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Remissione di querela: annullamento senza rinvio

La Corte di Cassazione ha annullato una condanna per truffa a seguito della remissione di querela da parte della persona offesa, accettata dall’imputato. Nonostante la precedente conferma della condanna in appello, la sopravvenuta carenza della condizione di procedibilità ha portato all’estinzione del reato e all’annullamento senza rinvio della sentenza, evidenziando l’importanza della remissione di querela nel processo penale.

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Pubblicato il 16 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Remissione di querela: Come Annulla una Condanna per Truffa

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha riaffermato un principio fondamentale del nostro ordinamento giuridico: la remissione di querela può estinguere il reato e portare all’annullamento di una condanna, anche se questa è già stata confermata in appello. Questo caso dimostra come un atto proveniente dalla volontà della persona offesa possa avere un impatto decisivo sull’esito di un processo penale, determinandone la conclusione definitiva.

I Fatti del Processo: Dalla Condanna alla Cassazione

Il caso in esame riguarda un individuo condannato per il reato di truffa. La sua colpevolezza era stata inizialmente stabilita in primo grado e successivamente confermata dalla Corte di Appello di Firenze, che aveva anche riconosciuto la sussistenza della recidiva reiterata. Sembrava una situazione giuridica ormai consolidata, ma la difesa ha deciso di presentare ricorso per Cassazione, contestando la violazione di legge e i vizi di motivazione della sentenza d’appello.

La Svolta: L’Impatto Decisivo della Remissione di Querela

L’elemento che ha cambiato radicalmente le sorti del procedimento è intervenuto proprio durante il periodo concesso per la presentazione del ricorso. In questa fase, la persona offesa dal reato ha deciso di ritirare la propria querela, e l’imputato ha formalmente accettato tale remissione. Questo atto bilaterale, che manifesta la volontà di porre fine alla controversia penale, ha introdotto un elemento nuovo e determinante nel giudizio.

La difesa ha prontamente allegato questo fatto al proprio ricorso, chiedendo alla Suprema Corte di prendere atto della situazione e di annullare la sentenza impugnata senza rinvio.

L’Analisi Giuridica della Suprema Corte

La Corte di Cassazione, investita della questione, ha accolto la richiesta della difesa, trovando pieno sostegno anche nella posizione del Sostituto Procuratore generale. L’analisi dei giudici si è concentrata sull’effetto estintivo della remissione di querela.

La Carenza della Condizione di Procedibilità

Il reato di truffa, nella sua forma base, è procedibile a querela di parte. Ciò significa che lo Stato può avviare un’azione penale solo se la vittima lo richiede esplicitamente. La querela è, quindi, una ‘condizione di procedibilità’. Se questa condizione viene a mancare in qualsiasi momento del processo, anche dopo una condanna, il procedimento non può più proseguire. Con la remissione della querela, accettata dall’imputato, è venuta meno la condizione che legittimava l’azione penale stessa.

La Decisione: Annullamento Senza Rinvio

Preso atto della sopravvenuta carenza della condizione di procedibilità, il collegio ha stabilito che non vi era altra soluzione se non annullare la sentenza di condanna. L’annullamento è stato disposto ‘senza rinvio’ perché non vi erano ulteriori questioni di merito da decidere: il reato era semplicemente estinto. Di conseguenza, la sentenza della Corte di Appello è stata definitivamente cancellata.

Le motivazioni

La motivazione della Suprema Corte è lineare e si fonda su un principio cardine della procedura penale. L’estinzione del reato per remissione della querela è un evento che prevale su una precedente affermazione di colpevolezza non ancora passata in giudicato. La volontà della persona offesa di non voler più perseguire l’autore del reato, quando accettata, produce un effetto tombale sul procedimento. La Corte non ha fatto altro che applicare la legge, riconoscendo che il presupposto stesso dell’azione penale era venuto a mancare. La condanna dell’imputato al pagamento delle spese processuali, nonostante l’annullamento, è una conseguenza prevista dall’art. 340, comma 4, del codice di procedura penale, che pone a carico del querelato le spese in caso di remissione, salvo diverso accordo tra le parti.

Le conclusioni

Questa sentenza evidenzia l’importanza strategica della remissione di querela come strumento di risoluzione dei conflitti. Dimostra che, per i reati procedibili a querela, la volontà conciliativa delle parti può determinare la fine del processo in ogni sua fase e grado, superando anche una condanna non ancora definitiva. Per gli operatori del diritto, ciò sottolinea la necessità di considerare sempre le vie della composizione stragiudiziale della lite, mentre per i cittadini offre una chiara visione di come la loro volontà possa influenzare direttamente l’esercizio della giurisdizione penale.

Cosa succede se la vittima di un reato ritira la querela dopo una condanna di secondo grado?
Se la remissione di querela interviene prima che la condanna diventi definitiva, come nel caso di un ricorso in Cassazione pendente, il reato si estingue. Di conseguenza, la Corte di Cassazione annulla la sentenza di condanna.

Perché la Cassazione ha annullato la sentenza ‘senza rinvio’?
La Corte ha annullato la sentenza ‘senza rinvio’ perché, una volta estinto il reato per remissione di querela, non c’era più nulla da giudicare. Non era necessario un nuovo processo in un’altra corte, in quanto la questione era definitivamente risolta a livello procedurale.

L’imputato deve comunque pagare le spese processuali se il reato è estinto?
Sì. Come stabilito dalla Corte e previsto dalla legge (art. 340, comma 4, c.p.p.), in caso di remissione della querela, l’imputato (querelato) è condannato al pagamento delle spese processuali, a meno che le parti non abbiano concordato diversamente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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