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Remissione di querela: estinzione reato in Cassazione

Un imputato, condannato in primo e secondo grado per appropriazione indebita e truffa, ha visto il proprio reato estinguersi dinanzi alla Corte di Cassazione. La causa è una remissione di querela, accettata dall’imputato, intervenuta durante la pendenza del ricorso. La Suprema Corte ha annullato la sentenza di condanna, affermando che la causa estintiva prevale sull’analisi dei motivi di ricorso.

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Pubblicato il 21 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Remissione di Querela in Cassazione: Come Annulla la Condanna

La remissione di querela rappresenta un istituto fondamentale del nostro ordinamento che può portare all’estinzione del reato. Ma cosa succede se questo atto di pacificazione interviene quando il processo è già arrivato all’ultimo grado di giudizio, ovvero in Cassazione? La recente sentenza della Suprema Corte n. 21619 del 2024 offre un chiarimento decisivo, stabilendo che la causa estintiva prevale sull’esame dei motivi del ricorso, portando all’annullamento della condanna.

Il Percorso Giudiziario del Caso

La vicenda processuale ha origine con la condanna in primo grado di un uomo per il reato di appropriazione indebita aggravata e continuata. Il Tribunale lo aveva condannato a una pena di 2 anni e 9 mesi di reclusione, oltre a una multa e al risarcimento dei danni in favore della parte civile, un’azienda fornitrice.

In seguito, la Corte d’Appello, in parziale riforma della prima sentenza, aveva riqualificato alcuni episodi come truffa e rideterminato la pena in 2 anni e 1 mese di reclusione e 900 euro di multa. Nonostante la riduzione della pena complessiva, l’imputato ha presentato ricorso per Cassazione, lamentando una violazione del divieto di reformatio in pejus. Sosteneva, infatti, che l’aumento di pena applicato in appello per la continuazione tra i reati fosse stato ingiustificatamente più severo rispetto a quello deciso dal primo giudice.

L’Evento Decisivo: La Remissione di Querela

Mentre il ricorso era pendente dinanzi alla Suprema Corte, è intervenuto un fatto nuovo e risolutivo. La società querelante, attraverso il proprio legale, ha formalizzato la remissione della querela. Poco dopo, l’imputato, tramite una dichiarazione resa presso la Stazione dei Carabinieri, ha formalizzato la propria accettazione.

Questo accordo tra le parti ha cambiato radicalmente le sorti del processo. La Procura Generale presso la Cassazione, che inizialmente aveva richiesto l’annullamento con rinvio per ricalcolare la pena, ha preso atto della nuova situazione.

La Prevalenza della Causa Estintiva e la remissione di querela

La Corte di Cassazione ha stabilito un principio di diritto consolidato e di grande importanza pratica. Quando interviene una causa di estinzione del reato, come la remissione di querela ritualmente accettata, questa deve prevalere su qualsiasi altra valutazione, inclusa l’ammissibilità o la fondatezza dei motivi di ricorso.

I giudici hanno chiarito che, una volta accertata l’esistenza di una causa estintiva, il processo non può proseguire. L’obbligo del giudice è quello di dichiararla immediatamente, come previsto dal codice di procedura penale. Di conseguenza, l’analisi delle doglianze presentate dall’imputato, relative al calcolo della pena e alla presunta violazione del divieto di peggioramento, è diventata superflua.

le motivazioni

La motivazione della Corte si fonda su un solido orientamento giurisprudenziale, incluse sentenze delle Sezioni Unite. La ratio è chiara: l’interesse dello Stato a perseguire un reato viene meno quando la persona offesa, unica titolare del diritto di querela, vi rinuncia. Questo principio di economia processuale e di deflazione del contenzioso giudiziario trova piena applicazione anche nel giudizio di legittimità.

La Corte ha precisato che l’unica condizione è che l’impugnazione sia stata presentata tempestivamente. Poiché nel caso di specie il ricorso era stato proposto nei termini, la remissione di querela ha potuto esplicare pienamente i suoi effetti estintivi.

le conclusioni

La Suprema Corte ha quindi annullato senza rinvio la sentenza impugnata, dichiarando l’estinzione del reato per intervenuta remissione della querela. Di conseguenza, sono state eliminate anche le statuizioni civili relative al risarcimento del danno. In conformità con la legge, le spese processuali sono state poste a carico del querelato, ovvero l’imputato che ha accettato la remissione, come conseguenza dell’accordo tra le parti che ha posto fine al procedimento.

Cosa succede se la querela viene rimessa mentre il processo è in Cassazione?
La remissione della querela, se accettata, determina l’estinzione del reato. La Corte di Cassazione è tenuta a dichiarare immediatamente questa causa estintiva e ad annullare la sentenza di condanna, senza esaminare i motivi del ricorso.

La remissione della querela prevale su eventuali vizi della sentenza impugnata?
Sì. Secondo la sentenza, la presenza di una causa di estinzione del reato, come la remissione, rende irrilevante l’analisi di eventuali vizi di motivazione o violazioni di legge della sentenza impugnata. L’obbligo di dichiarare l’estinzione del reato è prioritario.

Chi paga le spese processuali in caso di estinzione del reato per remissione della querela?
In caso di estinzione del reato dovuta a remissione della querela, le spese del procedimento sono poste a carico del querelato (l’imputato), salvo che le parti non abbiano convenuto diversamente nell’atto di remissione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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