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Remissione di querela: estinzione reato in Cassazione

La Corte di Cassazione ha annullato una condanna per furto a seguito della remissione di querela da parte della vittima, accettata dall’imputato. La corte ha stabilito che la remissione di querela, se intervenuta durante il ricorso per cassazione, estingue il reato, prevalendo su eventuali motivi di inammissibilità del ricorso stesso.

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Pubblicato il 24 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Remissione di Querela in Cassazione: Quando il Reato si Estingue

La remissione di querela rappresenta un istituto fondamentale del nostro ordinamento penale, capace di porre fine a un procedimento giudiziario. Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 24790/2025, ha ribadito un principio di eccezionale importanza: l’estinzione del reato a seguito di remissione prevale su eventuali cause di inammissibilità del ricorso, a patto che questo sia stato tempestivamente proposto. Analizziamo insieme questa pronuncia per comprenderne la portata e le implicazioni pratiche.

Il Caso: Dal Furto alla Suprema Corte

La vicenda giudiziaria ha origine da una condanna per il delitto di furto aggravato. L’imputata, dopo la conferma della sentenza in Corte d’Appello, proponeva ricorso per cassazione. L’elemento cruciale, tuttavia, si verificava proprio in questa fase: mentre pendevano i termini per il ricorso, la persona offesa decideva di rimettere la querela, ovvero di ritirare la propria denuncia. Tale atto veniva contestualmente accettato dall’imputata.

Questo nuovo sviluppo ha spostato il focus del giudizio di legittimità dalla fondatezza dei motivi di ricorso alla valutazione degli effetti di questo accordo tra le parti.

L’impatto della remissione di querela sul processo

Il primo motivo del ricorso presentato dalla difesa lamentava proprio un errore di diritto riguardo alla procedibilità del reato. La remissione di querela, intervenuta e accettata, ha reso questo motivo fondato e, di fatto, assorbente rispetto a ogni altra questione. Secondo la legge, per alcuni reati (definiti ‘procedibili a querela di parte’), l’azione penale può iniziare e proseguire solo se la vittima lo richiede espressamente. Se la vittima cambia idea e ritira la querela, e l’imputato accetta, il reato si estingue.

La particolarità del caso risiedeva nel fatto che tale remissione fosse avvenuta in una fase molto avanzata del processo, ovvero durante la pendenza del ricorso in Cassazione.

Le Motivazioni

La Corte di Cassazione, nel decidere il caso, ha richiamato un principio consolidato, sancito dalle Sezioni Unite con la celebre sentenza ‘Chiasserini’ del 2004 (n. 24246). Secondo questo orientamento, la remissione di querela ritualmente accettata determina l’estinzione del reato. Questa causa estintiva ha una forza tale da prevalere su eventuali cause di inammissibilità del ricorso.

In altre parole, anche se il ricorso presentato dall’imputato avesse dei vizi o fosse infondato, il giudice di legittimità deve prima prendere atto della causa di estinzione del reato. L’unica condizione richiesta è che il ricorso sia stato presentato entro i termini di legge (‘tempestivamente proposto’), come avvenuto nel caso di specie. La volontà conciliativa delle parti, che pone fine alla controversia, assume quindi una priorità logica e giuridica su questioni di natura puramente processuale.

Le Conclusioni

Con questa sentenza, la Corte Suprema annulla la condanna senza rinvio, dichiarando l’estinzione del reato. La decisione rafforza l’importanza degli istituti deflattivi del processo penale, come la remissione di querela, anche nelle fasi più avanzate del giudizio. Per i cittadini e gli operatori del diritto, emerge una chiara indicazione: un accordo tra l’autore del reato e la vittima può avere effetti risolutivi fino all’ultimo grado di giudizio, a condizione che l’iter processuale sia stato rispettato nei suoi passaggi fondamentali, come la tempestività dell’impugnazione. Si tratta di una conferma della prevalenza della volontà delle parti nel risolvere il conflitto generato dal reato, favorendo la riconciliazione rispetto alla prosecuzione della lite giudiziaria.

Cosa succede se la vittima ritira la querela mentre il processo è in Cassazione?
Se la remissione di querela è accettata dall’imputato, il reato si estingue e la Corte di Cassazione annulla la sentenza di condanna senza rinviare il caso a un altro giudice.

La remissione della querela è efficace anche se il ricorso per cassazione presenta dei difetti?
Sì. Secondo la Corte, la causa di estinzione del reato (come la remissione) prevale su eventuali cause di inammissibilità del ricorso, a condizione che l’impugnazione sia stata presentata nei termini previsti dalla legge.

Qual è il fondamento giuridico di questa decisione?
La decisione si basa su un principio di diritto stabilito dalle Sezioni Unite della Cassazione (sentenza n. 24246 del 2004), che attribuisce priorità alla causa estintiva del reato rispetto alle questioni di ammissibilità del ricorso, valorizzando la volontà delle parti di porre fine alla controversia.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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