LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Remissione di querela: Cassazione annulla condanna

La Corte di Cassazione ha annullato una condanna per percosse e minaccia. La decisione è basata sulla remissione di querela presentata dalla persona offesa e accettata dall’imputato dopo la sentenza d’appello. La Corte ha ritenuto ammissibile il ricorso al solo fine di far valere l’estinzione del reato, anche se intervenuta dopo la condanna.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 9 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Remissione di Querela: Quando Estingue il Reato Anche Dopo la Condanna

La remissione di querela rappresenta un istituto fondamentale del nostro ordinamento penale, capace di porre fine a un procedimento giudiziario. Ma cosa accade se questa interviene dopo che è già stata emessa una sentenza di condanna? Una recente pronuncia della Corte di Cassazione, la sentenza n. 31031 del 2024, chiarisce un punto cruciale: è possibile ricorrere in Cassazione al solo fine di far valere l’estinzione del reato per remissione, anche se questa è avvenuta dopo la sentenza d’appello.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine da una vicenda processuale che vedeva un imputato condannato in primo grado e in appello dal Tribunale di Verona per i reati di percosse e minaccia. Dopo la sentenza di secondo grado, ma prima della scadenza del termine per presentare ricorso in Cassazione, le parti raggiungevano un accordo. La persona offesa, tramite un procuratore speciale, formalizzava la remissione della querela, che veniva contestualmente accettata dall’imputato.
A questo punto, la difesa dell’imputato proponeva ricorso per cassazione non per contestare il merito della condanna, ma unicamente per introdurre nel processo l’avvenuta remissione e chiederne la conseguente declaratoria di estinzione dei reati.

La Decisione della Corte sulla Remissione di Querela

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, annullando senza rinvio la sentenza di condanna. La Corte ha stabilito che i reati per cui l’imputato era stato condannato si erano estinti a seguito della remissione di querela. La decisione si fonda su un principio procedurale di grande importanza, che riconosce la possibilità di utilizzare il ricorso per cassazione come veicolo per far valere cause estintive del reato sopravvenute alla sentenza impugnata.

Le Motivazioni della Sentenza

Il cuore della motivazione risiede nell’ammissibilità del ricorso. I giudici hanno richiamato un consolidato orientamento giurisprudenziale (in particolare la sentenza Bestente, n. 49226/2016), secondo cui il ricorso per cassazione è ammissibile anche quando è proposto al solo fine di introdurre nel processo una remissione di querela ritualmente accettata. La condizione fondamentale è che tale evento (remissione e accettazione) si sia verificato in un momento specifico: dopo l’emissione della sentenza impugnata ma prima della scadenza del termine per presentare l’impugnazione.
Nel caso di specie, la remissione era avvenuta l’11 marzo 2024, successivamente alla sentenza del Tribunale di Verona del 20 novembre 2023. Essendo intervenuta tempestivamente e in modo rituale, la Corte ha riconosciuto la sua piena efficacia estintiva. Di conseguenza, non potendo più persistere una condanna per un reato estinto, la sentenza è stata annullata. La Corte ha inoltre precisato che, in assenza di un diverso accordo tra le parti (deroga pattizia), le spese processuali restano a carico del querelato, come previsto dall’articolo 340 del codice di procedura penale.

Conclusioni e Implicazioni Pratiche

Questa sentenza ribadisce un principio di civiltà giuridica e di economia processuale. Conferma che la volontà delle parti, espressa tramite la remissione di querela, può prevalere fino alle fasi finali del processo penale, determinando l’estinzione del reato anche dopo una doppia condanna di merito. Per gli operatori del diritto, ciò significa che è fondamentale gestire tempestivamente eventuali accordi transattivi, poiché la formalizzazione della remissione e della sua accettazione prima della scadenza dei termini di impugnazione apre la strada a una rapida e definitiva chiusura del procedimento tramite ricorso in Cassazione. Per l’imputato, rappresenta una via d’uscita per evitare le conseguenze definitive di una condanna penale, ponendo fine alla vicenda giudiziaria.

È possibile presentare ricorso in Cassazione solo per far valere una remissione di querela avvenuta dopo la sentenza di appello?
Sì, la Corte di Cassazione ha ritenuto ammissibile il ricorso proposto al solo fine di introdurre nel processo la remissione della querela, a condizione che questa sia intervenuta dopo la sentenza impugnata e prima della scadenza del termine per presentare l’impugnazione.

Quali sono gli effetti della remissione di querela sul processo penale in corso?
La remissione della querela, se ritualmente accettata, causa la sopravvenuta estinzione del reato. Di conseguenza, la Corte di Cassazione deve annullare la sentenza di condanna precedentemente emessa.

Chi paga le spese processuali in caso di estinzione del reato per remissione di querela?
Secondo l’art. 340 del codice di procedura penale, in mancanza di un diverso accordo tra le parti (deroga pattizia), le spese processuali sono poste a carico del querelato, ovvero della persona che era stata accusata.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati