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Remissione di querela: estingue il reato in Cassazione

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 6362/2025, ha stabilito un principio fondamentale: la remissione di querela, se ritualmente accettata dall’imputato durante il processo in Cassazione, determina l’estinzione del reato e prevale su eventuali cause di inammissibilità del ricorso. Nel caso specifico, un uomo condannato per appropriazione indebita ha visto la sua sentenza annullata senza rinvio proprio perché, nelle more del giudizio, le persone offese avevano ritirato la querela, un atto che paralizza la prosecuzione dell’azione penale.

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Pubblicato il 15 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Remissione di querela in Cassazione: una via d’uscita anche con ricorso inammissibile?

La remissione di querela rappresenta uno strumento fondamentale nei reati procedibili a querela di parte, capace di porre fine al processo penale. Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 6362 del 2025, chiarisce con forza la sua prevalenza anche nelle fasi più avanzate del giudizio, persino di fronte a un ricorso potenzialmente inammissibile. Analizziamo come la volontà della persona offesa possa determinare l’estinzione del reato fino all’ultimo grado di giudizio.

I Fatti del Processo

Il caso ha origine da una condanna per il reato di appropriazione indebita, emessa dal Tribunale e confermata dalla Corte d’Appello. L’imputato era stato condannato a due anni e due mesi di reclusione e al pagamento di una multa. Contro la sentenza d’appello, l’imputato, tramite il suo difensore, ha proposto ricorso per cassazione.

L’elemento cruciale, tuttavia, è intervenuto mentre il processo era pendente dinanzi alla Suprema Corte. Le persone offese, attraverso il loro legale, hanno formalmente dichiarato di rimettere la querela precedentemente sporta. Poco dopo, l’imputato ha formalmente accettato tale remissione. A questo punto, la difesa ha chiesto alla Corte di Cassazione di dichiarare l’estinzione del reato.

La Decisione della Corte sulla remissione di querela

La Corte di Cassazione ha accolto la richiesta della difesa. Pur ritenendo i motivi del ricorso originario inammissibili o manifestamente infondati, ha affermato un principio di diritto consolidato e di grande importanza. La sentenza impugnata è stata annullata senza rinvio, dichiarando l’estinzione del reato per sopravvenuta remissione di querela.

La Corte ha condannato l’imputato al pagamento delle spese processuali, poiché nell’atto di remissione non era stato pattuito diversamente, come previsto dal codice di procedura penale.

Le Motivazioni

La decisione si fonda su un orientamento granitico delle Sezioni Unite della Cassazione (in particolare la sent. n. 40150/2018). Secondo i giudici, la remissione di querela, intervenuta in pendenza del ricorso per cassazione e ritualmente accettata, prevale su eventuali cause di inammissibilità del ricorso stesso. L’unica eccezione è l’inammissibilità per tardività, ovvero quando il ricorso è stato presentato fuori dai termini di legge.

Il ragionamento giuridico è sottile ma cruciale. La remissione di querela non è solo una causa di estinzione del reato (come la prescrizione), ma un atto che paralizza la stessa perseguibilità dell’azione penale. Essa agisce sulla radice della pretesa punitiva dello Stato, che per i reati procedibili a querela dipende dalla volontà della persona offesa.

Questa sua natura particolare le conferisce una forza processuale superiore: deve essere rilevata e dichiarata dal giudice in qualsiasi stato e grado del procedimento, fino al passaggio in giudicato della sentenza. Poiché il ricorso, seppur con motivi deboli, era stato presentato tempestivamente, il procedimento era ancora aperto e la Corte aveva il dovere di prendere atto dell’intervenuta remissione e dichiarare estinto il reato.

Le Conclusioni

Questa sentenza ribadisce un principio di garanzia e di valorizzazione della volontà della parte offesa. Le conclusioni pratiche sono significative:
1. Potere risolutivo: La remissione di querela è un istituto potentissimo che può chiudere un contenzioso penale anche quando le speranze di un esito favorevole nel merito sono scarse.
2. Prevalenza sulla procedura: La volontà delle parti (querelante che rimette e querelato che accetta) di porre fine alla vicenda ha la precedenza sulla valutazione tecnica dei motivi di ricorso, a patto che l’impugnazione sia stata presentata nei tempi corretti.
3. Importanza della tempestività: L’unica barriera invalicabile per l’efficacia della remissione in Cassazione è la presentazione tardiva del ricorso. Un ricorso tempestivo, anche se infondato, tiene ‘vivo’ il processo e consente all’istituto di operare pienamente.

Una remissione di querela può estinguere il reato anche se il processo è arrivato in Corte di Cassazione?
Sì. La Corte ha confermato che la remissione della querela, se accettata dall’imputato, determina l’estinzione del reato e deve essere dichiarata dal giudice in ogni stato e grado del procedimento, inclusa la fase del giudizio di legittimità dinanzi alla Cassazione.

La remissione di querela è efficace anche se i motivi del ricorso in Cassazione sono inammissibili?
Sì, la remissione della querela prevale su eventuali cause di inammissibilità del ricorso. L’unica eccezione menzionata è l’inammissibilità per tardività, cioè se il ricorso è stato presentato oltre i termini previsti dalla legge. Se il ricorso è tempestivo, la remissione spiega pienamente i suoi effetti.

In caso di estinzione del reato per remissione di querela, chi paga le spese processuali?
Secondo l’art. 340, comma 4, del codice di procedura penale, le spese del procedimento sono a carico del querelato (l’imputato), a meno che non sia stato diversamente convenuto nell’atto di remissione stesso.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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