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Remissione di querela: reato estinto e sentenza annullata

La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza di condanna per tentato furto aggravato, emessa in seguito a un patteggiamento. La decisione si fonda sulla remissione di querela presentata dalla persona offesa e accettata dall’imputato. Tale atto, intervenuto prima della definitività della sentenza, ha causato l’estinzione del reato, rendendo la condanna non più valida e imponendone l’annullamento senza rinvio.

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Pubblicato il 12 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Remissione di Querela: Quando il Processo si Ferma e la Sentenza si Annulla

Una recente sentenza della Corte di Cassazione chiarisce l’impatto determinante della remissione di querela nel processo penale, anche quando sia già stata emessa una sentenza di condanna. Questo istituto, che rappresenta la volontà della persona offesa di non perseguire più l’autore del reato, può portare all’estinzione del reato stesso e, di conseguenza, all’annullamento della pena. Analizziamo insieme questo caso per capire come e quando ciò può accadere.

I Fatti del Caso: dal Patteggiamento al Ricorso in Cassazione

In primo grado, il Tribunale aveva condannato un imputato per tentato furto aggravato, applicando la pena su richiesta delle parti (il cosiddetto ‘patteggiamento’). La pena concordata era di due mesi di reclusione e 52,00 euro di multa, tenuto conto di alcune circostanze attenuanti.

Tuttavia, l’imputato, tramite il suo difensore, ha presentato ricorso in Cassazione, sollevando un punto cruciale: dopo la sentenza di primo grado, era intervenuta la remissione della querela da parte della persona offesa, con contestuale accettazione da parte dell’imputato stesso. Questo atto, secondo la difesa, faceva venir meno una condizione fondamentale per la prosecuzione del procedimento penale.

L’Impatto Decisivo della Remissione di Querela

Il cuore della questione risiede nella natura del reato contestato. Per il tentato furto aggravato, la legge prevede che si possa procedere penalmente solo su querela della persona offesa. La querela è, quindi, una ‘condizione di procedibilità’: senza di essa, l’azione penale non può essere iniziata né, tanto meno, proseguita.

Nel caso specifico, la persona offesa si era recata presso una stazione dei Carabinieri per dichiarare formalmente di voler rimettere la querela. L’imputato, a sua volta, aveva formalmente accettato tale remissione. Questo accordo tra le parti è un atto giuridicamente rilevante che, per legge, estingue il reato.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, ritenendolo fondato. I giudici hanno sottolineato che la fattispecie di reato era procedibile a querela e, pertanto, la remissione della stessa, accettata dal querelato, assumeva un rilievo decisivo. L’estinzione del reato per remissione di querela è un evento che blocca il procedimento in qualsiasi stato e grado si trovi, a patto che non sia già passata in giudicato la sentenza.

Poiché dal processo non erano emersi elementi che provassero in modo evidente e incontrovertibile l’innocenza dell’imputato (nel qual caso si sarebbe dovuti procedere con un’assoluzione nel merito), l’unica conseguenza possibile era la declaratoria di estinzione del reato. Di conseguenza, la Corte ha annullato la sentenza di condanna senza rinviare il caso a un altro giudice, chiudendo definitivamente la vicenda. Le spese del procedimento sono state poste a carico del querelato, come previsto dalla normativa.

Conclusioni

Questa sentenza ribadisce un principio fondamentale del nostro ordinamento penale: la volontà della persona offesa è centrale nei reati procedibili a querela. La remissione di querela non è un semplice atto informale, ma un istituto giuridico capace di estinguere il reato e neutralizzare gli effetti di una condanna non ancora definitiva. La decisione dimostra come l’esito di un processo penale possa essere radicalmente modificato da eventi che si verificano anche dopo la sentenza di primo grado, evidenziando l’importanza delle condizioni di procedibilità e degli istituti deflattivi del contenzioso.

Cosa succede se la vittima ritira la querela dopo una condanna in primo grado?
Se la remissione di querela e la relativa accettazione avvengono prima che la sentenza diventi definitiva, e il reato è procedibile a querela, la Corte di Cassazione deve annullare la condanna perché il reato si è estinto.

In caso di remissione di querela, chi paga le spese del procedimento?
Salvo diverso accordo tra le parti, la legge prevede che le spese del procedimento siano poste a carico del querelato, ovvero dell’imputato che ha accettato la remissione della querela.

La remissione di querela porta sempre all’annullamento di una condanna non definitiva?
Sì, per i reati procedibili a querela, la remissione accettata estingue il reato e impone l’annullamento della sentenza. L’unica eccezione si verifica se dagli atti emerge una prova evidente dell’innocenza dell’imputato, nel qual caso il giudice pronuncia una sentenza di assoluzione piena, che è una formula più favorevole.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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