Remissione di Querela: Quando l’Accordo tra le Parti Annulla la Sentenza
La remissione di querela rappresenta uno strumento fondamentale nel nostro ordinamento per la risoluzione dei conflitti, consentendo di estinguere un reato attraverso un accordo tra le parti. Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 45770 del 2024, ha ribadito con chiarezza gli effetti dirompenti di questo istituto, anche quando interviene nella fase più avanzata del giudizio. Vediamo come l’accordo tra querelante e querelato possa portare all’annullamento di una condanna già emessa.
I Fatti del Caso
Il caso giunto all’attenzione della Suprema Corte riguardava un ricorso presentato da un imputato avverso una sentenza di condanna emessa dalla Corte d’Appello di Roma. Tuttavia, l’oggetto del ricorso non era una contestazione nel merito della decisione, bensì la presentazione di un fatto nuovo e risolutivo: l’avvenuta remissione di querela da parte della persona offesa e la contestuale accettazione da parte dell’imputato stesso. Il ricorrente ha quindi chiesto alla Corte di prendere atto di questo accordo e di annullare la sentenza impugnata, dichiarando l’estinzione del reato.
La Decisione della Corte sulla remissione di querela
La Corte di Cassazione, esaminati gli atti, ha accolto pienamente la richiesta. I giudici hanno verificato che sia la remissione della querela sia la sua accettazione erano state formalizzate in modo rituale, rispettando le forme previste dalla legge. Di conseguenza, sussistevano tutti i presupposti per dichiarare l’estinzione del reato.
La decisione è stata pertanto quella di annullare la sentenza della Corte d’Appello senza rinvio. Questo significa che il caso è stato chiuso definitivamente, senza la necessità di un nuovo processo. La Corte ha inoltre disposto che le spese del procedimento fossero a carico del querelato, come previsto dalla normativa.
Le Motivazioni della Sentenza
Le motivazioni alla base della decisione sono lineari e si fondano sull’applicazione diretta della legge. Il punto centrale è l’articolo 152 del codice penale, che prevede espressamente l’estinzione del reato per effetto della remissione di querela. La Corte ha sottolineato che, una volta verificata la correttezza formale della remissione e della sua accettazione, l’effetto estintivo è automatico e non lascia spazio a valutazioni discrezionali.
Un altro aspetto importante chiarito dalla Corte riguarda la ripartizione delle spese processuali. Citando l’articolo 340, comma 4, del codice di procedura penale, i giudici hanno confermato che, salvo diverso accordo tra le parti, le spese del procedimento rimangono a carico del querelato. Questo principio serve a garantire che i costi sostenuti dallo Stato per il processo non restino senza un soggetto obbligato al pagamento, anche quando il reato si estingue.
Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche
Questa sentenza conferma l’importanza e l’efficacia della remissione di querela come strumento deflattivo del contenzioso penale. La decisione dimostra che tale istituto può essere validamente utilizzato in qualsiasi stato e grado del procedimento, persino di fronte alla Corte di Cassazione, con l’effetto di cancellare una condanna.
Per i cittadini e i professionisti, le implicazioni sono chiare: la ricerca di un accordo conciliativo è sempre una via percorribile e vantaggiosa per entrambe le parti. Per la persona offesa, si ottiene una forma di riparazione; per l’imputato, si ottiene la chiusura definitiva del procedimento e l’estinzione del reato. È tuttavia cruciale ricordare che, come regola generale, le spese processuali restano a carico del querelato, un aspetto da considerare attentamente nella gestione dell’accordo.
Cosa succede se la querela viene rimessa quando il processo è già in Cassazione?
La Corte di Cassazione prende atto della remissione e della sua accettazione e, se formalmente corrette, annulla la sentenza impugnata senza rinvio, dichiarando l’estinzione del reato.
Chi paga le spese del processo in caso di remissione di querela?
Salvo che le parti si accordino diversamente, le spese processuali restano a carico del querelato (l’imputato), come stabilito dall’art. 340, comma 4, del codice di procedura penale.
Per estinguere il reato è sufficiente che la vittima ritiri la querela?
No, la sentenza chiarisce che sono necessari due passaggi formali: la remissione da parte del querelante e l’accettazione da parte del querelato. Entrambi gli atti devono essere eseguiti ritualmente.
Testo del provvedimento
Sentenza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 45770 Anno 2024
Penale Sent. Sez. 7 Num. 45770 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 05/11/2024
SENTENZA
sul ricorso proposto da:
NOME nato a ANAGNI il 31/01/1965
avverso la sentenza del 19/02/2024 della CORTE APPELLO di ROMA
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
CONSIDERATO IN FATTO E RITENUTO IN DIRITTO
Letto il ricorso di COGNOME COGNOME rilevato che il ricorrente ha allegato l’intervenuta remissione di querela con la relativa accettazione ed ha chiesto che la sentenza impugnata sia annullata senza rinvio;
che la querela è stata ritualmente rimessa dal querelante e che la rimessione è stata – altrettanto ritualmente – accettata, di talchè sono presenti tutt presupposti per poter dichiarare estinto il reato;
considerato che, alla luce di ciò, la sentenza va annullata senza rinvio poiché il reato è estinto per remissione di querela, ai sensi dell’art. 152 cod. pen.;
osservato, inoltre, che le spese del procedimento restano a carico del querelato, ai sensi dell’art. 340, comma 4, cod. proc. pen.
P.Q.M.
Annulla senza rinvio la sentenza impugnata perché il reato è estinto per remissione di querela.
Condanna l’imputato al pagamento delle spese processuali.
Così deciso in Roma, il 5 novembre 2024.