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Remissione di querela: annullata condanna per minacce

Un uomo condannato per reingresso illegale e minacce si rivolge alla Cassazione. Nel corso del giudizio, la vittima delle minacce procede con la remissione di querela. La Suprema Corte annulla la condanna per le minacce, riducendo la pena, poiché la remissione estingue il reato, mentre dichiara inammissibile il ricorso per il reato di immigrazione in quanto manifestamente infondato.

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Pubblicato il 12 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Remissione di querela in Cassazione: Come può cambiare l’esito di un processo

La remissione di querela rappresenta uno strumento fondamentale nel diritto penale, capace di estinguere un reato anche nelle fasi più avanzate del procedimento. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha ribadito la sua efficacia, annullando una condanna per minacce nonostante il ricorso fosse, per altri capi d’accusa, palesemente infondato. Questo caso offre spunti cruciali sull’interazione tra cause di estinzione del reato e limiti del giudizio di legittimità.

I Fatti del Caso

Un individuo era stato condannato in primo e secondo grado per due distinti reati. Il primo, previsto dalla legge sull’immigrazione, riguardava il suo reingresso illegale nel territorio nazionale dopo un provvedimento di espulsione. Il secondo era un reato di minacce, perpetrato ai danni della sua ex coniuge.
Il Tribunale, riconoscendo la continuazione tra i due illeciti, aveva inflitto una pena complessiva di un anno e quindici giorni di reclusione, di cui un anno come pena base per il reato più grave (reingresso illegale) e quindici giorni in aumento per le minacce.

I Motivi del Ricorso in Cassazione

L’imputato ha presentato ricorso alla Corte di Cassazione basandosi su due argomentazioni principali:
1. Per il reato di immigrazione, ha lamentato un vizio procedurale, ossia la presunta mancata allegazione agli atti del provvedimento di espulsione.
2. Per il reato di minacce, la difesa ha depositato un atto decisivo: la remissione di querela da parte della persona offesa e la relativa accettazione da parte dell’imputato.

La Decisione della Corte sulla Remissione di Querela

La Suprema Corte ha accolto pienamente la tesi difensiva riguardo al reato di minacce. Ha ribadito un principio consolidato: la remissione di querela, intervenuta e ritualmente accettata, determina l’estinzione del reato ai sensi dell’art. 152 del codice penale. Questa causa estintiva prevale su eventuali vizi del ricorso, inclusa l’inammissibilità, a condizione che l’impugnazione sia stata proposta tempestivamente. Di conseguenza, i giudici hanno annullato senza rinvio la sentenza limitatamente a tale accusa, eliminando la relativa porzione di pena di quindici giorni.

L’Inammissibilità del Ricorso per l’Immigrazione

Di segno opposto è stata la valutazione sull’altro capo di imputazione. La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile per manifesta infondatezza. I giudici hanno osservato che la Corte d’Appello aveva fornito una motivazione adeguata e logica, confermando che il provvedimento di espulsione risultava dagli atti ed era stato regolarmente eseguito. La doglianza dell’imputato è stata ritenuta generica e tesa a ottenere una nuova, e inammissibile, valutazione dei fatti, compito che non spetta alla Corte di Cassazione, la quale si limita a un controllo di legittimità.

Le Motivazioni

La Corte di Cassazione ha operato una netta distinzione tra i due motivi di ricorso. Per quanto riguarda il reato di minacce, l’intervenuta remissione di querela costituisce una causa di estinzione del reato che deve essere immediatamente dichiarata dal giudice, travolgendo ogni altra questione, comprese quelle relative all’ammissibilità del ricorso stesso. Questo principio garantisce la prevalenza della volontà della persona offesa nei reati procedibili a querela. Relativamente al reato di reingresso illegale, invece, la Corte ha sottolineato come il ricorso non contestasse specificamente il ragionamento logico-giuridico della sentenza impugnata, ma si limitasse a una lamentela generica e fattuale, eccedendo così i limiti del giudizio di legittimità.

Conclusioni

La sentenza in esame è emblematica perché chiarisce due aspetti fondamentali della procedura penale. In primo luogo, conferma la forza risolutiva della remissione di querela, che può portare all’estinzione del reato persino davanti alla Suprema Corte. In secondo luogo, ribadisce la natura del giudizio di Cassazione come un controllo sulla corretta applicazione della legge e sulla logicità della motivazione, e non come un terzo grado di merito. La decisione ha quindi portato a un esito duplice: l’annullamento parziale della condanna con la rideterminazione della pena finale a un anno di reclusione.

Cosa succede se la vittima di minacce ritira la querela durante il ricorso in Cassazione?
Il reato si estingue. La Corte di Cassazione è tenuta ad annullare la condanna per quel specifico reato, rideterminando la pena complessiva, poiché la remissione della querela prevale su altre questioni processuali.

La remissione di querela ha effetto anche se il ricorso è inammissibile per altri motivi?
Sì, la sentenza chiarisce che la causa di estinzione del reato derivante dalla remissione di querela prevale su eventuali cause di inammissibilità, a condizione che il ricorso sia stato proposto tempestivamente.

Perché il ricorso relativo al reato di reingresso illegale è stato dichiarato inammissibile?
È stato dichiarato inammissibile perché le censure sono state ritenute generiche e manifestamente infondate. L’imputato non ha contestato in modo specifico il ragionamento della Corte d’Appello, ma ha tentato di ottenere una nuova valutazione dei fatti, attività che non è consentita nel giudizio di legittimità.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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