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Remissione di querela: come estingue il reato di truffa

Un imputato, condannato in appello per truffa aggravata, ottiene l’annullamento della sentenza in Cassazione. La decisione non entra nel merito dei motivi del ricorso, ma si basa sulla remissione di querela presentata dalla persona offesa e accettata dall’imputato. La Suprema Corte ha dichiarato il reato estinto, revocando la condanna e le statuizioni civili.

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Pubblicato il 23 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Remissione di querela: L’Accordo che Annulla la Condanna per Truffa

La remissione di querela rappresenta un istituto fondamentale del nostro ordinamento giuridico, capace di incidere profondamente sull’esito di un processo penale. Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 37468/2024) offre un chiaro esempio di come questo strumento possa portare all’estinzione del reato e all’annullamento di una condanna, anche quando il procedimento è giunto al suo ultimo grado di giudizio. Il caso in esame riguarda un’accusa di truffa aggravata, ma la sua risoluzione si è basata su un atto di volontà delle parti, dimostrando la centralità del ruolo della persona offesa nei reati procedibili a querela.

I Fatti di Causa

La vicenda trae origine da una transazione commerciale finita male. Un imprenditore, amministratore di una società finanziaria, veniva accusato di aver commesso una truffa aggravata ai danni di un’acquirente. Quest’ultima aveva versato oltre 31.000 euro per l’acquisto di un’autovettura che, tuttavia, non le era mai stata consegnata. Secondo l’accusa, l’imprenditore aveva messo in atto ‘artifizi e raggiri’ complessi, consistenti non solo nella mancata consegna del bene, ma anche in una serie di operazioni volte a spogliare la società venditrice del suo patrimonio, sostituendola con un’altra entità giuridica e impedendo di fatto ai creditori, inclusa l’acquirente, di recuperare le somme dovute.

L’Iter Giudiziario e i Motivi del Ricorso

Sia in primo grado che in appello, l’imputato veniva dichiarato colpevole del reato di truffa, aggravata dalla circostanza di aver cagionato alla persona offesa un danno patrimoniale di rilevante gravità (art. 61 n. 7 cod. pen.).

La difesa presentava ricorso in Cassazione basandosi su due principali argomenti:
1. Errata applicazione della legge sulla prescrizione: si sosteneva che il reato fosse ormai estinto per decorrenza dei termini.
2. Carenza di motivazione sull’aggravante: si contestava il riconoscimento del danno di rilevante gravità, poiché la vittima era riuscita a recuperare una parte cospicua della somma (circa 24.500 euro) tramite un piano di rientro. L’esclusione di tale aggravante avrebbe reso il reato procedibile solo a querela, e la difesa sosteneva che quella presentata fosse tardiva.

La Svolta: L’Impatto della Remissione di Querela

Quando il processo era ormai pendente dinanzi alla Suprema Corte, è intervenuto un fatto nuovo e decisivo. La persona offesa ha depositato un atto di remissione di querela, e l’imputato ha contestualmente depositato l’atto di accettazione. Questo accordo tra le parti ha cambiato radicalmente le sorti del procedimento.

Per i reati non procedibili d’ufficio, la volontà della vittima di non perseguire più penalmente l’autore del fatto, se accettata da quest’ultimo, determina l’estinzione del reato stesso. Tale evento processuale ha un effetto ‘assorbente’: prevale su qualsiasi altra questione, inclusi i motivi di ricorso presentati dalla difesa.

Le Motivazioni della Decisione della Cassazione

La Corte di Cassazione, preso atto della remissione e della relativa accettazione, ha dichiarato che sussistevano tutte le condizioni di legge per dichiarare il reato estinto. Di conseguenza, non ha neppure esaminato nel merito i motivi del ricorso riguardanti la prescrizione e l’aggravante. La Suprema Corte ha applicato il principio secondo cui, quando si verifica una causa di estinzione del reato, questa deve essere immediatamente dichiarata, a meno che non risulti evidente che l’imputato doveva essere prosciolto per altre ragioni più favorevoli (come la totale insussistenza del fatto).

Non essendo questo il caso, la Corte ha annullato senza rinvio la sentenza di condanna, proprio perché il reato era da considerarsi estinto. La decisione ha comportato anche la revoca delle statuizioni civili, ovvero le disposizioni relative al risarcimento del danno. Infine, conformemente alla legge, le spese processuali sono state poste a carico del querelato, ovvero dell’imputato che ha beneficiato della remissione.

Le Conclusioni: Conseguenze Pratiche della Sentenza

Questa sentenza ribadisce la potenza dell’istituto della remissione di querela come strumento di risoluzione dei conflitti. Le sue implicazioni pratiche sono significative:

* Estinzione del reato: L’accordo tra le parti cancella il reato dal punto di vista penale, annullando gli effetti della condanna.
* Priorità sulla valutazione di merito: Una remissione valida e accettata blocca l’analisi su altri aspetti del processo, come la colpevolezza o la prescrizione, poiché diventa la causa prevalente di definizione del giudizio.
* Rilevanza fino all’ultimo grado: La remissione può intervenire in qualsiasi stato e grado del procedimento, anche dinanzi alla Corte di Cassazione, prima che la sentenza diventi definitiva.

In conclusione, il caso dimostra come la volontà conciliativa delle parti possa superare le complesse dinamiche processuali, portando a una chiusura definitiva della vicenda penale, indipendentemente dall’esito dei precedenti gradi di giudizio.

Cosa succede se la vittima ritira la querela durante il processo in Cassazione?
Se la remissione di querela viene presentata dalla persona offesa e accettata dall’imputato, la Corte di Cassazione deve dichiarare l’estinzione del reato. Questo comporta l’annullamento senza rinvio della sentenza di condanna, chiudendo definitivamente il procedimento penale.

Perché la Corte non ha valutato i motivi originali del ricorso, come la prescrizione?
La Corte non ha esaminato i motivi del ricorso perché la remissione di querela, essendo una causa di estinzione del reato, è un evento processuale che prevale su ogni altra questione. Una volta accertata la sua validità, il giudice è tenuto a dichiarare estinto il reato, e l’analisi degli altri motivi diventa superflua.

In caso di remissione di querela, chi paga le spese del procedimento?
Secondo l’articolo 340, comma 4, del codice di procedura penale, in caso di estinzione del reato per remissione di querela, le spese del procedimento sono a carico del querelato (l’imputato), salvo che le parti non abbiano pattuito diversamente nel loro accordo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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