Remissione di Querela: Come Annullare una Condanna in Cassazione
La remissione di querela rappresenta un istituto fondamentale del nostro ordinamento giuridico, capace di incidere profondamente sull’esito di un processo penale, anche quando si è già giunti a una sentenza di condanna. Una recente pronuncia della Corte di Cassazione ha ribadito la sua efficacia risolutiva, portando all’annullamento di una condanna per violazione di domicilio e dichiarando l’estinzione del reato. Analizziamo insieme i dettagli di questa importante decisione.
I Fatti del Caso
Due persone erano state ritenute responsabili del reato di violazione di domicilio (previsto dall’art. 614 del codice penale) e condannate sia dal Tribunale di primo grado sia dalla Corte d’Appello. Non rassegnati alla decisione, gli imputati decidevano di presentare ricorso per Cassazione, affidandosi a un unico motivo.
Il fulcro del ricorso non riguardava la ricostruzione dei fatti o la valutazione delle prove, ma un evento processuale successivo: l’intervenuta remissione di querela. La parte lesa aveva infatti deciso di ritirare la propria denuncia, e gli imputati avevano formalmente accettato tale decisione. Questo atto, secondo la difesa, avrebbe dovuto portare all’immediata estinzione del reato.
La Decisione della Corte di Cassazione
La Suprema Corte ha accolto il ricorso, ritenendolo fondato. I giudici hanno constatato che, effettivamente, durante il corso del procedimento era intervenuta una causa di proscioglimento. In particolare, la remissione della querela, ritualmente accettata dagli imputati, aveva fatto venir meno una condizione essenziale per la prosecuzione dell’azione penale: la cosiddetta “condizione di procedibilità”.
Per reati come la violazione di domicilio, la legge richiede che sia la persona offesa a manifestare la volontà di perseguire penalmente il colpevole attraverso una querela. Se questa volontà viene meno, come nel caso di una remissione, il processo non può più continuare.
Le Motivazioni alla base della Remissione di Querela
La motivazione della Corte è stata lineare e ancorata ai principi del diritto processuale penale. L’articolo 129 del codice di procedura penale impone al giudice di dichiarare immediatamente l’esistenza di una causa di estinzione del reato in ogni stato e grado del processo. La remissione di querela è proprio una di queste cause.
Poiché la remissione era avvenuta in data 07/05/2025 ed era stata accettata, il reato si era estinto. Di conseguenza, la sentenza di condanna impugnata non poteva più sussistere. La Corte ha quindi proceduto con l’annullamento senza rinvio della sentenza, una formula che chiude definitivamente il caso senza necessità di un nuovo giudizio. È importante notare che, nonostante l’esito favorevole, gli imputati sono stati condannati al pagamento delle spese processuali, come spesso accade in questi casi.
Conclusioni
Questa sentenza evidenzia l’importanza strategica della remissione di querela nei reati procedibili a querela di parte. Dimostra che la volontà della persona offesa è determinante non solo per avviare il procedimento, ma anche per estinguerlo in qualsiasi momento, persino dopo una doppia condanna. Per gli imputati, rappresenta una via d’uscita definitiva dal processo, mentre per il sistema giudiziario consente di chiudere un contenzioso in modo efficace, spesso a seguito di una pacificazione tra le parti. La decisione della Cassazione riafferma un principio di economia processuale e di valorizzazione della volontà della vittima, la cui querela è il motore dell’azione penale.
Cosa succede se la vittima ritira la querela dopo una condanna?
Se il reato è procedibile a querela, la remissione della stessa, se accettata dall’imputato, causa l’estinzione del reato. Di conseguenza, la Corte di Cassazione annulla la sentenza di condanna in modo definitivo.
Per quale motivo il reato si estingue con la remissione della querela?
Il reato si estingue perché viene a mancare una “condizione di procedibilità”. Per alcuni reati, la legge richiede la volontà della persona offesa (espressa con la querela) per poter procedere penalmente. Se questa volontà viene ritirata, l’azione penale non può più proseguire.
Chi paga le spese del processo in caso di estinzione del reato per remissione di querela?
Secondo quanto deciso dalla Corte in questa sentenza, le spese processuali vengono poste a carico degli imputati, nonostante l’annullamento della condanna.
Testo del provvedimento
Sentenza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 36758 Anno 2025
Penale Sent. Sez. 7 Num. 36758 Anno 2025
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 08/10/2025
SENTENZA
sui ricorsi proposti da: NOME COGNOME NOME a SCILLATO il DATA_NASCITA
COGNOME NOME NOME a SCILLATO il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 13/01/2025 della CORTE APPELLO di PALERMO
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
NOME COGNOME e NOME COGNOME ricorrono avverso la sentenza della Corte di appello di Palermo che ha confermato la sentenza del Tribunale di Termini Imerese, con la quale erano stati ritenuti responsabili del reato di cui all’art. 614 cod. pen. e condannati alla pena ritenuta di giustizia;
Entrambi i ricorrenti, con l’unico motivo, chiedono che venga dichiarato estinto il reato loro ascritto per intervenuta remissione di querela;
Il ricorso è fondato.
Invero, ritenuto che risulta maturata una causa di proscioglimento ai sensi dell’art. 129 cod. proc. pen. e che, in particolare, in data 07/05/2025 è intervenuta remissione di querela, ritualmente accettata dagli imputati, occorre dichiarare estinto il reato loro ascritto per mancanza della condizione di procedibilità.
Ne discende, pertanto, l’annullamento senza rinvio della sentenza impugnata perché il reato si è estinto per remissione di querela.
P.Q.M.
Annulla senza rinvio la sentenza impugnata perché il reato è estinto per remissione di querela. Condanna gli imputati al pagamento delle spese processuali.
Così deciso il 08/10/2025.