non trascurare nelle trattative tra le parti.
Cosa succede se la querela viene ritirata durante il processo in Cassazione?
Se il reato è procedibile a querela, la remissione della stessa, accettata dall’imputato, causa l’estinzione del reato. La Corte di Cassazione, di conseguenza, annulla la sentenza di condanna senza la necessità di un nuovo processo.
Chi paga le spese processuali in caso di remissione della querela?
Secondo la sentenza, in base all’art. 340, comma 4 del codice di procedura penale, quando la remissione avviene dopo la sentenza di condanna, le spese processuali sono a carico dell’imputato (querelato), salvo diverso accordo tra le parti.
L’estinzione del reato cancella completamente la condanna?
Sì, l’annullamento della sentenza per estinzione del reato cancella la condanna penale. Il fatto non avrà conseguenze sulla fedina penale dell’imputato, che tornerà incensurato per quel reato specifico.
Testo del provvedimento
Sentenza di Cassazione Penale Sez. 2 Num. 12642 Anno 2024
Penale Sent. Sez. 2 Num. 12642 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 05/03/2024
SENTENZA
Sul ricorso proposto da COGNOME NOME, nato a Spilimbergo il DATA_NASCITA avverso la sentenza resa il 17 ottobre 2023 dalla Corte di appello di Milano visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso; udita la relazione svolta dal Consigliere AVV_NOTAIO NOME COGNOME; Lette le conclusioni del Pubblico Ministero in persona del AVV_NOTAIO che ha chiesto l’inammissibilità del ricorso. Lette le conclusioni dell’AVV_NOTAIO che ha chiesto l’accoglimento.
RITENUTO IN FATTO E IN DIRITTO
1.Con la pronunzia impugnata la Corte di appello di Milano ha confermato la sentenza resa il 29 giugno 2022 dal Tribunale di Milano che ha dichiarato la responsabilità di NOME COGNOME nel delitto di frode in danno dell’assicurazione per avere falsamente denunciato un sinistro stradale in realtà non verificatosi.
2.Avverso detta sentenza ha proposto ricorso l’imputato, deducendo:
2.1 Violazione di legge e vizio di motivazione in quanto l’azione penale avrebbe dovuto essere ritenuta improcedibile per tardività della querela .
2.2 Vizio di motivazione in ordine al giudizio di colpevolezza in quanto la condanna si fonda su un compendio probatorio del tutto insufficiente a dimostrare la colpevolezza del ricorrente.
o
2.3 Violazione di legge e nullità dell’ordinanza del Giudice per l’udienza preliminare resa
il 15 luglio 2021 con cui erano state respinte le istanze di rinvio per legittim impedimento avanzate dai difensori dell’imputato, con conseguente nullità di tutti gli atti successivi.
2.4 Violazione di legge e vizio di motivazione in ordine al diniego della causa di non punibilità della particolare tenuità del fatto ex art. 131 bis codice penale;
2.5 Vizio di motivazione in ordine alla quantificazione della pena e al diniego delle attenuanti generiche
3.Con memoria trasmessa il 12 febbraio 2024 l’AVV_NOTAIO ha trasmesso il verbale di remissione di querela e contestuale accettazione da parte dell’imputato del 9 febbraio 2024 e ha chiesto l’annullamento della sentenza impugnata per improcedibilità dell’azione penale .
CONSIDERATO IN DIRITTO
1.Questa Corte deve prendere atto che nelle more del giudizio il reato si è estinto per intervenuta remissione di querela da parte del procuratore speciale del legale rappresentante della compagnia assicurativa costituitasi parte civile , come da verbale del 9 febbraio 2024 trasmesso a questo Ufficio il 12 febbraio.
Alla stregua di tali considerazioni si impone l’annullamento della sentenza impugnata per estinzione del reato.
Il ricorrente querelato deve essere condannato ai pagamento delle spese processuali ex art. 340 comma 4 cod.proc.pen.
P.Q.M.
Annulla senza rinvio la sentenza impugnata perché il reato è estinto per remissione di querela.
Condanna l’imputato al pagamento delle spese processuali.
Roma 5 marzo 2024
Il consigliere estensore
COGNOME
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COGNOME