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Remissione di querela: annullata condanna per furto

La Corte di Cassazione ha annullato una condanna per tentato furto aggravato a seguito di una modifica legislativa che ha reso il reato procedibile a querela. Poiché in primo grado era già intervenuta la remissione di querela da parte della persona offesa, accettata dagli imputati, la Corte ha dichiarato l’estinzione del reato. La sentenza sottolinea che la remissione di querela prevale su eventuali cause di inammissibilità del ricorso, portando all’annullamento senza rinvio della sentenza impugnata.

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Pubblicato il 19 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Remissione di Querela: La Cassazione Annulla la Condanna per Furto Aggravato

Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 971/2024) offre un importante chiarimento sugli effetti della remissione di querela a seguito delle modifiche legislative che hanno cambiato il regime di procedibilità per il reato di furto aggravato. La pronuncia evidenzia come una modifica normativa favorevole all’imputato possa determinare l’estinzione del reato anche in fase di legittimità, prevalendo su altre questioni processuali.

Il Contesto del Ricorso

Il caso trae origine da un ricorso presentato da due imputati contro una sentenza della Corte di Appello di Palermo, che aveva confermato la loro condanna per il reato di tentato furto aggravato, commesso esponendo alla pubblica fede la refurtiva. Gli imputati, attraverso il loro difensore, avevano articolato diversi motivi di ricorso, ma l’esito del giudizio si è concentrato su un aspetto dirimente, emerso solo successivamente alla condanna.

La Riforma e l’Impatto sulla Remissione di Querela

L’elemento chiave della decisione è l’entrata in vigore del d.lgs. n. 150 del 2022, che ha modificato il regime di procedibilità per il delitto di furto aggravato. La nuova normativa ha stabilito che, salvo specifiche eccezioni, tale reato è ora procedibile a querela di parte. Questa modifica ha avuto un impatto retroattivo sul caso in esame, in quanto nel corso del giudizio di primo grado era già intervenuta una remissione di querela da parte della persona offesa, regolarmente accettata dagli imputati. Sebbene all’epoca dei fatti e della condanna in appello il reato fosse procedibile d’ufficio, la nuova legge ha reso quella remissione, precedentemente ininfluente, un atto decisivo per l’estinzione del reato.

La Prevalenza della Causa Estintiva

La difesa aveva insistito per l’accoglimento del ricorso, valorizzando proprio la pregressa remissione. La Cassazione ha ritenuto questo punto fondato. La Corte ha richiamato il principio del “diritto vivente”, consolidato dalle Sezioni Unite, secondo cui la remissione di querela, nel determinare l’estinzione del reato, prevale su eventuali cause di inammissibilità del ricorso. Questo avviene perché la remissione non è solo una causa di estinzione del reato, ma paralizza la stessa perseguibilità dell’azione penale, estinguendo il diritto punitivo dello Stato.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte Suprema ha motivato la sua decisione di annullamento senza rinvio sulla base di una chiara gerarchia di valori processuali. Sebbene i motivi di ricorso fossero stati ritenuti inammissibili nel merito, la sopravvenuta causa di estinzione del reato doveva essere rilevata e dichiarata prioritariamente. La Corte ha spiegato che la remissione di querela opera fino al momento della condanna irrevocabile. Poiché il ricorso era stato presentato tempestivamente, la sentenza non era ancora definitiva, permettendo così l’applicazione della nuova disciplina più favorevole.

La sentenza chiarisce che l’effetto estintivo della remissione è talmente potente da superare le questioni relative all’ammissibilità dei motivi di impugnazione, ad eccezione del caso di tardività del ricorso stesso. Non essendo emersi elementi di prova evidenti dell’innocenza degli imputati che avrebbero potuto condurre a un proscioglimento nel merito, la Corte ha proceduto a dichiarare l’estinzione del reato.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

In conclusione, la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza impugnata perché il reato di furto aggravato è stato estinto per effetto della remissione della querela, resa efficace dalla nuova legge. Gli imputati sono stati condannati unicamente al pagamento delle spese processuali, come previsto dalla legge in caso di estinzione per remissione.

Questa decisione conferma un principio fondamentale del nostro ordinamento: l’immediata applicabilità delle norme più favorevoli all’imputato (favor rei) e la forza risolutiva della volontà della persona offesa nei reati divenuti procedibili a querela. Per gli operatori del diritto, ciò significa prestare la massima attenzione alle modifiche legislative sul regime di procedibilità, poiché possono avere effetti determinanti anche su procedimenti in fase avanzata, trasformando atti precedentemente irrilevanti, come una remissione, nella chiave di volta per la definizione del processo.

Perché la Corte di Cassazione ha annullato la condanna per furto aggravato?
La condanna è stata annullata perché una nuova legge (d.lgs. n. 150/2022) ha reso il furto aggravato un reato procedibile a querela di parte. Poiché nel corso del processo la persona offesa aveva già rimesso la querela e gli imputati avevano accettato, il reato si è estinto.

La remissione di querela prevale su un ricorso inammissibile?
Sì, la sentenza afferma che la remissione della querela, in quanto causa di estinzione del reato, prevale su eventuali cause di inammissibilità del ricorso, a condizione che quest’ultimo sia stato proposto tempestivamente. Questo perché la remissione estingue il diritto punitivo dello Stato.

Chi paga le spese processuali in caso di estinzione del reato per remissione di querela?
La sentenza stabilisce che, in mancanza di un accordo diverso tra le parti, le spese processuali sono a carico degli imputati (i querelati) che hanno accettato la remissione, come previsto dall’art. 340 del codice di procedura penale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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