Remissione di Querela: Una Via d’Uscita Anche Dopo la Condanna?
La remissione di querela rappresenta un istituto fondamentale nel nostro ordinamento penale, capace di porre fine a un procedimento giudiziario. Ma cosa succede se questo atto di pacificazione interviene quando una condanna è già stata pronunciata? Una recente sentenza della Corte di Cassazione (Sent. N. 1403/2024) chiarisce che la porta per l’estinzione del reato non è affatto chiusa, delineando i confini temporali e procedurali per la sua validità.
I Fatti del Caso
Il caso in esame riguarda un imputato condannato sia in primo grado dal Tribunale di Tivoli che in secondo grado dalla Corte di Appello di Roma per il reato di violazione di domicilio. Nonostante le due sentenze conformi, la difesa decideva di non arrendersi e proponeva ricorso per Cassazione. Tuttavia, il motivo del ricorso non era legato a vizi di forma o a una diversa interpretazione dei fatti, ma si basava su un unico, decisivo elemento: l’intervenuta estinzione del reato per remissione di querela, avvenuta dopo la sentenza di condanna d’appello.
La Decisione della Corte di Cassazione
La Suprema Corte ha accolto il ricorso, annullando senza rinvio la sentenza di condanna. La decisione si fonda su un principio di diritto consolidato, secondo cui il ricorso per cassazione è ammissibile anche se proposto al solo fine di introdurre nel processo la remissione della querela. La Corte ha verificato che sia la remissione da parte della persona offesa, sia la relativa accettazione da parte dell’imputato, erano state ritualmente perfezionate in un momento cruciale: dopo la pronuncia della sentenza d’appello, ma prima della scadenza del termine per presentare il ricorso in Cassazione. Di conseguenza, i giudici hanno dichiarato l’estinzione del reato, chiudendo definitivamente la vicenda penale. Unico onere residuo per l’imputato è stato il pagamento delle spese processuali, come previsto dalla legge in assenza di un diverso accordo tra le parti.
Le Motivazioni: Il Principio della Remissione di Querela Post-Sentenza
Il cuore della motivazione risiede nel principio, già affermato in precedenti pronunce (come la Cass. n. 49226/2016), che valorizza la volontà delle parti di porre fine alla controversia penale. La legge consente che la remissione di querela possa efficacemente estinguere il reato fino a quando non sia intervenuta una sentenza irrevocabile. La sentenza d’appello, sebbene esecutiva, non è ancora definitiva fino a quando non siano scaduti i termini per l’impugnazione in Cassazione. Questo lasso di tempo costituisce una finestra temporale utile per perfezionare l’accordo tra le parti. La Cassazione, in questo caso, non entra nel merito della colpevolezza, ma prende atto di un evento procedurale che ha un effetto estintivo sul reato stesso. Per quanto riguarda le spese processuali, la Corte ha applicato l’art. 340 c.p.p., il quale stabilisce che, salvo patto contrario, le spese del procedimento sono a carico del querelato. Questo perché, sebbene il reato sia estinto, il procedimento è stato avviato e ha generato dei costi per lo Stato.
Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche
Questa sentenza conferma un’importante opportunità per la risoluzione dei conflitti. Per l’imputato, significa che anche dopo una doppia condanna per un reato procedibile a querela, la via della conciliazione con la persona offesa rimane aperta e può portare all’azzeramento degli effetti penali della condotta. Per le parti offese, sottolinea il potere di cui dispongono nel determinare le sorti del processo. La decisione ribadisce l’importanza del tempismo: la remissione e l’accettazione devono avvenire entro termini perentori. Inoltre, evidenzia l’utilità di definire chiaramente, nell’atto di remissione e accettazione, l’accordo relativo alle spese processuali per evitare che queste, come nel caso di specie, vengano poste automaticamente a carico del querelato.
È possibile estinguere un reato tramite remissione di querela anche dopo essere stati condannati in Appello?
Sì, la sentenza stabilisce che il ricorso in Cassazione è ammissibile anche al solo fine di introdurre la remissione di querela, a condizione che questa e la sua accettazione avvengano dopo la sentenza d’appello ma prima della scadenza del termine per l’impugnazione.
In caso di estinzione del reato per remissione di querela, chi paga le spese processuali?
Secondo la sentenza, in mancanza di un accordo diverso tra le parti (deroga pattizia), le spese processuali sono a carico del querelato (l’imputato), come previsto dall’art. 340 del codice di procedura penale.
Qual è l’effetto di una remissione di querela ritualmente accettata sul processo?
L’effetto è l’annullamento della sentenza di condanna e la declaratoria di estinzione del reato. Nel caso specifico, la Corte di Cassazione ha annullato senza rinvio la sentenza impugnata, chiudendo definitivamente il procedimento.
Testo del provvedimento
Sentenza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 1403 Anno 2024
Penale Sent. Sez. 7 Num. 1403 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: PILLA EGLE
Data Udienza: 06/12/2023
SENTENZA
sul ricorso proposto da:
NOME nato a ROMA il 06/12/1996
avverso la sentenza del 23/02/2023 della CORTE APPELLO di ROMA
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere COGNOME
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
Rilevato che con l’impugnata sentenza, la Corte di Appello di Roma in data 23 febbraio 2023 ha confermato la pronunzia del Tribunale di Tivoli del 2 marzo 2022 nei confronti di NOME COGNOME in ordine al reato di violazione di domicilio.
Rilevato che avverso detta sentenza ha proposto ricorso per cassazione l’imputato, a mezzo del difensore, articolando un unico motivo con cui eccepisce l’estinzione del reato per intervenuta remissione di querela.
Considerato che, trattandosi di reato procedibile a querela, in accoglimento del motivo di ricorso, va fatta applicazione del principio di diritto secondo cui è ammissibile il ricorso per cassazione proposto anche al solo fine di introdurre nel processo la remissione della querela, ritualmente accettata, intervenuta dopo la sentenza impugnata e prima della scadenza del termine per la presentazione dell’impugnazione (Sez. 4, n. 49226 del 19/10/2016, Bestente, Rv. 268625).
-Considerato che la remissione e l’accettazione sono state ritualmente effettuate e che, pertanto, si deve far luogo all’annullamento della sentenza impugnata per sopravvenuta estinzione del reato.
Rilevato, infine, che, in mancanza di deroga pattizia, le spese processuali sono da porre a carico del querelato, come per legge (art. 340 cod. proc. pen.).
P.Q.M.
Annulla senza rinvio la sentenza impugnata perché il reato è estinto per remissione di querela. Pone le spese del procedimento a carico del querelato.
Così deciso, in Roma in data 6 dicembre 2023
Il Consigliere estensore
Il Presidente