LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Remissione di querela: annullamento senza rinvio

La Corte di Cassazione annulla una sentenza di condanna a seguito della remissione di querela da parte della persona offesa. La Corte chiarisce che il ricorso è ammissibile anche al solo fine di presentare la querela ritirata, se ciò avviene dopo la sentenza impugnata ma prima della scadenza del termine per l’appello. Il reato, procedibile a querela, si estingue e la sentenza viene annullata senza rinvio, con spese a carico del querelato.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 11 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Remissione di querela: Come Annulla la Condanna Anche Dopo la Sentenza

La remissione di querela rappresenta un istituto fondamentale del nostro ordinamento penale, capace di estinguere un reato e porre fine a un procedimento. Ma cosa accade se questa decisione interviene dopo che è già stata emessa una sentenza di condanna? Una recente pronuncia della Corte di Cassazione, la n. 5382 del 2025, offre un chiarimento decisivo, confermando che la volontà della persona offesa può essere determinante anche in una fase avanzata del processo.

Il Caso in Analisi: Dalla Condanna all’Estinzione del Reato

La vicenda processuale ha origine da una sentenza di condanna emessa dal Tribunale di Torino. L’imputato, ritenuto colpevole, decideva di presentare ricorso per Cassazione. Tuttavia, l’elemento cruciale che ha cambiato le sorti del giudizio non era un motivo di diritto legato ai fatti, ma un evento successivo: la persona offesa aveva deciso di ritirare la propria querela e l’imputato aveva formalmente accettato tale decisione. Questo accordo era stato verbalizzato presso la competente Stazione dei Carabinieri.

La Procedibilità a Querela come Fulcro della Questione

Il reato per cui si procedeva era uno di quelli definiti “procedibili a querela di parte”. Questo significa che, per legge, l’azione penale non può essere avviata (o proseguita) senza la specifica richiesta della vittima. La querela è, dunque, una condizione di procedibilità essenziale. Se questa condizione viene a mancare, ad esempio tramite una remissione, il processo non può più continuare.

La Remissione di querela Dopo la Sentenza di Condanna

Il punto più interessante chiarito dalla Suprema Corte riguarda la tempistica. È ammissibile un ricorso per cassazione presentato al solo scopo di far valere una remissione di querela intervenuta dopo la sentenza di condanna? La risposta è affermativa. La Corte ha ribadito un principio già consolidato: se la remissione e la relativa accettazione avvengono dopo la sentenza impugnata, ma prima che scada il termine per presentare l’impugnazione, esse sono pienamente valide ed efficaci. Il ricorso diventa quindi il veicolo processuale per “introdurre” questo nuovo fatto estintivo nel giudizio.

La Decisione della Corte di Cassazione: Annullamento Definitivo

Preso atto della rituale remissione ed accettazione, la Corte di Cassazione ha concluso che il reato doveva considerarsi estinto. Di conseguenza, non era necessario esaminare nel merito i motivi del ricorso. La sentenza di condanna del Tribunale di Torino è stata “annullata senza rinvio”. Questa formula significa che la decisione è stata cancellata in via definitiva, senza la necessità di un nuovo processo, poiché la base stessa dell’azione penale era venuta meno.

Le Motivazioni

La Corte ha fondato la sua decisione su una chiara linea logico-giuridica. In primo luogo, ha riconosciuto l’ammissibilità del ricorso, citando precedenti conformi (Cass. n. 38156/2022 e n. 49226/2016) che ammettono l’impugnazione anche per il solo fine di far valere la remissione. In secondo luogo, ha verificato che il delitto contestato fosse procedibile a querela. Constatato ciò, la remissione, ritualmente accettata, ha prodotto il suo effetto naturale: l’estinzione del reato. L’annullamento senza rinvio è stata la conseguenza inevitabile, poiché non vi era più alcun reato da giudicare. Infine, la Corte ha applicato l’articolo 340, comma 4, del codice di procedura penale, ponendo le spese del procedimento a carico del querelato, ovvero dell’imputato che ha beneficiato dell’estinzione del reato.

Le Conclusioni

Questa sentenza riafferma un principio di civiltà giuridica: la volontà della persona offesa, nei reati non particolarmente gravi, ha un peso preponderante e può portare alla risoluzione della controversia anche dopo una condanna. Per gli avvocati e gli imputati, ciò significa che la via della conciliazione rimane aperta anche in fasi avanzate del procedimento. La decisione chiarisce che il ricorso per cassazione può essere utilizzato come strumento efficace per formalizzare un accordo raggiunto tra le parti, garantendo una chiusura rapida e definitiva del contenzioso penale, con il solo onere delle spese processuali a carico di chi accetta la remissione.

È possibile presentare una remissione di querela dopo essere stati condannati in primo grado?
Sì, la sentenza stabilisce che la remissione di querela, se interviene dopo la sentenza di condanna ma prima della scadenza del termine per presentare l’impugnazione, è valida e può essere introdotta nel processo tramite il ricorso per cassazione.

Qual è l’effetto della remissione di querela sulla sentenza di condanna?
L’effetto è l’estinzione del reato. Di conseguenza, la Corte di Cassazione annulla la sentenza di condanna senza rinvio, terminando definitivamente il procedimento penale.

Chi deve pagare le spese del procedimento in caso di estinzione del reato per remissione di querela?
Secondo la sentenza, le spese del procedimento rimangono a carico del querelato, ovvero dell’imputato che ha accettato la remissione della querela, come previsto dall’art. 340, comma 4, del codice di procedura penale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati