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Remissione di querela: il reato si estingue

Una persona, condannata in appello per un reato contro il patrimonio, ha presentato ricorso in Cassazione. Durante il procedimento, è intervenuta la remissione di querela da parte della persona offesa, ritualmente accettata dall’imputata. La Corte di Cassazione, accertata la validità di entrambi gli atti, ha annullato la sentenza senza rinvio, dichiarando l’estinzione del reato e ponendo le spese processuali a carico dell’imputata.

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Pubblicato il 25 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Remissione di querela: la Cassazione annulla la condanna

La remissione di querela rappresenta uno strumento fondamentale nel diritto penale, capace di porre fine a un procedimento giudiziario anche quando questo è giunto al suo grado più alto, ovvero dinanzi alla Corte di Cassazione. Una recente sentenza, la n. 1895/2024, ci offre un chiaro esempio di come questo istituto giuridico operi nella pratica, portando all’annullamento di una condanna e all’estinzione del reato.

I Fatti del Processo

Il caso ha origine da una condanna emessa dal Tribunale e successivamente riformata dalla Corte di Appello di Messina a carico di una donna per il reato di appropriazione indebita, previsto dall’articolo 646 del codice penale. L’imputata, ritenendo la sentenza ingiusta, ha deciso di proporre ricorso per Cassazione, lamentando diverse violazioni di legge e vizi di motivazione.

La Svolta Decisiva: La Remissione di Querela

Mentre il ricorso era pendente dinanzi alla Suprema Corte, è intervenuto un fatto nuovo e decisivo: la parte lesa, ovvero la persona che aveva originariamente sporto la querela dando avvio al procedimento, ha formalmente ritirato la propria istanza punitiva. Questo atto, noto come remissione di querela, è stato a sua volta formalmente accettato dall’imputata (il querelato).

L’intervento di questi due atti, la remissione e l’accettazione, ha cambiato radicalmente le sorti del processo. La volontà punitiva, che costituisce il presupposto per la procedibilità di alcuni reati, è venuta meno.

La Decisione della Suprema Corte e la remissione di querela

La Corte di Cassazione, presa visione della remissione e della relativa accettazione, non ha potuto fare altro che prenderne atto. I giudici hanno verificato che entrambi gli atti fossero stati compiuti nel rispetto delle forme previste dalla legge, concludendo che sussistevano tutti gli elementi costitutivi della causa di estinzione del reato.

Di conseguenza, la Corte ha pronunciato l’annullamento senza rinvio della sentenza di condanna impugnata. Questo significa che la decisione è definitiva e il procedimento si è concluso con l’estinzione del reato.

Le Motivazioni

La motivazione della sentenza è tanto sintetica quanto chiara e si fonda sull’applicazione dell’articolo 152 del codice penale. Questa norma stabilisce che, nei delitti punibili a querela, la remissione estingue il reato. La Corte ha semplicemente constatato che la querela era stata “ritualmente rimessa dal querelante” e che la remissione era stata “altrettanto ritualmente accettata”.

Un aspetto importante chiarito dalla Corte riguarda le spese processuali. Ai sensi dell’articolo 340, comma 4, del codice di procedura penale, in caso di estinzione del reato per remissione della querela, le spese del procedimento restano a carico del querelato, ovvero dell’imputato che ha accettato la remissione. Pertanto, nel dispositivo finale (P.Q.M.), la Corte ha condannato l’imputata al pagamento delle spese processuali, nonostante l’annullamento della condanna nel merito.

Le Conclusioni

Questa sentenza ribadisce un principio cardine del nostro ordinamento: per i reati perseguibili a querela, la volontà della persona offesa è sovrana, non solo nella fase iniziale ma durante tutto l’arco del processo. La remissione di querela può intervenire in qualsiasi stato e grado del giudizio, anche in Cassazione, e, se accettata, produce l’effetto irrevocabile di estinguere il reato. Ciò dimostra come il sistema giuridico fornisca alle parti strumenti per la risoluzione conciliativa delle controversie, deflazionando il carico giudiziario e consentendo di chiudere la vicenda penale quando la necessità di punizione viene meno per volontà della stessa vittima.

Cosa succede se la querela viene ritirata mentre il processo è pendente in Cassazione?
La Corte di Cassazione, una volta verificata la validità della remissione e della sua accettazione, deve dichiarare l’estinzione del reato e annullare la sentenza impugnata senza rinvio, chiudendo definitivamente il caso.

È sufficiente che la persona offesa ritiri la querela per estinguere il reato?
No, non è sufficiente. La legge richiede che alla remissione della querela segua l’accettazione da parte del querelato (l’imputato). Solo la combinazione di questi due atti produce l’effetto estintivo del reato.

Chi paga le spese processuali in caso di remissione della querela?
Secondo la sentenza e in base all’art. 340, comma 4, del codice di procedura penale, le spese del procedimento sono a carico del querelato, cioè della persona imputata che ha accettato la remissione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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