Remissione di Querela: Quando la Volontà della Vittima Prevale sulla Procedura
Nel complesso mondo del diritto penale, l’equilibrio tra le norme procedurali e le cause sostanziali di estinzione del reato è fondamentale. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio cruciale: la remissione di querela, quando interviene tempestivamente, ha la precedenza su eventuali vizi procedurali dell’appello, come l’inammissibilità. Questo concetto è di vitale importanza perché sottolinea come la volontà della persona offesa di porre fine al contenzioso possa superare le rigidità formali del processo.
I Fatti del Caso
La vicenda ha origine da una condanna per il reato di lesioni personali, emessa da un Giudice di Pace. L’imputato, non accettando la decisione, proponeva appello. Durante il periodo utile per l’impugnazione, accadeva un fatto nuovo e determinante: la persona offesa presentava la remissione della querela e l’imputato la accettava formalmente. Entrambi gli atti venivano depositati in tribunale.
Nonostante ciò, il Tribunale, in funzione di giudice d’appello, non si pronunciava sull’estinzione del reato. Al contrario, dichiarava l’appello inammissibile a causa della genericità dei motivi presentati. Di fronte a questa decisione, l’imputato decideva di ricorrere alla Corte di Cassazione, sostenendo che il giudice di secondo grado avrebbe dovuto prioritariamente prendere atto della remissione di querela e dichiarare il reato estinto.
La Decisione della Corte e la Prevalenza della Remissione di Querela
La Corte di Cassazione ha accolto pienamente il ricorso dell’imputato, annullando l’ordinanza del Tribunale. I giudici supremi hanno chiarito che, quando un reato non è procedibile d’ufficio e viene presentata una rituale remissione di querela, accettata dall’imputato, questa causa di estinzione del reato prevale su qualsiasi potenziale causa di inammissibilità dell’appello.
L’unico presupposto fondamentale, sottolineato dalla Corte, è che l’impugnazione (in questo caso, l’appello) sia stata proposta tempestivamente, cioè entro i termini di legge. Se questa condizione è rispettata, il giudice ha il dovere di rilevare e dichiarare l’estinzione del reato, senza potersi fermare a valutare eventuali vizi formali dell’atto di appello, come la sua genericità.
Le Motivazioni Giuridiche
La decisione si fonda su un consolidato orientamento giurisprudenziale, richiamando una celebre sentenza delle Sezioni Unite (n. 24246 del 2004). Il principio è che le cause di non punibilità, come l’estinzione del reato per remissione di querela, hanno una natura sostanziale che le pone su un piano superiore rispetto alle questioni meramente procedurali. L’ordinamento giuridico favorisce le soluzioni che pongono fine al conflitto, specialmente quando la stessa vittima del reato decide di non voler più perseguire penalmente l’autore del fatto.
Ignorare una remissione validamente presentata per soffermarsi su un difetto formale dell’appello sarebbe contrario alla logica del sistema e all’economia processuale. Il giudice, una volta ricevuta la prova dell’accordo tra le parti che estingue il reato, deve prenderne atto e chiudere il procedimento per tale motivo. Di conseguenza, l’ordinanza del Tribunale è stata annullata senza rinvio, poiché il reato era già estinto e non vi era più nulla da giudicare nel merito.
Conclusioni e Implicazioni Pratiche
Questa sentenza riafferma un principio di grande rilevanza pratica. Chi si trova coinvolto in un procedimento penale per reati procedibili a querela deve sapere che raggiungere un accordo con la persona offesa, formalizzato tramite la remissione di querela, è una via efficace per estinguere il reato in qualsiasi fase del processo, anche in pendenza di un’impugnazione. La Corte ha anche specificato che, in assenza di un diverso accordo tra le parti, le spese processuali restano a carico del querelato (l’imputato), come previsto dalla legge. Per gli avvocati e i loro assistiti, ciò significa che la strategia difensiva può e deve includere la ricerca di una soluzione conciliativa, la quale, se raggiunta, deve essere prontamente riconosciuta dal giudice, superando gli ostacoli formali del processo.
Cosa succede se una remissione di querela viene presentata dopo la condanna e durante il termine per l’appello?
Se la remissione di querela viene presentata in pendenza dei termini per l’impugnazione e viene ritualmente accettata, essa determina l’estinzione del reato. Il giudice dell’impugnazione è tenuto a dichiararla.
Una remissione di querela è valida anche se l’appello viene considerato inammissibile?
Sì. Secondo la Corte di Cassazione, la causa di estinzione del reato per remissione di querela prevale sulle eventuali cause di inammissibilità dell’appello, a condizione che l’appello sia stato presentato entro i termini previsti dalla legge.
In caso di estinzione del reato per remissione di querela in appello, chi paga le spese processuali?
In assenza di un diverso accordo tra le parti, la legge prevede che le spese processuali siano a carico del querelato, ovvero dell’imputato che ha accettato la remissione.
Testo del provvedimento
Sentenza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 2972 Anno 2024
Penale Sent. Sez. 7 Num. 2972 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME COGNOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 22/11/2023
SENTENZA
sul ricorso proposto da:
COGNOME NOME nato a ROMA il DATA_NASCITA
avverso l’ordinanza del 16/05/2023 del TRIBUNALE di ROMA
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
Con sentenza emessa 1’8 febbraio 2023, il Giudice di pace di Roma aveva condannato COGNOME NOME in ordine al reato di lesioni personali, commesso in danno di COGNOME NOME.
Avverso la sentenza di condanna, l’imputato proponeva appello e, successivamente, in data 17 marzo 2023, depositava la remissione della querela presentata dalla persona offesa e l relativa accettazione.
Con ordinanza emessa il 19 maggio 2023, il Tribunale di Roma, in funzione di giudice d appello, dichiarava l’inammissibilità del gravame, per genericità dei motivi.
Avverso l’ordinanza del Tribunale, l’imputato, a mezzo del proprio difensore, h proposto ricorso per cassazione, sostenendo che il giudice di secondo grado avrebbe dovuto dichiarare l’estinzione del reato per l’intervenuta remissione di querela.
Deve essere premesso che il reato contestato non è procedibile d’ufficio e l’appello e stato proposto tempestivamente.
Tanto premesso, il ricorso risulta fondato, atteso che, per la giurisprudenza di qu Corte, la remissione di querela, intervenuta in pendenza del termine per proporre impugnazion e ritualmente accettata, determina l’estinzione del reato, che prevale su eventuali cause inammissibilità e va rilevata e dichiarata dal giudice, purché il ricorso sia stato tempestiv proposto (Sez. U, n. 24246 del 25/02/2004, Chiasserini, Rv. 227681).
L’ordinanza impugnata, pertanto, deve essere annullata e, conseguentemente, il reato deve essere dichiarato estinto. In difetto di diversa pattuizione, le spese, come per legge, de essere poste a carico del querelato.
P.Q.M.
Annulla senza rinvio l’ordinanza impugnata, perché il reato è estinto per remissione querela.
Condanna l’imputato al pagamento delle spese processuali.
Così deciso, il 22 novembre 2023
Il Consigliere estensore
Il Preside e