Remissione di querela in Cassazione: Come estingue il reato e annulla la condanna
La remissione di querela rappresenta un istituto fondamentale del nostro ordinamento che consente alla persona offesa di ritirare la propria istanza punitiva, portando all’estinzione del reato. Una recente sentenza della Corte di Cassazione chiarisce l’efficacia di tale atto anche quando interviene nel grado più alto di giudizio, prevalendo su altre questioni processuali. Analizziamo il caso di una condanna per lesioni causate da un cane, annullata proprio grazie a questo meccanismo.
I fatti del caso: dalla condanna per lesioni al ricorso
La vicenda giudiziaria trae origine da una sentenza del Tribunale, in funzione di giudice d’appello, che aveva condannato un’imputata a una pena pecuniaria di 300 euro, oltre al risarcimento dei danni alla parte civile. L’accusa era quella di lesioni provocate dal cane di sua proprietà.
Contro questa decisione, l’imputata ha proposto ricorso per Cassazione. Tuttavia, mentre il processo era pendente dinanzi alla Suprema Corte, è intervenuto un fatto nuovo e decisivo: la persona offesa ha formalmente ritirato la propria querela presso il Comando dei Carabinieri.
L’accettazione e l’impatto della remissione di querela
L’imputata, dal canto suo, ha accettato la remissione di querela, come risulta da un verbale redatto contestualmente. Questo passaggio è cruciale: l’accettazione da parte del querelato rende la remissione efficace e irrevocabile, determinando l’estinzione del reato.
La Corte di Cassazione ha quindi dovuto valutare le conseguenze di questo atto sul giudizio in corso. La questione centrale era stabilire se la causa estintiva del reato dovesse prevalere su ogni altra eventuale valutazione, come ad esempio possibili profili di inammissibilità del ricorso originario.
L’efficacia prevalente della remissione di querela in Cassazione
Richiamando un consolidato principio espresso dalle Sezioni Unite, la Corte ha affermato che la remissione di querela, se intervenuta ritualmente durante il giudizio di legittimità, determina l’estinzione del reato. Questa causa estintiva prevale su eventuali altre cause di inammissibilità, a condizione che il ricorso iniziale fosse stato proposto tempestivamente.
In altre parole, una volta che la volontà delle parti (querelante e querelato) converge nel porre fine alla contesa penale, il processo non può che prenderne atto e dichiarare l’estinzione del reato, chiudendo definitivamente la vicenda.
le motivazioni
La Corte di Cassazione ha motivato la sua decisione sulla base del principio di diritto secondo cui la causa estintiva del reato, rappresentata dalla remissione di querela accettata, deve essere dichiarata prioritariamente. Poiché dagli atti risultava in modo inequivocabile che la persona offesa aveva rimesso la querela e che l’imputata l’aveva accettata, il presupposto per l’applicazione dell’art. 340 del codice di procedura penale era pienamente integrato. Di conseguenza, la sentenza di condanna doveva essere annullata senza rinvio, poiché il reato per cui si procedeva non esisteva più dal punto di vista giuridico.
Per quanto riguarda le spese processuali, i giudici hanno applicato la regola generale prevista dallo stesso art. 340 c.p.p., secondo cui, in assenza di un diverso accordo tra le parti, le spese del procedimento sono a carico del querelato. Non essendo emerso un patto contrario, la ricorrente è stata condannata al pagamento delle spese.
le conclusioni
La sentenza in esame offre importanti spunti pratici. In primo luogo, conferma che la via della conciliazione tra le parti è percorribile fino all’ultimo grado di giudizio, con effetti risolutivi. In secondo luogo, chiarisce che l’estinzione del reato per remissione di querela cancella la condanna penale, ma non necessariamente le conseguenze economiche del processo. Salvo diverso accordo, le spese processuali restano a carico della persona a cui era stato originariamente attribuito il reato. Questo incentiva le parti a regolare in modo completo ed esplicito tutti gli aspetti, anche economici, al momento della remissione della querela.
Cosa succede se la querela viene rimessa durante il ricorso in Cassazione?
Se la remissione di querela viene formalizzata e accettata mentre il processo è pendente in Cassazione, essa determina l’estinzione del reato, portando all’annullamento senza rinvio della sentenza di condanna impugnata.
La remissione di querela prevale su altre cause di inammissibilità del ricorso?
Sì, secondo la giurisprudenza citata, la remissione di querela è una causa di estinzione del reato che prevale su eventuali altre cause di inammissibilità del ricorso, a patto che quest’ultimo sia stato proposto nei termini di legge.
Chi paga le spese processuali in caso di estinzione del reato per remissione di querela?
In assenza di un diverso accordo tra le parti, le spese processuali sono a carico della persona querelata, ovvero l’imputato. La sentenza, infatti, ha condannato la ricorrente al pagamento delle spese processuali.
Testo del provvedimento
Sentenza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 2869 Anno 2025
Penale Sent. Sez. 7 Num. 2869 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 12/12/2024
SENTENZA
sul ricorso proposto da:
NOME nato a BORDIGHERA il 27/02/1986
avverso la sentenza del 08/02/2024 del TRIBUNALE di RAGIONE_SOCIALE
dato avviso alle parti; udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
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NOME ricorrente in epigrafe ricorre per Cassazione avverso la sentenza del Tribunale di Imperia, in funzione di giudice d’appello, GLYPH che la aveva condannata alla pena pecuniaria di €.300,00 di multa oltre al risarcimento del danno nei confronti della parte civile per il reato di lesioni causate dal cane di sua proprietà.
Rappresenta, con i motivi di ricorso, che la persona offesa aveva rimesso la querela.
Risulta dagli atti che la persona offesa NOME ha rimesso la querela in data 5 aprile 2024 presso il Comando dei Carabinieri e che l’imputata ha accettato la remissione come attestato dal verbale contestualmente redatto.
La remissione di querela, intervenuta in pendenza del ricorso per cassazione e ritualmente accettata, determina l’estinzione del reato che prevale su eventuali cause di inammissibilità e va dichiarata dal giudice di legittimità, purchè il ricorso sia stato tempestivamente proposto (SU 25 febbraio 2004, COGNOME, Rv 227681).
La sentenza impugnata deve dunque essere annullata senza rinvio per essere il reato estinto per remissione della querela con conseguente condanna del querelato ai pagamento delle spese processuali, non essendo stato diversamente convenuto (art. 340, u.c., cod.proc. pen.).
P.Q.M.
Annulla senza rinvio la sentenza impugnata perché il reato è estinto per remissione di querela. Condanna la ricorrente al pagamento delle spese processuali.