Remissione di Querela: Quando la Volontà della Vittima Estingue il Reato
Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 43449 del 2024, offre un chiaro esempio di come la remissione di querela possa radicalmente cambiare le sorti di un processo penale, portando all’estinzione del reato e all’annullamento di una condanna. Questo caso, relativo a un’imputazione per truffa, dimostra l’importanza della volontà della persona offesa nei reati procedibili, appunto, a querela di parte.
Il Contesto del Ricorso in Cassazione
La vicenda giudiziaria ha origine da un ricorso presentato alla Suprema Corte da un imputato, condannato per il reato di truffa dalla Corte d’Appello di Trieste. Durante il giudizio di legittimità, è intervenuto un fatto nuovo e decisivo: la parte civile, ovvero la vittima del reato, ha depositato una memoria con cui ha formalmente rimesso la querela inizialmente sporta. Tale atto è stato, inoltre, regolarmente accettato dall’imputato.
L’Effetto della Remissione di Querela nel Processo Penale
La remissione di querela è un istituto giuridico fondamentale nei reati cosiddetti ‘procedibili a querela di parte’, come la truffa (salvo specifiche aggravanti). In questi casi, lo Stato non può procedere d’ufficio, ma necessita dell’impulso della persona offesa. Se la vittima decide, in qualsiasi momento prima della sentenza definitiva, di ritirare la propria ‘richiesta di punizione’, e l’imputato accetta tale remissione (l’accettazione serve a garantire il suo interesse a un’assoluzione nel merito), il reato si estingue.
La Decisione della Suprema Corte: Annullamento Senza Rinvio
Preso atto della remissione della querela e della sua accettazione, la Corte di Cassazione ha applicato direttamente la conseguenza prevista dalla legge. Non c’era più materia del contendere, poiché il presupposto stesso per la prosecuzione dell’azione penale era venuto meno. Di conseguenza, i giudici hanno annullato la sentenza di condanna impugnata ‘senza rinvio’. Questa formula significa che il caso è chiuso definitivamente, senza la necessità di un nuovo processo d’appello.
Le Motivazioni della Sentenza
La motivazione della Corte è estremamente lineare e si basa su un principio cardine del diritto processuale penale. I giudici hanno semplicemente rilevato che la remissione della querela, tempestivamente depositata e accettata, costituisce una causa di estinzione del reato. L’effetto estintivo opera di diritto, imponendo al giudice di prenderne atto e di dichiararlo con una sentenza di proscioglimento. La Corte ha quindi annullato la precedente condanna, statuendo che il reato di truffa si era estinto. L’unica conseguenza a carico dell’imputato è stata la condanna al pagamento delle spese processuali, come spesso accade in queste circostanze quale condizione implicita dell’accordo tra le parti.
Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Remissione di Querela
Questa sentenza ribadisce il potere dispositivo della persona offesa nei reati perseguibili a querela. La remissione di querela si conferma uno strumento efficace per porre fine a una controversia penale, spesso nell’ambito di una più ampia risoluzione pacifica del conflitto, che può includere un risarcimento del danno. Per l’imputato, l’accettazione della remissione rappresenta la via più rapida per chiudere il procedimento, evitando i rischi e i costi di ulteriori gradi di giudizio, pur con l’onere delle spese processuali. La decisione della Cassazione dimostra come, anche in fase di ultimo grado, un accordo tra le parti possa prevalere e determinare l’esito del processo.
Cosa succede se la vittima di un reato ritira la querela durante il processo?
Se il reato è procedibile a querela (come la truffa in questo caso), la remissione della querela, se accettata dall’imputato, causa l’estinzione del reato. Di conseguenza, il processo si conclude con una sentenza di proscioglimento.
Perché la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza ‘senza rinvio’?
La Corte ha annullato la sentenza senza rinviarla a un altro giudice perché la remissione della querela ha estinto il reato, eliminando la necessità di un ulteriore giudizio. La questione era risolvibile direttamente in sede di legittimità senza bisogno di nuove valutazioni di merito.
Chi paga le spese processuali in caso di estinzione del reato per remissione della querela?
Secondo la sentenza analizzata, la Corte di Cassazione ha condannato l’imputato al pagamento delle spese processuali, nonostante l’annullamento della condanna. Questo è un esito comune in tali circostanze, spesso parte dell’accordo tra le parti.
Testo del provvedimento
Sentenza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 43449 Anno 2024
Penale Sent. Sez. 7 Num. 43449 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 10/09/2024
SENTENZA
sul ricorso proposto da: COGNOME NOME NOME a MILANO il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 08/11/2023 della CORTE APPELLO di TRIESTE
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
Letto il ricorso presentato nell’interesse di COGNOME NOME; rilevato che la parte civile, come allegato con memoria tempestivamente depositata, ha rimesso la querela per il reato di truffa in giudizio, e che la è stata regolarmente accettata, si annulla senza rinvio la sentenza impugnata perché il reato è estinto remissione di querela. Si condanna l’imputato al pagamento delle spese processuali
P.Q.M.
Annulla senza rinvio la sentenza impugnata perché il reato è estinto pe remissione di qurela. Condanna l’imputato al pagamento delle spese processualir. Così deciso, il 10 settembre 2024.