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Remissione di querela: annullata sentenza di proscioglimento

La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza di non doversi procedere per estinzione del reato a seguito di messa alla prova. In virtù di una recente modifica legislativa, il reato di danneggiamento aggravato su cose esposte alla pubblica fede è diventato procedibile a querela. Poiché nel caso di specie la persona offesa aveva ritirato la querela (remissione di querela) e l’imputato aveva accettato, la Corte ha dichiarato l’estinzione del reato per questa causa, più favorevole, condannando l’imputato al pagamento delle spese processuali in assenza di accordo tra le parti.

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Pubblicato il 20 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Remissione di Querela e Riforma: Cassazione Annulla Sentenza di Proscioglimento

Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 36169/2024) ha messo in luce l’impatto di una modifica legislativa sul regime di procedibilità di alcuni reati, portando all’annullamento di una decisione di merito. Il caso ruota attorno al concetto di remissione di querela e dimostra come una nuova norma più favorevole all’imputato possa trovare applicazione anche nei gradi più alti di giudizio, cambiando radicalmente l’esito di un processo.

I Fatti del Caso

Un giovane veniva accusato del reato di danneggiamento aggravato per aver agito su beni esposti alla pubblica fede. Inizialmente, il Giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Brescia aveva dichiarato il non doversi procedere nei suoi confronti. La ragione non era un’assoluzione nel merito, ma l’estinzione del reato a seguito del positivo esito della “messa alla prova”, un istituto che consente la sospensione del processo in cambio dello svolgimento di attività di pubblica utilità.

Tuttavia, l’imputato, tramite il suo difensore, decideva di ricorrere in Cassazione. I motivi del ricorso erano di natura prettamente giuridica e riguardavano questioni di legittimità costituzionale sulla procedibilità d’ufficio del reato contestato, sollevate durante il periodo di messa alla prova e ritenute inammissibili dal giudice di primo grado.

L’Impatto della Nuova Legge sulla Remissione di Querela

Il colpo di scena arriva direttamente dalla Corte di Cassazione. I giudici supremi, nell’esaminare il ricorso, hanno rilevato un fattore decisivo e sopravvenuto: l’entrata in vigore del d.lgs. 19 marzo 2024, n. 31. Questa nuova normativa ha modificato il regime di procedibilità per il reato di danneggiamento su cose esposte alla pubblica fede (art. 635, comma 1, n. 7 c.p.), trasformandolo da reato procedibile d’ufficio a reato procedibile a querela di parte.

Questo cambiamento è fondamentale. La Corte, consultando gli atti processuali, ha verificato che la persona offesa aveva originariamente sporto querela, ma in un secondo momento l’aveva ritirata. Tale atto, noto come remissione di querela, era stato formalmente accettato dall’imputato. In passato, questa remissione non avrebbe avuto effetto, poiché il reato era perseguibile d’ufficio. Con la nuova legge, invece, essa diventa la causa principale di estinzione del reato.

Le Motivazioni della Corte

La Cassazione ha applicato il principio del favor rei, secondo cui va sempre applicata la legge più favorevole all’imputato, anche se entrata in vigore dopo i fatti. La nuova procedibilità a querela ha reso efficace la remissione già avvenuta. Di conseguenza, il reato doveva considerarsi estinto non per l’esito della messa alla prova, ma per la remissione della querela.

Per questo motivo, la sentenza impugnata è stata annullata senza rinvio. La Corte ha stabilito che la corretta formula di proscioglimento fosse l’estinzione del reato per remissione di querela. Un ultimo dettaglio riguarda le spese processuali: poiché le parti non avevano trovato un accordo specifico su questo punto al momento della remissione, la Corte, applicando l’art. 340, comma 4, del codice di procedura penale, ha condannato l’imputato al pagamento delle stesse.

Conclusioni

La sentenza evidenzia un principio cardine del nostro ordinamento: la legge penale più favorevole ha efficacia retroattiva. Un cambiamento normativo può stravolgere l’esito di un processo anche quando questo è giunto al suo ultimo grado di giudizio. In questo caso, la trasformazione di un reato da procedibile d’ufficio a procedibile a querela ha reso pienamente operativa una remissione che altrimenti sarebbe stata irrilevante, fornendo una via d’uscita più vantaggiosa per l’imputato rispetto alla messa alla prova.

Cosa accade se un reato diventa procedibile a querela mentre il processo è già in corso?
Si applica la nuova legge più favorevole. Se la persona offesa non ha sporto querela o, come in questo caso, l’ha sporta e poi ritirata con l’accettazione dell’imputato, il reato si estingue per remissione di querela, e il giudice deve prenderne atto in qualsiasi stato e grado del procedimento.

In caso di remissione di querela, chi paga le spese del processo?
Secondo la sentenza, in assenza di un accordo diverso tra le parti, le spese processuali sono a carico del querelato (l’imputato), come previsto dall’art. 340, comma 4, del codice di procedura penale.

Perché la Cassazione ha annullato la sentenza che dichiarava il reato estinto per messa alla prova?
Perché, a seguito della modifica legislativa, è emersa una causa di estinzione del reato più favorevole e logicamente precedente: la remissione di querela. La Corte ha quindi sostituito la precedente motivazione con quella giuridicamente più corretta e vantaggiosa per l’imputato, applicando il principio del favor rei.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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