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Remissione di querela: estinzione reato in Cassazione

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 45501/2024, ha annullato senza rinvio una condanna per furto aggravato. La decisione si fonda sulla remissione di querela, intervenuta dopo la sentenza d’appello e accettata dall’imputato. La Suprema Corte ha confermato che tale atto, che estingue il reato, può essere validamente introdotto nel processo tramite ricorso per cassazione, portando all’annullamento della condanna e ponendo le spese a carico del querelato.

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Pubblicato il 14 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Remissione di Querela in Cassazione: Come Annullare una Condanna

Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 45501 del 2024, offre un’importante chiarificazione sulla possibilità di estinguere un reato tramite la remissione di querela anche dopo una condanna nei gradi di merito. Questo principio processuale si rivela fondamentale, dimostrando come un accordo tra le parti possa avere effetti risolutivi persino nella fase più alta del giudizio penale. Analizziamo insieme i dettagli di questa decisione.

I Fatti del Processo

Il caso riguardava un imputato condannato in primo grado e in appello per il reato di furto aggravato, ai sensi degli articoli 624 e 625 del codice penale. Dopo la pronuncia della sentenza della Corte d’Appello, ma prima della scadenza dei termini per ricorrere in Cassazione, si è verificato un evento decisivo: la persona offesa ha formalmente ritirato la querela e l’imputato ha accettato tale remissione.

Di fronte a questa nuova circostanza, la difesa ha proposto ricorso alla Suprema Corte non per contestare il merito della condanna, ma con l’unico obiettivo di far dichiarare l’estinzione del reato a seguito della remissione avvenuta.

La Remissione di Querela e la sua Rilevanza Processuale

Il cuore della questione giuridica risiedeva nell’ammissibilità di un ricorso per cassazione finalizzato esclusivamente a introdurre nel processo un atto, la remissione di querela, formatosi dopo l’ultima sentenza di merito. La Corte ha sciolto ogni dubbio, confermando un orientamento giurisprudenziale consolidato.

La Suprema Corte ha infatti ribadito che il ricorso è pienamente ammissibile quando mira a far valere una causa di estinzione del reato, come la remissione, intervenuta dopo la sentenza impugnata. Questo perché l’estinzione del reato è una circostanza che il giudice deve rilevare in ogni stato e grado del procedimento.

L’impatto della Riforma Cartabia

Un elemento cruciale nella decisione è stato il richiamo alle innovazioni introdotte dal D.Lgs. 10 ottobre 2022, n. 150 (la cosiddetta Riforma Cartabia). Tale normativa ha ampliato il novero dei reati procedibili a querela di parte, includendovi anche determinate ipotesi di furto aggravato. Di conseguenza, il reato per cui si procedeva era diventato procedibile a querela, rendendo la remissione un atto idoneo a estinguerlo.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte di Cassazione ha basato la sua decisione su un ragionamento lineare e coerente. In primo luogo, ha verificato l’ammissibilità del ricorso, confermandola alla luce della sua funzione di veicolo per l’introduzione della causa estintiva. In secondo luogo, ha preso atto della validità della remissione di querela e della relativa accettazione, documentate dai verbali dei Carabinieri. Infine, ha constatato che il reato in questione, per effetto delle recenti riforme, era effettivamente procedibile a querela.

Sulla base di queste premesse, la conclusione è stata inevitabile: il reato doveva considerarsi estinto. L’estinzione del reato travolge la condanna, imponendo alla Corte di annullare la sentenza impugnata senza rinviare il caso a un altro giudice, poiché non vi era più nulla da giudicare. Per quanto riguarda le spese processuali, la Corte ha stabilito che esse rimanessero a carico del querelato, come previsto dall’art. 340, comma 4, del codice di procedura penale.

Le Conclusioni

La sentenza in esame riafferma un principio di grande rilevanza pratica: la volontà delle parti, espressa tramite la remissione di querela e la sua accettazione, può neutralizzare gli effetti di una condanna penale anche quando il processo è giunto alla sua fase finale. Questa decisione sottolinea l’importanza degli istituti deflattivi del processo penale, che favoriscono la riconciliazione e permettono di chiudere una vicenda giudiziaria senza attendere l’esito di tutti i gradi di giudizio. Per gli operatori del diritto, rappresenta una conferma della possibilità di utilizzare il ricorso per cassazione come strumento per far valere cause estintive sopravvenute, garantendo l’economia processuale e la corretta applicazione della legge sostanziale.

È possibile estinguere un reato tramite remissione di querela dopo una sentenza di condanna d’appello?
Sì, la sentenza conferma che è possibile. Se la remissione, ritualmente accettata, interviene dopo la sentenza di condanna ma prima che questa diventi definitiva, può essere introdotta nel processo tramite ricorso in Cassazione per far dichiarare l’estinzione del reato.

Perché il ricorso in Cassazione è stato considerato ammissibile anche se non contestava il merito della condanna?
Perché la giurisprudenza costante ammette il ricorso per cassazione proposto al solo fine di far valere una causa di estinzione del reato, come la remissione di querela, che si è verificata dopo la sentenza impugnata.

In caso di estinzione del reato per remissione di querela, chi paga le spese del procedimento?
La sentenza stabilisce che, in base all’art. 340, comma 4, del codice di procedura penale, le spese del procedimento rimangono a carico del querelato, ovvero dell’imputato che ha accettato la remissione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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