Remissione di Querela: Quando è Possibile Presentarla in Cassazione
Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 3285 del 2025, chiarisce un importante aspetto procedurale: la possibilità di utilizzare il ricorso in Cassazione come veicolo per formalizzare l’estinzione del reato a seguito di una remissione di querela. Questa decisione offre una via d’uscita processuale anche quando la pace tra le parti avviene dopo la condanna in appello, ma prima della scadenza dei termini per l’impugnazione.
I Fatti del Processo
Il caso ha origine da un ricorso presentato da un imputato, condannato dalla Corte d’Appello di Campobasso. Anziché contestare il merito della sentenza, il ricorso aveva un unico e specifico obiettivo: portare all’attenzione della Suprema Corte un fatto nuovo e decisivo avvenuto dopo la condanna. In data 31 ottobre 2024, infatti, la persona offesa aveva formalizzato la remissione della querela e l’imputato l’aveva contestualmente accettata. Si è quindi posto il problema dell’ammissibilità di un ricorso per Cassazione fondato esclusivamente su questo evento.
La Remissione di Querela come Motivo di Ricorso
Il fulcro della questione giuridica risiede nella possibilità di introdurre nel giudizio di legittimità un atto, come la remissione della querela, che non riguarda vizi della sentenza impugnata, ma un fatto successivo che incide direttamente sull’esistenza stessa del reato. La Corte, richiamando un suo precedente orientamento (sentenza n. 38156/2022), ha confermato la piena ammissibilità di tale operazione. Il principio stabilisce che è possibile ricorrere in Cassazione al solo scopo di far valere una remissione di querela, a condizione che questa sia intervenuta dopo la sentenza di secondo grado e prima della scadenza del termine per presentare l’impugnazione.
Le Motivazioni della Corte di Cassazione
La decisione della Suprema Corte si fonda su un principio di economia processuale e di effettività della volontà delle parti. Se la legge, attraverso l’istituto della remissione di querela, consente di estinguere l’azione penale, non avrebbe senso costringere le parti a un giudizio di Cassazione sul merito quando la controversia è di fatto risolta. La Corte ha quindi preso atto della documentazione prodotta (i verbali di remissione e accettazione) e, verificatane la ritualità, ha applicato direttamente la conseguenza giuridica prevista dall’articolo 152 del codice penale: l’estinzione del reato. Di conseguenza, la sentenza di condanna della Corte d’Appello è stata annullata senza rinvio, poiché il reato per cui era stata emessa non era più perseguibile. Per quanto riguarda le spese processuali, in conformità all’articolo 340, comma 4, del codice di procedura penale, queste sono state poste a carico dell’imputato, che ha accettato la remissione.
Le Conclusioni
Questa sentenza ribadisce un importante principio a favore della deflazione del contenzioso penale. Conferma che la volontà delle parti di porre fine a una lite, manifestata tramite la remissione di querela, può trovare accoglimento anche nella fase più avanzata del processo, quella di legittimità. Per l’imputato, ciò significa avere la possibilità di veder cancellata una condanna anche ‘in extremis’, a patto di trovare un accordo con la parte offesa entro i termini per l’impugnazione. Per il sistema giudiziario, rappresenta un meccanismo efficiente per chiudere definitivamente procedimenti che hanno perso la loro ragione d’essere.
È possibile ricorrere in Cassazione al solo fine di presentare una remissione di querela?
Sì, la Corte di Cassazione ha confermato che è ammissibile un ricorso proposto al solo fine di introdurre nel processo la remissione della querela, purché questa sia avvenuta dopo la sentenza di appello e prima della scadenza del termine per l’impugnazione.
Cosa succede alla condanna se il reato viene dichiarato estinto in Cassazione?
Se la Corte di Cassazione dichiara il reato estinto per remissione della querela, la sentenza di condanna impugnata viene annullata senza rinvio, perdendo così ogni efficacia.
Chi paga le spese processuali in caso di estinzione del reato per remissione di querela in Cassazione?
Come stabilito dall’art. 340, quarto comma, del codice di procedura penale, le spese del procedimento sono poste a carico dell’imputato che ha accettato la remissione della querela.
Testo del provvedimento
Sentenza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 3285 Anno 2025
Penale Sent. Sez. 7 Num. 3285 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 03/12/2024
SENTENZA
sul ricorso proposto da:
NOME COGNOME nato a LANCIANO il 04/12/1948
avverso la sentenza del 07/03/2024 della CORTE APPELLO di CAMPOBASSO
dato avviso alle parti; udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
Letto il ricorso presentato nell’interesse di NOME COGNOME
ritenuto che debba essere pronunciata sentenza di estinzione del reato ai sensi dell’art. 152 cod. pen., posto che in data 31.10.2024 sono intervenute remissione di querela da parte della persona offesa e contestuale accettazione, come da verbali prodotti in atti; deve essere ribadito, a tale proposito, che “è ammissibile il ricorso per cassazione proposto al solo fine di introdurre nel processo la remissione della querela, ritualmente accettata, che sia intervenuta dopo la sentenza e prima della scadenza del termine per la presentazione dell’impugnazione” (Sez. 4, n. 38156 del 05/07/2022, COGNOME, Rv. 283584)
Le spese devono essere poste a carico dell’imputato ai sensi dell’art. 340 quarto comma cod. proc. pen.
P.Q.M.
Annulla senza rinvio la sentenza impugnata perché il reato è estinto per remissione di querela.
Condanna l’imputato al pagamento delle spese processuali.
Così deciso in Roma il 03/12/2024
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