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Remissione di querela: effetti su sentenza e danni

La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza di condanna per diffamazione a seguito della remissione di querela da parte della persona offesa. Il caso chiarisce che la remissione di querela, essendo un atto volontario della vittima, determina l’estinzione del reato e, di conseguenza, fa venir meno anche la possibilità per il giudice penale di decidere sulle richieste di risarcimento del danno, a differenza di altre cause estintive come la prescrizione.

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Pubblicato il 2 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Remissione di querela: quando l’accordo estingue reato e risarcimento

Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 7464/2024) offre un importante chiarimento sugli effetti della remissione di querela quando interviene dopo una sentenza di condanna. La decisione sottolinea come questo atto volontario della persona offesa non solo estingua il reato, ma travolga anche le statuizioni civili relative al risarcimento del danno, portando all’annullamento della sentenza impugnata. Questo principio è cruciale per comprendere le dinamiche processuali nei reati procedibili a querela di parte, come la diffamazione.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine da un procedimento per diffamazione a carico di due persone. A seguito di una condanna in primo grado, la Corte d’Appello aveva confermato la responsabilità penale degli imputati, pur riducendo l’ambito delle dichiarazioni considerate lesive e riformando la pena in termini più favorevoli. La parte civile, un imprenditore rappresentante di una struttura sanitaria, e gli imputati avevano proposto ricorso per cassazione avverso tale decisione.

L’impatto della remissione di querela nel giudizio di Cassazione

Durante il giudizio dinanzi alla Suprema Corte, è avvenuto un fatto decisivo: la parte civile ha formalizzato la remissione di querela, e gli imputati l’hanno accettata. Questo accordo tra le parti ha cambiato radicalmente le sorti del processo. La Corte di Cassazione, preso atto della remissione e della relativa accettazione, ha dovuto valutare le conseguenze giuridiche di tale atto sulla sentenza di condanna già emessa.

La Decisione della Corte: annullamento senza rinvio

La Corte ha deciso di annullare senza rinvio la sentenza impugnata. La motivazione di tale scelta risiede nel fatto che la remissione di querela costituisce una causa di estinzione del reato. Quando un reato si estingue, il processo penale non può proseguire. Di conseguenza, la sentenza di condanna, sebbene già emessa nei gradi di merito, perde la sua efficacia e deve essere annullata.

Le Motivazioni

Il punto centrale della sentenza riguarda la sorte delle disposizioni civili, ovvero la condanna al risarcimento del danno in favore della parte civile. La Corte ha spiegato che la regola generale prevista dall’art. 578 del codice di procedura penale non trova applicazione in questo specifico contesto. Tale articolo stabilisce che, in caso di estinzione del reato per prescrizione o amnistia, il giudice dell’impugnazione è comunque tenuto a decidere sulle questioni civili se vi è già stata una condanna in primo grado.

Tuttavia, la ratio di questa norma è proteggere la persona danneggiata da cause estintive che sono indipendenti dalla sua volontà (come il decorso del tempo per la prescrizione). Nel caso della remissione di querela, la situazione è opposta: la causa estintiva dipende proprio da un atto volontario del soggetto danneggiato. Scegliendo di rimettere la querela, la parte offesa manifesta un disinteresse alla prosecuzione del giudizio penale e, implicitamente, anche alla richiesta risarcitoria in quella sede. Di conseguenza, viene a mancare l’interesse della stessa parte civile a coltivare il ricorso, e il giudice penale non può più pronunciarsi sulle domande di risarcimento.

Le Conclusioni

La sentenza ribadisce un principio fondamentale: la scelta di rimettere la querela è una decisione tombale che chiude la vicenda processuale penale in modo definitivo. Le parti devono essere consapevoli che tale atto non solo estingue il reato, ma preclude anche una decisione sulle pretese risarcitorie all’interno del processo penale. Se la parte offesa intende comunque ottenere un risarcimento, dovrà avviare un separato giudizio civile, ma non potrà più far valere le sue ragioni nel contesto del procedimento penale ormai estinto per sua stessa volontà.

Cosa succede se la vittima ritira la querela dopo una sentenza di condanna?
La sentenza di condanna viene annullata senza rinvio perché la remissione di querela, se accettata, estingue il reato e impedisce la prosecuzione del processo penale.

Con la remissione di querela si perde anche il diritto al risarcimento dei danni stabilito nella sentenza?
Sì, nel processo penale si perde il diritto a ottenere una decisione sulla richiesta di risarcimento. Poiché l’estinzione del reato deriva da un atto volontario della vittima, il giudice penale non può più pronunciarsi sulle statuizioni civili.

Perché la norma che salva le decisioni civili in caso di prescrizione (art. 578 c.p.p.) non si applica alla remissione di querela?
Non si applica perché la sua finalità è proteggere la parte civile da cause estintive indipendenti dalla sua volontà (come la prescrizione). La remissione di querela, invece, è una causa estintiva che dipende esclusivamente dalla volontà della parte danneggiata, la quale, con tale atto, rinuncia implicitamente anche a far valere le sue pretese risarcitorie in sede penale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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