Remissione di Querela in Cassazione: Quando l’Accordo Estingue il Reato
La remissione di querela rappresenta un istituto fondamentale del nostro ordinamento penale, capace di porre fine a un procedimento giudiziario. Una recente sentenza della Corte di Cassazione (Sent. n. 19318/2024) offre un chiaro esempio di come questo atto, intervenuto persino nella fase più avanzata del processo, possa determinare l’estinzione del reato e modificare l’esito di una condanna. Analizziamo il caso e le sue importanti implicazioni.
I Fatti del Processo
Un uomo era stato condannato dalla Corte d’Appello di Palermo per due distinti reati: furto aggravato, per aver sottratto i bulloni dalle ruote di un’autovettura, e resistenza a pubblico ufficiale. Contro questa decisione, l’imputato aveva proposto ricorso per Cassazione.
Durante la pendenza del ricorso, è avvenuto un fatto decisivo: la persona offesa per il reato di furto ha deciso di ritirare la querela. Il difensore dell’imputato, munito di apposita procura speciale, ha formalmente accettato tale remissione. Questo evento ha cambiato radicalmente il quadro processuale.
La Decisione della Corte sulla Remissione di Querela
La Corte di Cassazione ha preso atto della remissione e della sua accettazione, riconoscendone l’immediata efficacia estintiva del reato. I giudici hanno richiamato un principio consolidato, stabilito dalle Sezioni Unite, secondo cui la remissione di querela, se intervenuta ritualmente durante il giudizio di legittimità, prevale su eventuali altre cause di inammissibilità del ricorso, a condizione che quest’ultimo sia stato presentato tempestivamente.
Di conseguenza, la Suprema Corte ha dovuto prendere due decisioni distinte per i due reati contestati:
1. Per il reato di furto aggravato: La sentenza è stata annullata senza rinvio. Ciò significa che la condanna per questo specifico reato è stata cancellata in via definitiva, poiché il reato si è estinto per effetto della volontà della parte offesa.
2. Per il reato di resistenza a pubblico ufficiale: La sentenza è stata annullata, ma con rinvio ad un’altra sezione della Corte d’Appello. Il motivo risiede nel calcolo della pena. I giudici di merito avevano infatti determinato la sanzione per la resistenza basandosi sulla pena inflitta per il furto, che era il reato più grave. Venuta meno tale base di calcolo, la pena per il reato residuo deve essere necessariamente rideterminata.
Le Motivazioni della Corte di Cassazione
La motivazione della Corte si fonda sulla natura della remissione di querela come causa di estinzione del reato. Quando un reato è procedibile a querela di parte, la volontà della persona offesa è determinante non solo per avviare, ma anche per porre fine all’azione penale. L’accettazione da parte dell’imputato completa l’istituto, rendendolo irrevocabile.
La Corte ha specificato che non poteva procedere autonomamente a rideterminare la pena per il reato di resistenza (ai sensi dell’art. 620, lett. l, c.p.p.), perché la valutazione del trattamento sanzionatorio è un compito che spetta al giudice di merito. La pena originaria era stata calcolata ‘a cascata’ a partire da quella per il furto, tenendo conto anche della recidiva reiterata. Con l’estinzione del reato base, l’intera architettura sanzionatoria è crollata, rendendo necessario un nuovo giudizio sul punto da parte della Corte d’Appello.
Le Conclusioni
Questa sentenza ribadisce la potenza dell’istituto della remissione di querela, che può intervenire efficacemente in ogni stato e grado del procedimento, compreso il giudizio di Cassazione. Le implicazioni pratiche sono notevoli: l’imputato è stato prosciolto in via definitiva dall’accusa di furto aggravato. Per il reato di resistenza a pubblico ufficiale, invece, si apre un nuovo capitolo processuale limitato alla sola quantificazione della pena, che dovrà essere ricalcolata in modo autonomo e non più come aumento rispetto a un reato ormai estinto.
Cosa succede se la vittima ritira la querela mentre il processo è in Cassazione?
La remissione di querela, se accettata dall’imputato, determina l’estinzione del reato. La Corte di Cassazione annulla la sentenza di condanna per quel reato in modo definitivo (senza rinvio), a patto che il ricorso iniziale fosse stato proposto tempestivamente.
Perché la Corte ha annullato la sentenza solo in parte e rinviato per l’altra?
Perché la remissione riguardava solo il reato di furto, procedibile a querela. Il reato di resistenza a pubblico ufficiale è invece procedibile d’ufficio e non può essere estinto dalla volontà della parte privata. Il rinvio si è reso necessario solo per ricalcolare la pena di quest’ultimo reato, dato che la pena base (quella per il furto) era venuta meno.
La remissione di querela ha sempre effetto?
Ha effetto per i reati cosiddetti ‘procedibili a querela’. Se ritualmente proposta dalla persona offesa e accettata dall’imputato (o dal suo procuratore speciale), produce l’effetto di estinguere il reato, prevalendo su altre questioni processuali.
Testo del provvedimento
Sentenza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 19318 Anno 2024
Penale Sent. Sez. 7 Num. 19318 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 03/04/2024
SENTENZA
sul ricorso proposto da:
COGNOME NOME nato a PALERMO il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 21/12/2022 della CORTE APPELLO di PALERMO
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
FATTO E DIRITTO
t 1. Il ricorrente in epigra e ricorre per Cassazione avverso la sentenza della Corte ut.p d’appello di Palermoi lo aveva condannato per il reato di furto aggravato ( sottrazione dei bulloni delle ruote dell’autovettura di proprietà di COGNOME NOME ed in uso a COGNOME NOME) nonché per resistenza a pubblico ufficiale
Rappresenta, con i motivi di ricorso, che la persona offesa aveva rimesso la querela.
Risulta dagli atti, depositati nella Cancelleria di questa Corte, che la COGNOME NOME ha rimesso la querela, e il difensore dell’imputato, munito di procura speciale, ha accettato la remissione come attestato dal verbale contestualmente redatto.
La remissione di querela, intervenuta in pendenza del ricorso per cassazione e ritualmente accettata, determina l’estinzione del reato che prevale su eventuali cause di inammissibilità e va dichiarata dal giudice di legittimità, purchè il ricorso sia stato tempestivamente proposto (SU 25 febbraio 2004, COGNOME, Rv 227681).
La sentenza impugnata deve dunque essere annullata senza rinvio per essere il reato estinto per remissione della querela limitatamente al reato di furto aggravato. Deve invece essere disposto l’annullamento con rinvio relativamente alla determinazione della pena per il reato di cui all’art. 337 cod. pen. contestato al capo B), non potendo questa Corte determinare il trattamento sanzionatorio ai sensi dell’art. 620, lett. I, cod. proc. pen, in quanto la pena era stata calcolata dai giudici di merito sulla base di quella inflitta per il reato di furto nella misura di terzo, trattandosi di recidivo reiterato.
P.Q.M.
Annulla senza rinvio la sentenza impugnata limitatamente al reato di cui al capo 1 (artt. 624, 625 n.2 e 7 c.p.) perché estinto per remissione di querela. Annulla la medesima sentenza limitatamente al trattamento sanzionatorio relativo al reato di cui al capo B (art.337 c.p.) e rinvia, per nuovo giudizio sul punto, ad altra sezione della Corte d’appello di Palermo.
Roma, 3 aprile 2024 i Il Co sigli6 i r i 9 estensore Lre ana 9 cichè GLYPH 1 91\ ‘