Remissione di Querela: Quando Annulla una Condanna per Furto
Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 37027/2025) offre un chiaro esempio di come la remissione di querela possa portare all’estinzione del reato, anche dopo una condanna. Questo istituto giuridico, che consiste nella rinuncia della vittima a proseguire l’azione penale, si rivela decisivo e capace di ribaltare l’esito di un processo, come nel caso di furto aggravato analizzato dai giudici supremi.
Il Percorso Giudiziario: Dal Furto alla Cassazione
Il caso ha origine da una condanna per furto aggravato in concorso, emessa dalla Corte d’Appello. L’imputato, ritenuto colpevole del reato previsto dagli articoli 110, 624 e 625 del codice penale, ha presentato ricorso per Cassazione. Il suo unico motivo di doglianza non riguardava la sua colpevolezza o innocenza, ma un evento successivo di fondamentale importanza: l’intervenuta estinzione del reato.
L’imputato ha infatti sostenuto che la persona offesa avesse formalmente ritirato la querela e che lui stesso avesse accettato tale remissione. Questo atto, secondo la difesa, avrebbe dovuto chiudere definitivamente la vicenda giudiziaria.
Il Ruolo Decisivo della Remissione di Querela
La remissione di querela è un atto con cui la parte lesa manifesta la volontà di non voler più perseguire penalmente l’autore del reato. Per essere efficace, è necessario che essa venga accettata dall’imputato (querelato). L’accettazione è importante perché l’imputato potrebbe avere interesse a dimostrare la propria completa innocenza nel processo, piuttosto che vedere il reato estinto per una causa esterna al merito della vicenda.
L’Accettazione dell’Imputato
Nel caso specifico, la documentazione processuale ha confermato entrambi i passaggi: la remissione da parte della vittima e la successiva accettazione da parte dell’imputato. Questo ha reso l’atto completo e giuridicamente efficace, creando i presupposti per la decisione della Suprema Corte.
La Decisione della Cassazione: un Annullamento Senza Rinvio
La Corte di Cassazione ha ritenuto il ricorso fondato. Analizzati gli atti, i giudici hanno confermato che la remissione e la relativa accettazione erano regolarmente avvenute. Di conseguenza, non c’era altra scelta se non dichiarare l’estinzione del reato.
Le Motivazioni
La motivazione della Corte è lineare e si basa su un principio cardine del diritto processuale penale. Quando un reato procedibile a querela si estingue per remissione, il giudice non può fare altro che prenderne atto e dichiarare il “non doversi procedere”. La sentenza di condanna precedente, sebbene legittima al momento della sua emissione, perde ogni fondamento giuridico. Per questo motivo, la Cassazione ha annullato la sentenza della Corte d’Appello “senza rinvio”, ovvero senza la necessità di un nuovo processo, chiudendo la questione in via definitiva. Per quanto riguarda le spese processuali, la Corte ha stabilito che, in assenza di un diverso accordo tra le parti, queste fossero a carico dell’imputato.
Le Conclusioni
Questa sentenza ribadisce l’importanza della volontà della persona offesa nei reati procedibili a querela. La remissione di querela, se accettata, rappresenta una causa estintiva del reato che prevale su una precedente affermazione di colpevolezza. Per gli operatori del diritto e per i cittadini, ciò significa che la risoluzione pacifica dei conflitti, formalizzata attraverso la remissione, è uno strumento potente in grado di porre fine a un procedimento penale in qualsiasi sua fase, anche dopo una sentenza di condanna non ancora definitiva.
Cosa succede se la vittima di un furto ritira la querela?
Se la vittima ritira la querela (remissione) e l’imputato accetta, il reato si estingue. Di conseguenza, come stabilito in questa sentenza, qualsiasi condanna precedente viene annullata e il procedimento penale si conclude.
L’accettazione della remissione di querela da parte dell’imputato è sempre necessaria?
Sì, la sentenza evidenzia che l’estinzione del reato si è perfezionata grazie sia alla remissione da parte della persona offesa sia alla “successiva accettazione da parte dell’imputato”. L’accettazione è un passaggio fondamentale per rendere efficace la remissione.
Chi paga le spese processuali in caso di remissione della querela?
Secondo questa specifica decisione, in assenza di un accordo diverso tra le parti, le spese sono state poste a carico dell’imputato (definito anche “querelato”). Questo rappresenta l’esito stabilito dalla Corte nel caso concreto.
Testo del provvedimento
Sentenza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 37027 Anno 2025
Penale Sent. Sez. 7 Num. 37027 Anno 2025
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 28/10/2025
SENTENZA
sul ricorso proposto da:
COGNOME NOME NOME a ROVIGO il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 27/01/2025 della CORTE APPELLO di VENEZIA
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
NOME COGNOME ha proposto ricorso avverso la sentenza indicata in epigrafe e con la quale la Corte territoriale ha confermato la condanna per il reato previsto dagli artt. 110, 624 e 625, n.2, cod.pen., commesso in danno di NOME COGNOME.
Il ricorso, con il quale è stata dedotta l’intervenuta estinzione del reato per effetto di remissione di querela, è fondato.
Risulta difatti dagli atti l’intervenuta remissione medesima e la successiva accettazione da parte dell’imputato.
Per l’effetto, va dichiarato non doversi procedere nei confronti dell’imputato in ordine al reato ascritto in quanto estinto per intervenuta remissione di querela con spese – stante l’assenza di diverso accordo – a carico dell’imputato.
P.Q.M.
Annulla senza rinvio la sentenza impugnata, perché il reato è estinto per remissione di querela; spese a carico del querelato.
Così deciso il 28 ottobre 2025