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Remissione di querela: annullata la condanna per truffa

La Corte di Cassazione ha annullato senza rinvio una sentenza di condanna per truffa aggravata a carico di due imputati. La decisione è stata presa in seguito alla remissione di querela da parte della persona offesa, intervenuta dopo la sentenza della Corte d’Appello. Questo atto, accettato dagli imputati e accompagnato da un risarcimento, ha determinato l’estinzione del reato, rendendo superflua la valutazione degli altri motivi di ricorso.

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Pubblicato il 27 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Remissione di querela: come può annullare una condanna definitiva

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ci offre un chiaro esempio di come la remissione di querela possa radicalmente cambiare le sorti di un processo penale, anche dopo una doppia condanna. Il caso in esame riguarda due persone condannate per truffa aggravata, la cui vicenda giudiziaria si è conclusa in modo inaspettato grazie all’accordo raggiunto con la parte lesa. Analizziamo come un atto di volontà della persona offesa possa portare all’estinzione del reato e all’annullamento di una sentenza di condanna.

I Fatti del Caso: Dalla Condanna al Ricorso in Cassazione

Due individui venivano condannati in primo grado dal Tribunale e successivamente dalla Corte di Appello per il reato di truffa aggravata, commesso nell’aprile del 2018. Ritenendo ingiusta la condanna, la difesa presentava ricorso alla Corte di Cassazione, affidandosi a tre specifici motivi.

Il primo motivo era di natura puramente formale: si lamentava un errore materiale nell’indicazione del numero di registro della sentenza d’appello. Il terzo motivo, invece, criticava la Corte territoriale per non aver riconosciuto la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto (art. 131 bis c.p.), considerandola una richiesta nuova e quindi inammissibile a quel livello di giudizio.

Tuttavia, è stato il secondo motivo a rivelarsi cruciale e decisivo.

Il Motivo Decisivo: la Remissione di Querela

Il cuore della difesa in Cassazione si è concentrato su un evento avvenuto dopo la pronuncia della sentenza d’appello: la persona offesa aveva formalizzato la remissione di querela. In data 16 aprile 2025, la vittima del reato si è recata presso i Carabinieri per ritirare la querela, atto che è stato poi formalmente accettato dagli imputati il 23 aprile 2025. A dimostrazione della raggiunta riconciliazione e del risarcimento del danno, la difesa ha allegato anche la copia di un bonifico di 8.000,00 euro a favore della parte offesa.

Questo nuovo sviluppo ha introdotto nel processo un elemento capace di estinguere il reato stesso, rendendo di fatto superflua la discussione sugli altri punti del ricorso.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha ritenuto il secondo motivo di ricorso non solo fondato, ma anche “decisivo e assorbente” rispetto agli altri. Ha constatato l’effettiva esistenza della remissione della querela e della sua accettazione, elementi sufficienti per dichiarare l’estinzione del reato.

Di conseguenza, la Corte ha annullato la sentenza di condanna della Corte di Appello senza disporre un nuovo giudizio (annullamento senza rinvio). Ha inoltre disposto la correzione dell’errore materiale segnalato nel primo motivo e condannato gli imputati al pagamento delle spese processuali, in assenza di un diverso accordo tra le parti.

Le Motivazioni della Sentenza

La motivazione della Corte è lineare e si basa su un principio cardine del nostro ordinamento processuale penale. L’estinzione del reato per remissione di querela, prevista dall’articolo 152 del codice penale, è una delle cause di proscioglimento che, ai sensi dell’articolo 129 del codice di procedura penale, deve essere dichiarata immediatamente in ogni stato e grado del processo.

Una volta accertata pacificamente l’esistenza della remissione e della relativa accettazione, il giudice non può fare altro che prenderne atto e dichiarare estinto il reato. Questa declaratoria prevale su ogni altra valutazione, compresa quella sulla fondatezza degli altri motivi di ricorso. L’annullamento senza rinvio è la conseguenza logica: non essendoci più un reato da punire, non ha senso celebrare un nuovo processo.

Conclusioni: L’Impatto della Remissione di Querela sul Processo Penale

Questa sentenza ribadisce la centralità della volontà della persona offesa nei reati procedibili a querela. Dimostra che la possibilità di una composizione del conflitto tra le parti rimane aperta fino a quando la sentenza non diventa irrevocabile. Anche di fronte a una condanna già confermata in appello, un accordo che preveda il risarcimento del danno e la conseguente remissione della querela può estinguere il reato e cancellare gli effetti della condanna. Ciò sottolinea l’importanza degli strumenti deflattivi e riparatori nel sistema penale, che privilegiano la riconciliazione rispetto alla sola punizione.

Una remissione di querela può estinguere un reato anche dopo una condanna in appello?
Sì, la sentenza dimostra che una remissione di querela, accettata dall’imputato e intervenuta dopo la sentenza di appello ma prima che diventi irrevocabile, causa l’estinzione del reato e l’annullamento senza rinvio della condanna.

Cosa succede se la Corte di Cassazione accoglie il motivo di ricorso relativo all’estinzione del reato?
La Corte di Cassazione annulla la sentenza di condanna senza rinvio, dichiarando il reato estinto. Questo significa che la condanna viene cancellata definitivamente senza la necessità di un nuovo processo d’appello.

Chi paga le spese processuali in caso di estinzione del reato per remissione di querela?
Salvo diverso accordo tra le parti, la sentenza stabilisce che le spese processuali sono a carico degli imputati, anche se il reato è stato dichiarato estinto e la condanna annullata.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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