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Remissione di querela: annullata condanna per furto

La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza di condanna per furto emessa dalla Corte d’Appello. La decisione si fonda sul fatto che la corte territoriale aveva ignorato la remissione di querela presentata dalla persona offesa e accettata dall’imputato. Nonostante i documenti fossero stati regolarmente depositati, i giudici di secondo grado avevano confermato la condanna. La Cassazione ha quindi dichiarato l’estinzione del reato per remissione di querela, annullando la sentenza senza rinvio e ponendo le spese processuali a carico dell’imputato.

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Pubblicato il 9 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Remissione di Querela: Quando un Accordo Estingue il Reato di Furto

La remissione di querela rappresenta uno strumento fondamentale nel nostro ordinamento giuridico, capace di porre fine a un procedimento penale attraverso un accordo tra le parti. Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 687/2025) ha ribadito l’importanza di questo istituto, annullando una condanna per furto a causa di un grave errore procedurale da parte della Corte d’Appello, che aveva ignorato l’avvenuta remissione. Questo caso offre uno spunto prezioso per comprendere come e quando la volontà della persona offesa possa determinare l’estinzione di un reato.

I Fatti del Caso: un Errore Giudiziario Evitato

Il caso trae origine da una condanna per il reato di furto, ex art. 624 c.p., commesso nel 2017. Dopo la condanna in primo grado, il processo era giunto dinanzi alla Corte d’Appello di Palermo. Durante questa fase, era intervenuto un fatto nuovo e decisivo: la persona offesa aveva formalmente ritirato la propria querela e l’imputato aveva contestualmente accettato tale remissione. Gli atti che attestavano questo accordo erano stati depositati tempestivamente in cancelleria, sia in formato telematico che cartaceo, ben prima della decisione finale.

Sorprendentemente, la Corte d’Appello, nel decidere il caso in data 16 aprile 2024, non teneva in alcun conto questi documenti. Nonostante la difesa avesse insistito, nelle proprie conclusioni, per la dichiarazione di estinzione del reato, i giudici di secondo grado confermavano la condanna, ignorando di fatto l’avvenuta remissione di querela.

La Decisione della Cassazione e l’Importanza della Remissione di Querela

L’imputato, tramite il suo difensore, ha proposto ricorso per Cassazione, lamentando proprio questo palese errore procedurale. La Suprema Corte ha accolto il ricorso, ritenendolo fondato.

I giudici di legittimità hanno evidenziato come la remissione della querela e la sua accettazione fossero emerse chiaramente dagli atti processuali. L’accordo tra le parti era stato formalizzato e depositato ritualmente, rendendo procedibile la dichiarazione di estinzione del reato. L’errore della Corte d’Appello nel non considerare tali elementi ha viziato la sentenza, rendendola illegittima. Di conseguenza, la Cassazione ha annullato la sentenza impugnata senza rinvio, dichiarando il reato estinto proprio per effetto della remissione.

Le Motivazioni: la Correttezza Procedurale è Fondamentale

La Corte di Cassazione ha motivato la sua decisione sottolineando il valore giuridico dell’intervenuta remissione. Una volta che la remissione e l’accettazione sono formalizzate e portate a conoscenza del giudice, quest’ultimo è tenuto a prenderne atto e a dichiarare l’estinzione del reato. Non si tratta di una facoltà discrezionale, ma di un obbligo di legge.

Nel caso specifico, la Corte ha specificato che non erano emersi elementi tali da far ritenere evidente l’innocenza dell’imputato (circostanza che avrebbe portato a un proscioglimento nel merito). Tuttavia, la causa estintiva del reato, essendo sopravvenuta e ritualmente documentata, doveva prevalere, portando all’annullamento della condanna. La Corte ha inoltre disposto, come previsto dall’art. 340 del codice di procedura penale, che le spese processuali rimanessero a carico dell’imputato, in assenza di un diverso accordo tra le parti (deroga pattizia).

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa pronuncia riafferma un principio cardine del diritto processuale penale: gli atti delle parti, se ritualmente compiuti, devono essere presi in debita considerazione dal giudice. Ignorare un atto decisivo come la remissione di querela costituisce un errore che invalida la sentenza. La decisione sottolinea come gli istituti deflattivi del processo, come la remissione, siano essenziali per l’efficienza della giustizia e per rispecchiare la volontà delle parti coinvolte, specialmente per reati che tutelano interessi privati. Per gli imputati e i loro difensori, questo caso evidenzia l’importanza di formalizzare e depositare tempestivamente ogni atto rilevante, confidando che il sistema giudiziario, fino al suo massimo grado, ne riconosca la validità e gli effetti.

Cosa succede se la vittima di un reato ritira la querela durante il processo?
Se la vittima ritira la querela (remissione) e l’imputato accetta, il reato si estingue. Il giudice, una volta accertata la regolarità degli atti, deve dichiarare l’estinzione e terminare il procedimento penale, come stabilito in questa sentenza.

Perché la Corte di Cassazione ha annullato la condanna nonostante fosse stata confermata in appello?
La Cassazione ha annullato la condanna perché la Corte d’Appello ha commesso un errore procedurale, ignorando completamente i documenti, regolarmente depositati, che attestavano la remissione della querela e la sua accettazione. Tale remissione avrebbe dovuto portare all’immediata estinzione del reato.

In caso di estinzione del reato per remissione di querela, chi paga le spese del processo?
Come specificato dalla sentenza in base all’art. 340 del codice di procedura penale, se le parti non hanno stabilito diversamente, le spese processuali sono a carico della persona a cui è stato contestato il reato (imputato/querelato).

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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