Remissione di Querela Tardiva: La Cassazione Annulla la Condanna
Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha riaffermato un principio fondamentale del diritto processuale penale: l’efficacia della remissione di querela anche quando la sua comunicazione giunge in ritardo al giudice. Questo caso dimostra come la volontà della persona offesa possa determinare l’estinzione del reato, portando all’annullamento di una condanna già pronunciata in appello. Analizziamo insieme i dettagli di questa importante decisione.
I Fatti del Processo
La vicenda processuale ha inizio con la condanna di un’imputata da parte del Tribunale, confermata successivamente dalla Corte d’Appello, per un reato procedibile a querela di parte (nello specifico, truffa in concorso). L’imputata, tramite il proprio difensore, ha presentato ricorso per cassazione, basando la sua difesa su un unico, ma decisivo, motivo.
Prima che si tenesse l’udienza davanti alla Corte d’Appello, era già intervenuto un accordo tra le parti che aveva portato alla remissione della querela da parte della persona offesa e alla relativa accettazione da parte dell’imputata. Tuttavia, a causa di un ritardo postale, la documentazione che attestava tale atto non era pervenuta alla Corte d’Appello in tempo utile per la decisione. Di conseguenza, i giudici di secondo grado, ignari dell’avvenuta estinzione del reato, avevano confermato la condanna.
La Decisione della Corte sulla remissione di querela
Investita della questione, la Corte di Cassazione ha accolto il ricorso dell’imputata. I giudici supremi hanno constatato che, sulla base della documentazione prodotta dalla difesa, la condizione di procedibilità (la querela) era effettivamente venuta meno prima della sentenza d’appello. Il ritardo nella comunicazione, dovuto a cause non imputabili all’imputata, non poteva inficiare l’effetto estintivo della remissione.
La rilevanza della documentazione tardiva
La Corte ha sottolineato che l’atto di remissione era stato ricevuto e formalizzato il 13 gennaio 2023, ma inviato alla cancelleria della Corte d’Appello solo il 24 gennaio 2023, il giorno dopo la decisione (emessa il 23 gennaio 2023). Questo ritardo ha impedito alla Corte d’Appello di prenderne atto. Tuttavia, per la Cassazione, ciò che conta è il momento in cui l’atto giuridico (la remissione accettata) si è perfezionato, non il momento in cui viene materialmente conosciuto dal giudice.
Le Motivazioni della Sentenza
Le motivazioni della Cassazione sono radicate nel principio secondo cui le condizioni di procedibilità devono sussistere per tutta la durata del processo. La remissione della querela, accettata dall’imputato, fa venir meno tale condizione e produce l’immediata estinzione del reato. Di conseguenza, una sentenza di condanna emessa quando il reato è già estinto è illegittima e deve essere annullata.
La Corte ha quindi disposto l’annullamento senza rinvio della sentenza impugnata. Questa formula significa che la decisione è definitiva e non ci sarà un nuovo processo d’appello, proprio perché il reato non è più perseguibile. Tuttavia, in linea con la prassi consolidata, ha condannato l’imputata al pagamento delle spese processuali, poiché la remissione è un atto che chiude il procedimento per ragioni non legate a una piena assoluzione nel merito.
Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche
Questa sentenza offre importanti spunti pratici. In primo luogo, ribadisce che la remissione di querela è un atto che produce effetti sostanziali immediati, indipendentemente dalla sua tempestiva comunicazione all’autorità giudiziaria. In secondo luogo, evidenzia l’importanza per la difesa di documentare e far valere prontamente tali circostanze estintive in ogni stato e grado del procedimento, anche in Cassazione, se necessario. Infine, chiarisce che l’estinzione del reato per remissione non esonera l’imputato dal pagamento delle spese processuali maturate fino a quel momento.
Cosa succede se la remissione di querela viene comunicata al giudice dopo la sentenza?
Se la remissione e la relativa accettazione sono avvenute prima della decisione del giudice, essa è pienamente valida ed efficace. Come dimostra questa sentenza, anche se la documentazione arriva in ritardo, la Corte di Cassazione può annullare la condanna perché il reato si è estinto nel momento in cui la remissione si è perfezionata.
Perché la sentenza è stata annullata ‘senza rinvio’?
La formula ‘annullamento senza rinvio’ viene utilizzata quando la Corte di Cassazione risolve la questione in modo definitivo, senza la necessità di un nuovo giudizio. In questo caso, essendo il reato estinto per remissione della querela, non c’era più materia per un nuovo processo d’appello, rendendo la decisione finale.
Chi paga le spese processuali in caso di estinzione del reato per remissione di querela?
Secondo la decisione della Corte, anche se il reato è estinto e la condanna annullata, l’imputato è comunque tenuto al pagamento delle spese processuali. Questo perché l’estinzione del reato per remissione non equivale a un’assoluzione nel merito per insussistenza del fatto o perché l’imputato non lo ha commesso.
Testo del provvedimento
Sentenza di Cassazione Penale Sez. 2 Num. 4914 Anno 2024
Penale Sent. Sez. 2 Num. 4914 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 17/11/2023
SENTENZA
sul ricorso proposto da:
NOME nata a PATTI il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 23/01/2023 della CORTE APPELLO di MESSINA
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
lette le conclusioni del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore NOME COGNOME che ha chiesto l’annullamento della sentenza impugnata per sopravvenuto difetto di valida condizione di procedibilità;
lette le conclusioni del difensore della ricorrente, AVV_NOTAIO, che ha chiesto l’accoglimento del motivo di ricorso con ogni conseguente statuizione.
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
La Corte di appello di Messina ha confermato in data 23/01/2023 la sentenza del 16/11/2021 del Tribunale di Patti con la quale NOME è stata condannata alla pena di giustizia per il reato alla stessa ascritto in rubrica (artt. 8 110, 640 cod. pen.).
Avverso la predetta sentenza ha proposto ricorso per cassazione, per mezzo del proprio difensore, COGNOME NOME che con unico motivo di ricorso ha dedotto la assenza sopravvenuta della condizione di procedibilità, rappresentando e documentando che, prima della celebrazione della udienza di appello, era intervenuta remissione di querela con relativa accettazione; solo un ritardo postale aveva impedito alla Corte di Appello di avere la disponibilità di tale documentazione al momento della decisione.
Il Procuratore generale ha concluso chiedendo l’annullamento della sentenza impugnata per sopravvenuto difetto di valida condizione di procedibilità.
Il ricorso è fondato. Sulla base di quanto rappresentato e documentato dalla difesa difetta la condizione di procedibilità in ragione della sopravvenuta remissione di querela con relativa accettazione, come emergente dalla documentazione allegata, dalla quale si evince anche come tale documentazione non sia stata tempestivamente portata a conoscenza della Corte di appello dal personale operante che provvedeva alla formalizzazione della rinuncia (ricevuta in data 13/01/2023 e inviata solo in data 24/01/2023). Ne consegue l’annullamento senza rinvio della sentenza impugnata perché il reato è estinto per remissione di querela con condanna dell’imputata al pagamento delle spese processuali.
P.Q.M.
Annulla senza rinvio la sentenza impugnata perché il reato è estinto per remissione d querela.
Condannatimputata al pagamento delle spese processuali.
Così deciso il 17 novembre 2023.