Remissione di querela: quando un accordo può cancellare una condanna
Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 23073/2024) offre un chiaro esempio di come la remissione di querela possa radicalmente cambiare l’esito di un procedimento penale, anche quando questo è giunto alla sua fase finale. Questo istituto giuridico, che esprime la volontà della vittima di non proseguire con l’azione penale, si è rivelato decisivo per l’annullamento di una condanna per lesioni colpose.
I Fatti del Processo
Il caso ha origine da una condanna emessa in primo grado e confermata in appello dal Tribunale di Rimini. Un’imputata era stata ritenuta colpevole del reato di lesioni personali colpose, in concorso con altri, ai danni di un’altra persona.
Non rassegnandosi alla decisione, la difesa dell’imputata ha proposto ricorso per Cassazione. Tuttavia, l’elemento che ha cambiato le sorti del processo è stato presentato proprio in questa sede: un documento che attestava la contestuale remissione della querela da parte della persona offesa e la sua accettazione da parte dell’imputata.
L’effetto della remissione di querela nel giudizio di legittimità
La Corte di Cassazione ha preso atto della documentazione prodotta. Nello specifico, la persona offesa aveva formalmente ritirato la querela presentata anni prima, e l’imputata aveva formalmente accettato tale ritiro. Questo atto ha un’importanza fondamentale per i reati definiti “procedibili a querela di parte”, come quello di lesioni colpose (art. 590 c.p.). Per questi reati, la volontà punitiva dello Stato è subordinata a quella della vittima.
le motivazioni
La Corte ha applicato un principio consolidato del diritto penale: la remissione della querela, quando validamente effettuata e accettata, estingue il reato. Poiché il reato contestato è pacificamente procedibile a querela, l’accordo tra le parti ha fatto venire meno il presupposto stesso per la prosecuzione del giudizio.
Di conseguenza, la Cassazione ha stabilito che la sentenza di condanna impugnata doveva essere “annullata senza rinvio”. Questa formula significa che la decisione viene cancellata in modo definitivo, senza che il processo debba tornare a un giudice di grado inferiore per una nuova valutazione. Il procedimento si è concluso con l’estinzione del reato.
Un aspetto importante riguarda le spese processuali. In base all’articolo 340, comma 4, del codice di procedura penale, in caso di estinzione del reato per remissione di querela, le spese sono a carico del querelato, ossia dell’imputata. La Corte ha quindi condannato quest’ultima al pagamento delle spese sostenute fino a quel momento.
le conclusioni
Questa sentenza ribadisce la centralità della volontà della persona offesa nei reati procedibili a querela e l’efficacia della remissione come strumento di risoluzione dei conflitti. Dimostra che un accordo tra le parti può intervenire in qualsiasi stato e grado del procedimento, persino davanti alla Corte di Cassazione, producendo l’effetto estintivo del reato. Per gli imputati, ciò rappresenta una possibilità concreta di chiudere la vicenda giudiziaria, sebbene con l’onere delle spese processuali. Per il sistema giudiziario, favorisce la deflazione del contenzioso, permettendo una risoluzione pacifica delle controversie.
Cosa accade se la vittima ritira la querela durante il processo in Cassazione?
Se il reato è procedibile a querela, come nel caso di specie, la sua remissione accettata dalla controparte ne determina l’estinzione. Di conseguenza, la Corte di Cassazione annulla la sentenza di condanna senza rinviare il caso ad un altro giudice.
Chi deve sostenere le spese processuali in caso di remissione di querela?
Secondo la sentenza, ai sensi dell’art. 340, comma 4, del codice di procedura penale, le spese processuali sono a carico della persona querelata, ovvero l’imputata nel procedimento, anche se il reato viene dichiarato estinto.
È possibile annullare una condanna per lesioni se le parti si accordano dopo la sentenza di appello?
Sì, come dimostra questo caso, se il reato è procedibile a querela (come le lesioni colpose), la remissione della querela e la sua accettazione, anche se avvengono durante il giudizio di Cassazione, portano all’annullamento della condanna perché il reato è considerato estinto.
Testo del provvedimento
Sentenza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 23073 Anno 2024
Penale Sent. Sez. 7 Num. 23073 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 15/05/2024
SENTENZA
sul ricorso proposto da:
COGNOME NOME NOME a PESARO il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 16/01/2023 del TRIBUNALE di RIMINI
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
N. 63)
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
Il Tribunale di Rimini, giudicando in sede di appello, ha confermato la sentenza di primo grado che aveva dichiarato NOME COGNOME colpevole del reato di cui agli artt. 110 e 590 cod. pen. in danno di NOME COGNOME.
Avverso tale sentenza ha proposto ricorso per cassazione il difensore dell’imputata, producendo documento di contestuale remissione ed accettazione di querela sottoscritto dalla persona offesa e dalla ricorrente.
Si deve dare atto che la persona offesa del reato per cui si procede, NOME COGNOME, ha dichiarato di rimettere la querela sporta in data 4.4.2016 nei confronti della prevenuta, e che quest’ultima ha debitamente accettato tale atto di remissione, come risulta dalla documentazione prodotta dalla ricorrente.
Ne consegue che il reato per cui si procede – pacificamente procedibile a querela di parte – è estinto per remissione di querela, per cui la sentenza impugnata deve essere annullata senza rinvio.
Ai sensi dell’art. 340, comma 4, cod. proc. pen., le spese processuali sono da porre a carico della querelata, odierna ricorrente.
P.Q.M.
Annulla senza rinvio la sentenza impugnata, perché il reato è estinto per remissione di querela. Condanna l’imputata al pagamento delle spese processuali.
Così deciso il 15 maggio 2024
Il C nsigli re estensore
Il Presldedte