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Remissione di querela: estinzione reato di truffa

La Corte di Cassazione, con sentenza 9622/2024, ha chiarito gli effetti della Riforma Cartabia sulla procedibilità del reato di truffa. In un caso in cui era già intervenuta la remissione di querela accettata dall’imputato, la Corte ha dichiarato l’estinzione del reato. La sentenza annulla parzialmente la condanna e ricalcola la pena per il residuo reato di resistenza a pubblico ufficiale, confermando l’immediata applicabilità delle nuove norme procedurali più favorevoli.

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Pubblicato il 5 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Remissione di querela: la Cassazione estingue il reato di truffa

Con la sentenza n. 9622 del 2024, la Corte di Cassazione è tornata a pronunciarsi sugli effetti della Riforma Cartabia, in particolare riguardo alla procedibilità del reato di truffa. Il caso in esame offre un chiaro esempio di come la remissione di querela, una volta accettata, acquisisca un’efficacia risolutiva immediata per i reati che, a seguito della riforma, non sono più procedibili d’ufficio. Analizziamo insieme la decisione della Suprema Corte.

I Fatti del Caso

Il procedimento nasce dalla condanna di un’imputata da parte del Tribunale di Monza per i reati di tentata truffa in concorso e resistenza a pubblico ufficiale. La Corte di Appello di Milano, in parziale riforma, aveva concesso le attenuanti generiche e rideterminato la pena, confermando nel resto la sentenza di primo grado.

L’imputata ha quindi proposto ricorso per cassazione, lamentando che la Corte d’Appello non avesse dichiarato l’estinzione del reato di truffa. Già durante il primo grado di giudizio, infatti, la persona offesa aveva formalmente ritirato la querela e l’imputata aveva accettato tale remissione. Secondo la difesa, le nuove norme introdotte dalla Riforma Cartabia sulla procedibilità del reato di truffa avrebbero dovuto portare a una declaratoria di estinzione del reato.

L’impatto della remissione di querela dopo la Riforma

Il fulcro della questione giuridica risiede nell’impatto del decreto legislativo n. 150 del 2022 (la cosiddetta Riforma Cartabia) sul regime di procedibilità del delitto di truffa (art. 640 c.p.). Prima della riforma, la truffa era procedibile d’ufficio in presenza di determinate aggravanti. La nuova normativa ha modificato questo assetto, rendendo il reato procedibile a querela della persona offesa, salvo la presenza di circostanze aggravanti a effetto speciale.

Nel caso di specie, non sussistevano tali aggravanti. La Corte di Cassazione ha quindi rilevato che, sebbene la questione della procedibilità non fosse stata specificamente devoluta in appello, il giudicato sul reato di truffa non si era ancora formato. Di conseguenza, le nuove e più favorevoli disposizioni sulla procedibilità dovevano essere applicate.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha accolto il ricorso, ritenendolo fondato. Ha sottolineato che la remissione di querela, avvenuta il 24 marzo 2022 e ritualmente accettata dall’imputata, non poteva che portare all’estinzione del reato ai sensi dell’art. 152 del codice penale.

La Corte ha stabilito che, in assenza delle condizioni per un proscioglimento nel merito, era doveroso riconoscere la causa estintiva sopravvenuta per effetto della modifica normativa. Di conseguenza, la sentenza impugnata è stata annullata senza rinvio limitatamente al reato di tentata truffa.

Le Motivazioni

Le motivazioni della Corte si basano su un principio fondamentale del diritto penale: l’applicazione retroattiva della legge più favorevole all’imputato, anche se di natura procedurale. La Riforma Cartabia, modificando il regime di procedibilità, ha reso la querela una condizione necessaria per l’azione penale nel caso specifico. Poiché tale condizione era venuta meno a seguito della remissione, l’azione penale non poteva più proseguire.

Un ulteriore aspetto interessante riguarda la rideterminazione della pena. La Cassazione ha ritenuto di poter provvedere direttamente, senza bisogno di un nuovo giudizio di merito. La sentenza di primo grado, infatti, aveva chiaramente quantificato l’aumento di pena per il reato di truffa in tre mesi di reclusione a titolo di continuazione. Eliminando tale aumento, la Corte ha potuto ricalcolare la pena finale per il solo reato residuo di resistenza a pubblico ufficiale, fissandola in sei mesi di reclusione, tramite una semplice operazione aritmetica, come consentito dall’art. 620, lett. l), del codice di procedura penale.

Le Conclusioni

Questa sentenza ribadisce l’importanza e l’impatto della Riforma Cartabia sul sistema penale. Dimostra come una remissione di querela, anche se avvenuta prima della riforma, diventi pienamente efficace nel momento in cui la legge cambia, estinguendo il reato. La decisione evidenzia inoltre il potere della Corte di Cassazione di definire direttamente il trattamento sanzionatorio quando gli elementi per farlo emergono chiaramente dalle sentenze di merito, accelerando così la conclusione del procedimento. Infine, la Corte ha condannato la ricorrente al pagamento delle spese processuali, come previsto dall’art. 340, comma 4, c.p.p., in assenza di un diverso accordo tra le parti al momento della remissione.

Cosa succede se la querela per un reato di truffa viene ritirata dopo l’entrata in vigore della Riforma Cartabia?
In assenza di circostanze aggravanti a effetto speciale, il reato di truffa si estingue per remissione di querela, in quanto la Riforma Cartabia ha reso tale reato procedibile a querela di parte.

La Corte di Cassazione può ricalcolare la pena se annulla la condanna per uno solo dei reati contestati?
Sì, la Corte può rideterminare direttamente la pena per il reato residuo se la sentenza precedente fornisce indicazioni chiare e puntuali sull’aumento di pena applicato per il reato annullato, consentendo un semplice calcolo aritmetico ai sensi dell’art. 620, lett. l), c.p.p.

L’estinzione del reato per remissione di querela comporta anche l’esenzione dal pagamento delle spese processuali?
No, salvo diverso accordo tra le parti, la persona imputata il cui reato viene dichiarato estinto per remissione di querela è comunque tenuta al pagamento delle spese processuali, come previsto dall’art. 340, comma 4, c.p.p.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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