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Remissione di querela: estinzione reato e condanna

La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza di condanna per disturbo della quiete pubblica a seguito della remissione di querela da parte della persona offesa. Sebbene il reato sia stato dichiarato estinto, l’imputato è stato condannato al pagamento delle spese processuali, evidenziando come la remissione di querela, pur risolvendo il procedimento, non esoneri automaticamente da tutti i costi.

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Pubblicato il 6 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Remissione di Querela: Come Annulla una Condanna per Disturbo della Quiete Pubblica

Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 30072/2024) offre un importante chiarimento sugli effetti della remissione di querela nel corso di un procedimento penale, in particolare per il reato di disturbo delle occupazioni o del riposo delle persone (art. 659 c.p.). La decisione sottolinea come questo atto possa portare all’annullamento di una condanna già emessa, pur con delle conseguenze in termini di spese processuali. Vediamo nel dettaglio la vicenda e i principi affermati dai giudici.

I Fatti del Caso: Dalla Condanna al Ricorso in Cassazione

La vicenda giudiziaria prende avvio con una sentenza di condanna emessa dal Tribunale di Bologna e successivamente confermata dalla Corte d’Appello nei confronti di un individuo per il reato previsto dall’art. 659 del codice penale. L’imputato, ritenuto colpevole di aver disturbato il riposo di una persona, decideva di impugnare la sentenza di secondo grado ricorrendo alla Corte di Cassazione.

Tra i vari motivi di ricorso, veniva sollevata la questione della sopravvenuta mancanza della condizione di procedibilità. Infatti, durante il giudizio di legittimità, accadeva un fatto nuovo e decisivo: la persona offesa, che aveva originariamente sporto la querela, decideva di ritirarla.

La Svolta Decisiva: La Remissione di Querela

Il punto centrale della questione è proprio l’intervenuta remissione di querela. Questo atto, compiuto dalla parte lesa e accettato dall’imputato, ha modificato radicalmente il quadro processuale. Il Procuratore Generale presso la Corte di Cassazione, analizzando il caso, ha concluso chiedendo l’annullamento senza rinvio della sentenza impugnata, proprio perché il reato doveva considerarsi estinto.

La difesa dell’imputato, dal canto suo, aveva insistito su questo punto, evidenziando come la remissione, ritualmente accettata, facesse venir meno il presupposto stesso per la prosecuzione dell’azione penale. Tale evento, infatti, opera come una causa di estinzione del reato.

L’impatto della Riforma Cartabia sulla remissione di querela

La sentenza evidenzia un aspetto cruciale legato alle recenti modifiche legislative. A seguito della cosiddetta ‘riforma Cartabia’, il regime di procedibilità per il reato di cui all’art. 659 c.p. è cambiato. Anche per questa fattispecie è ora richiesta la querela della persona offesa per poter procedere. Di conseguenza, la remissione di querela assume un ruolo determinante, essendo un istituto applicabile a tutti i reati procedibili a querela di parte.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte di Cassazione ha accolto la richiesta del Procuratore Generale, ritenendola fondata e assorbente rispetto a ogni altra questione. I giudici hanno confermato che la remissione della querela, presentata dalla persona offesa e accettata dall’imputato, ha determinato l’estinzione del reato. Di conseguenza, la sentenza di condanna non poteva più sussistere e doveva essere annullata senza rinvio.

Tuttavia, la Corte ha specificato un punto importante riguardo alle spese processuali. In assenza di prove di un diverso accordo tra le parti (querelante e querelato) in merito alla ripartizione delle spese, la legge prevede una regola chiara. Ai sensi dell’art. 340, ultimo comma, del codice di procedura penale, le spese del procedimento sono a carico del querelato. Pertanto, pur annullando la condanna penale, la Cassazione ha condannato l’ex imputato al pagamento delle spese processuali.

Conclusioni: Conseguenze Pratiche della Decisione

Questa pronuncia riafferma un principio fondamentale del diritto processuale penale: la remissione di querela, se validamente formalizzata e accettata, è una causa estintiva del reato che travolge qualsiasi precedente pronuncia di condanna. La sentenza diventa quindi ineseguibile e deve essere annullata. La decisione, inoltre, serve da monito sulle conseguenze economiche del processo: l’estinzione del reato non cancella automaticamente le spese processuali maturate, che, salvo diverso accordo, ricadono sulla persona a cui era stato originariamente attribuito il fatto.

Cosa succede se la persona che ha sporto querela la ritira durante il processo?
Se la remissione di querela viene accettata dalla persona querelata, il reato si estingue. Di conseguenza, la Corte di Cassazione annulla la sentenza di condanna senza necessità di un nuovo processo.

Chi paga le spese processuali in caso di remissione di querela?
In base all’art. 340 del codice di procedura penale, in caso di remissione della querela, le spese del procedimento sono a carico del querelato, a meno che le parti non abbiano raggiunto un accordo diverso.

La remissione di querela è sempre possibile per il reato di disturbo delle persone (art. 659 c.p.)?
Sì, a seguito delle modifiche introdotte dalla riforma Cartabia, il reato di disturbo delle persone è procedibile a querela di parte. Pertanto, la remissione della querela è una causa di estinzione del reato valida anche per questa fattispecie.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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