Remissione di Querela: Come Annulla una Condanna in Cassazione
La remissione di querela rappresenta uno strumento fondamentale nel diritto penale, capace di estinguere un reato e porre fine a un procedimento giudiziario. Una recente sentenza della Corte di Cassazione illustra perfettamente l’efficacia di questo istituto, anche quando il processo è giunto alla sua fase finale. Vediamo come la volontà della persona offesa possa rivelarsi decisiva, portando all’annullamento di una condanna già confermata in appello.
I Fatti del Caso
Due individui venivano condannati sia dal Tribunale che dalla Corte d’Appello per il reato di furto pluriaggravato in concorso. Ritenendo ingiusta la sentenza, i due imputati proponevano ricorso per Cassazione, lamentando una violazione di legge nella determinazione della pena e nel diniego della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, prevista dall’art. 131-bis del codice penale.
L’Intervento Decisivo: la Remissione di Querela
I ricorsi erano stati inizialmente assegnati a una procedura semplificata (de plano), poiché proposti tardivamente. Tuttavia, un evento nuovo e determinante ha cambiato le sorti del processo. La difesa degli imputati ha depositato una memoria in cui comunicava l’avvenuta remissione di querela da parte della persona offesa, formalizzata il 20 novembre 2024. Pochi giorni dopo, il 26 novembre 2024, il procuratore speciale degli imputati ha formalmente accettato tale remissione.
Questo atto ha spostato il focus della Corte dalla valutazione dei motivi di ricorso alla presa d’atto di una causa di estinzione del reato. La remissione, infatti, quando accettata, produce l’effetto di far cessare la pretesa punitiva dello Stato per quei reati che non sono perseguibili d’ufficio.
La Decisione della Corte di Cassazione
La Suprema Corte, ricevuta la comunicazione della remissione e della relativa accettazione, non ha potuto fare altro che prenderne atto. La volontà concorde delle parti – la persona offesa che rimette la querela e l’imputato che accetta – è sufficiente a estinguere il reato.
Di conseguenza, i giudici hanno annullato la sentenza di condanna impugnata senza disporre un nuovo processo (annullamento senza rinvio).
Le Motivazioni della Sentenza
La motivazione della Corte è lineare e si fonda su un principio cardine del diritto processuale penale. L’estinzione del reato per remissione di querela è una causa di improcedibilità che prevale su ogni altra valutazione, inclusa l’analisi dei motivi di ricorso. Poiché il reato è stato estinto, non vi è più materia del contendere. La Corte ha quindi il dovere di dichiararlo, annullando la sentenza di condanna. La decisione ha anche stabilito che gli imputati debbano farsi carico delle spese processuali, una conseguenza tipica in questi casi di estinzione del reato.
Conclusioni
Questa sentenza ribadisce la portata risolutiva della remissione di querela. Dimostra che tale istituto può essere validamente utilizzato in ogni stato e grado del procedimento, persino durante il giudizio di legittimità davanti alla Cassazione. Per gli imputati, rappresenta una via d’uscita definitiva dal processo penale, mentre per l’ordinamento costituisce un meccanismo che valorizza la volontà della vittima e favorisce la composizione dei conflitti, alleggerendo il carico giudiziario. Un chiaro esempio di come la giustizia riparativa possa trovare spazio ed efficacia anche nelle fasi più avanzate del processo.
Cosa succede se la vittima ritira la querela mentre è in corso un ricorso in Cassazione?
La Corte di Cassazione, una volta verificata la validità della remissione e della relativa accettazione, dichiara il reato estinto e annulla la sentenza di condanna senza rinvio, chiudendo definitivamente il processo.
Chi paga le spese processuali in caso di estinzione del reato per remissione di querela in Cassazione?
Secondo quanto stabilito dalla sentenza, anche in caso di annullamento della condanna per estinzione del reato, gli imputati sono tenuti al pagamento delle spese processuali sostenute fino a quel momento.
La remissione di querela rende irrilevanti i motivi del ricorso?
Sì. L’estinzione del reato è una questione pregiudiziale che assorbe e supera l’analisi dei motivi di ricorso. La Corte non entra nel merito delle doglianze (es. calcolo della pena, tenuità del fatto) perché il reato stesso non è più perseguibile.
Testo del provvedimento
Sentenza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 11098 Anno 2025
Penale Sent. Sez. 7 Num. 11098 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: NOME
Data Udienza: 12/12/2024
SENTENZA
sui ricorsi proposti da:
NOME nato a PESCHIERA DEL GARDA il 11/11/1995
COGNOME NOME nato a SOAVE il 29/08/1995
avverso la sentenza del 21/02/2024 della CORTE APPELLO di BOLOGNA
dato aWiì1e parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME
MOTIVI DELLA DECISIONE
NOME COGNOME e NOME COGNOME ricorrono, con due distinti atti d contenuto identico, avverso la sentenza della Corte di appello di Bologna che h confermato la pronuncia di condanna resa il 20/09/2017 dal Tribunale di Ferrara per i reato di furto pluriaggravato in concorso.
Deducono violazione di legge in relazione alla determinazione della pena e al diniego di applicazione della causa di non punibilità di cui all’art. 131-bis cod. pe
I ricorsi erano stati assegnati alla procedura de plano perché proposti tardivamente. In data 26 novembre 2024 è, tuttavia, pervenuta memoria difensiva del difensore nonché procuratore speciale degli imputati, avv. NOME COGNOME che ha comunicato l’intervenuta remissione di querela, avvenuta in data 20 novembre 2024, da parte della persona offesa, con la relativa accettazione, avvenuta in data novembre 2024, da parte del predetto procuratore.
La sentenza impugnata va pertanto annullata senza rinvio perché il reato è estinto per remissione di querela. Gli imputati vanno condannati al pagamento delle spese processuali.
P.Q.M.
Annulla senza rinvio la sentenza impugnata, perché il reato è estinto per remissione di querela. Condanna gli imputati al pagamento delle spese processual(i).
Così deciso il 12 dicembre 2024
Il Consigliere estensore
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