LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Remissione di querela: annullata truffa telematica

La Corte di Cassazione annulla una condanna per truffa aggravata a seguito di una modifica legislativa. La nuova normativa sulla truffa telematica ha reintrodotto la necessità di una querela di parte per procedere. Dato che nel caso specifico è intervenuta una remissione di querela, accettata dall’imputato, il reato è stato dichiarato estinto e la sentenza di condanna annullata senza rinvio.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 1 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Remissione di Querela: Come una Nuova Legge Annulla la Condanna per Truffa Telematica

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha annullato una condanna per truffa aggravata, evidenziando l’impatto decisivo delle modifiche legislative sui processi in corso. Il fulcro della decisione risiede nella reintroduzione della procedibilità a querela per la cosiddetta “truffa telematica”, che ha reso determinante la successiva remissione di querela da parte della persona offesa. Questo caso offre uno spunto fondamentale per comprendere come le riforme normative possano cambiare le sorti di un procedimento penale.

I Fatti del Caso

Un imputato era stato condannato nei primi due gradi di giudizio per il reato di truffa aggravata ai sensi dell’art. 640, comma 2 bis, del codice penale. La condotta contestata consisteva in una truffa perpetrata a distanza, utilizzando strumenti informatici che ostacolavano l’identificazione dell’autore. Avverso la sentenza della Corte d’Appello, l’imputato proponeva ricorso per Cassazione.

L’Impatto della Nuova Normativa sulla Truffa Telematica e la Remissione di Querela

Mentre il ricorso era pendente, il quadro normativo è cambiato. Con la legge n. 90 del 2024, il legislatore ha introdotto una nuova circostanza aggravante specifica per la truffa, al comma 2-ter dell’art. 640 c.p. Questa nuova norma sanziona il fatto commesso “a distanza attraverso strumenti informatici o telematici idonei ad ostacolare la propria o l’altrui individuazione”.

La Corte ha chiarito che questa nuova fattispecie, di fatto, ha “sottratto” la truffa telematica dalla più generica aggravante della minorata difesa (art. 61 n. 5 c.p.), dandole una collocazione autonoma. La novità più rilevante, però, riguarda il regime di procedibilità: mentre per la truffa aggravata dalla minorata difesa “comune” resta la procedibilità d’ufficio, per la nuova ipotesi di truffa telematica il legislatore ha ripristinato la regola generale della necessità di una querela della persona offesa.

L’Applicazione Retroattiva della Norma Favorevole

Secondo il principio del favor rei, sancito dall’art. 2, comma quarto, del codice penale, le modifiche normative più favorevoli all’imputato si applicano anche ai fatti commessi prima della loro entrata in vigore. La trasformazione del regime di procedibilità da d’ufficio a querela di parte rappresenta indubbiamente un trattamento più favorevole. Di conseguenza, questa nuova regola doveva essere applicata al caso in esame.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte Suprema ha rilevato che, nel corso del giudizio, la persona offesa aveva formalizzato la remissione di querela con un atto del 26 novembre 2024, e che il ricorrente l’aveva accettata il 4 dicembre successivo. Poiché la nuova legge rendeva necessaria la querela per procedere, la sua remissione ha prodotto l’effetto di estinguere il reato.

La Corte ha quindi affermato che, data la ritualità dell’atto abdicativo (la remissione) e la sua accettazione, non poteva che prendere atto dell’estinzione del reato. La sentenza impugnata doveva, pertanto, essere annullata senza rinvio.

Le Conclusioni

La decisione in commento è un chiaro esempio di come l’evoluzione normativa possa incidere direttamente sull’esito dei processi penali. L’introduzione di una specifica aggravante per la truffa telematica, accompagnata dal ritorno alla procedibilità a querela, ha reso la volontà della persona offesa nuovamente centrale in questa tipologia di reati. La remissione di querela, un atto che in precedenza sarebbe stato irrilevante per via della procedibilità d’ufficio, è diventata la chiave per l’annullamento della condanna. Questa sentenza ribadisce l’importanza per gli operatori del diritto di monitorare costantemente le riforme legislative, le cui conseguenze possono essere determinanti anche per i procedimenti già in fase avanzata.

Cosa succede a una condanna per truffa telematica se una nuova legge rende il reato procedibile solo a querela?
Se la nuova legge è più favorevole all’imputato, si applica retroattivamente. Se la vittima non ha mai sporto querela o, come in questo caso, la ritira con una remissione di querela accettata dall’imputato, la condanna viene annullata perché il reato si considera estinto.

Perché la truffa telematica è stata distinta dalla generica aggravante della minorata difesa?
La sentenza spiega che il legislatore ha voluto creare una categoria specifica per le frodi commesse a distanza con strumenti informatici che ostacolano l’identificazione, conferendole una considerazione autonoma e, soprattutto, ripristinando per questa specifica ipotesi la regola generale della procedibilità a querela.

Qual è l’effetto giuridico di una remissione di querela accettata dall’imputato?
Per i reati non procedibili d’ufficio, la remissione della querela, se validamente effettuata dalla persona offesa e accettata dall’imputato, causa l’estinzione del reato. Di conseguenza, il procedimento penale deve essere terminato con l’annullamento di un’eventuale condanna.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati