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Remissione di querela: Cassazione annulla condanna

Un imputato, condannato per danneggiamento aggravato su un’auto, ottiene l’annullamento della sentenza in Cassazione. Decisiva la remissione di querela della vittima, divenuta efficace grazie a una nuova legge che ha reso il reato procedibile solo su querela, estinguendo il procedimento.

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Pubblicato il 17 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Remissione di querela: la Cassazione annulla condanna per danneggiamento aggravato

Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 34641/2024) ha chiarito l’impatto di una modifica legislativa sulla procedibilità del reato di danneggiamento aggravato. Grazie a una nuova norma, la remissione di querela presentata dalla vittima, inizialmente inefficace, ha portato all’annullamento della condanna e all’estinzione del reato. Vediamo come l’evoluzione normativa può cambiare le sorti di un processo penale.

I Fatti del Caso

Un uomo veniva condannato in primo grado e in appello per il reato di danneggiamento aggravato, previsto dall’articolo 635 del codice penale. L’aggravante contestata era quella di aver commesso il fatto su beni esposti alla pubblica fede (art. 625 n. 7 c.p.), nello specifico un’automobile parcheggiata sulla pubblica via.

Durante il processo di primo grado, la persona offesa aveva dichiarato di voler rimettere la querela e l’imputato aveva accettato. Tuttavia, secondo la legge allora in vigore, quella specifica forma di danneggiamento aggravato era procedibile d’ufficio, cioè senza la necessità di una querela. Di conseguenza, la remissione non aveva prodotto alcun effetto e il processo era andato avanti fino alla condanna.

Le Questioni Giuridiche e la remissione di querela

L’imputato, tramite il suo difensore, ha proposto ricorso in Cassazione sollevando diverse questioni. La più importante riguardava la disparità di trattamento introdotta dalla Riforma Cartabia (d.lgs. 150/2022).

La Disparità Creata dalla Riforma Cartabia

La Riforma Cartabia aveva reso procedibili a querela molti reati contro il patrimonio, incluso il furto aggravato commesso su cose esposte alla pubblica fede. Tuttavia, per un’incongruenza normativa, il danneggiamento aggravato dalla medesima circostanza era rimasto procedibile d’ufficio.

La difesa ha sostenuto che tale differenza violasse il principio di uguaglianza (art. 3 della Costituzione), creando un trattamento irragionevolmente più severo per il danneggiamento rispetto al furto, un reato spesso percepito come più grave. Questa tesi era così fondata che numerosi tribunali italiani avevano sollevato la questione di legittimità costituzionale.

L’Intervento Legislativo Risolutivo

Mentre il ricorso era pendente in Cassazione, è intervenuto il legislatore per sanare questa incongruenza. Con il decreto legislativo n. 31 del 19 marzo 2024, entrato in vigore il 4 aprile 2024, è stato modificato l’articolo 635 del codice penale.

La nuova norma ha stabilito che anche il delitto di danneggiamento commesso su cose esposte per necessità, consuetudine o destinazione alla pubblica fede è procedibile a querela della persona offesa. Il decreto ha inoltre previsto una disciplina transitoria, rendendo la nuova regola applicabile anche ai processi in corso per fatti commessi prima della sua entrata in vigore.

Le motivazioni della Cassazione

La Corte di Cassazione, prendendo atto della modifica legislativa, ha ritenuto che la questione fosse ormai risolta. La nuova legge, essendo più favorevole all’imputato (principio del favor rei), doveva essere applicata retroattivamente al caso in esame.

Di conseguenza, la remissione di querela, che era stata formalizzata dalla persona offesa e accettata dall’imputato già nel 2022, ha acquisito piena efficacia giuridica. Poiché la procedibilità a querela è diventata una condizione essenziale per l’azione penale, la sua mancanza (o, come in questo caso, la sua remissione) determina l’estinzione del reato.

Per questi motivi, la Suprema Corte ha annullato la sentenza di condanna senza rinvio, dichiarando il reato estinto. L’imputato è stato comunque condannato al pagamento delle spese processuali, come previsto in questi casi.

Le conclusioni

Questa sentenza è un chiaro esempio di come l’evoluzione del diritto influenzi direttamente i processi in corso. La decisione della Cassazione sottolinea l’importanza del principio del favor rei, secondo cui le modifiche normative più favorevoli all’imputato devono trovare applicazione anche per i fatti pregressi. L’intervento del legislatore ha corretto un’asimmetria del sistema e ha permesso che la volontà della persona offesa, espressa tramite la remissione di querela, potesse finalmente produrre il suo effetto estintivo, chiudendo definitivamente la vicenda giudiziaria.

Cosa succede se la vittima ritira la querela per un reato che, al momento del fatto, non era procedibile a querela?
Inizialmente, il ritiro della querela (remissione) non ha alcun effetto. Tuttavia, se una nuova legge rende quel reato procedibile a querela, la remissione precedentemente effettuata diventa valida ed efficace, portando all’estinzione del reato, come stabilito dalla Cassazione in questo caso.

Perché il reato di danneggiamento aggravato su cose esposte alla pubblica fede è stato modificato?
La modifica legislativa (D.Lgs. 31/2024) ha introdotto la procedibilità a querela per sanare una disparità di trattamento rispetto al furto aggravato nella stessa circostanza, che era già stato reso procedibile a querela dalla Riforma Cartabia. La sentenza evidenzia come questa modifica abbia risolto le questioni di legittimità costituzionale sollevate da diversi tribunali.

Qual è l’effetto di una sentenza di annullamento senza rinvio per remissione di querela?
L’annullamento senza rinvio cancella la sentenza di condanna in modo definitivo. La causa si conclude perché il reato è dichiarato estinto. L’imputato non è più considerato colpevole, ma, come in questo caso, può essere condannato al pagamento delle spese processuali.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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