Remissione di Querela: Quando il Reato si Estingue e la Sentenza si Annulla
La remissione di querela rappresenta un istituto fondamentale del nostro ordinamento processuale penale, capace di porre fine a un procedimento giudiziario. Con la sentenza n. 45713/2024, la Corte di Cassazione torna a ribadire i principi che governano questa causa di estinzione del reato, chiarendo come la volontà concorde delle parti possa portare all’annullamento definitivo di una condanna.
Il caso in esame riguarda un ricorso presentato contro una sentenza della Corte d’Appello di Roma. L’imputata, condannata in secondo grado, ha portato all’attenzione della Suprema Corte l’avvenuta remissione della querela da parte della persona offesa e la propria contestuale accettazione, chiedendo l’annullamento della sentenza.
I Fatti di Causa
La vicenda processuale trae origine da un reato oggi procedibile a querela di parte, come previsto dall’art. 640, comma 2, n. 2 ter, del codice penale. Dopo la condanna emessa dalla Corte d’Appello, la ricorrente ha presentato un ricorso in Cassazione allegando un atto fondamentale: la remissione di querela. Questo documento, firmato dalla parte querelante e accettato formalmente dall’imputata, manifestava la volontà di porre fine alla controversia. Sulla base di questo accordo, la difesa ha richiesto l’annullamento senza rinvio della sentenza impugnata, sostenendo che fossero venuti meno i presupposti per proseguire l’azione penale.
L’Importanza della Remissione di Querela Accettata
Per molti reati, definiti “perseguibili a querela”, lo Stato non può procedere autonomamente, ma necessita di un’esplicita richiesta della persona offesa. La querela è, quindi, una condizione di procedibilità. Specularmente, la remissione di querela, ovvero il ritiro della stessa, se accettata dal querelato, provoca l’estinzione del reato. La Corte di Cassazione, nel caso di specie, ha verificato che sia la remissione che l’accettazione fossero avvenute “ritualmente”, cioè nel rispetto delle forme previste dalla legge. Questo accordo tra le parti ha creato i presupposti necessari per dichiarare estinto il reato, come stabilito dall’articolo 152 del codice penale.
Le Motivazioni della Decisione
La Suprema Corte ha accolto il ricorso, ritenendolo fondato. I giudici hanno constatato che il reato per cui si procedeva era procedibile a querela e che la remissione, unitamente alla sua accettazione, era stata validamente perfezionata. Alla luce di ciò, la Corte ha stabilito che la sentenza di condanna doveva essere annullata senza rinvio. Questa formula significa che la decisione è definitiva e non ci sarà un nuovo processo di merito. Il motivo è chiaro: il reato stesso è stato dichiarato estinto, eliminando alla radice l’oggetto del contendere.
Un aspetto importante toccato dalla Corte riguarda le spese processuali. Sebbene il reato sia estinto, le spese del procedimento, come stabilito dall’art. 340, comma 4, del codice di procedura penale, restano a carico della parte querelata, ovvero l’imputata che ha accettato la remissione.
Conclusioni
La sentenza in commento offre un chiaro esempio pratico dell’efficacia della remissione di querela come strumento di risoluzione alternativa delle controversie penali. Dimostra come, anche dopo una sentenza di condanna, l’accordo tra le parti possa prevalere, portando all’estinzione del reato e all’annullamento della decisione giudiziaria. Questo principio rafforza l’idea che, per determinati illeciti, la volontà della persona offesa è sovrana non solo nell’avviare l’azione penale, ma anche nel porvi fine, a condizione che l’imputato accetti. La decisione, infine, chiarisce l’onere delle spese processuali, che gravano sul querelato come conseguenza della chiusura del procedimento per sua volontà.
Cosa accade se l’imputato accetta la remissione di querela?
Se l’imputato accetta la remissione della querela presentata dalla persona offesa, il reato si estingue, come previsto dall’art. 152 del codice penale. Di conseguenza, il procedimento penale si conclude.
Perché la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza senza rinvio?
La Corte ha annullato la sentenza senza rinvio perché, a seguito della remissione di querela ritualmente accettata, il reato è stato dichiarato estinto. Non essendoci più un reato da giudicare, non era necessario un nuovo processo (rinvio).
Chi paga le spese processuali in caso di remissione di querela?
Secondo la sentenza, che si basa sull’art. 340, comma 4, del codice di procedura penale, le spese del procedimento restano a carico della querelata (l’imputata), nonostante l’estinzione del reato.
Testo del provvedimento
Sentenza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 45713 Anno 2024
Penale Sent. Sez. 7 Num. 45713 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 05/11/2024
SENTENZA
sul ricorso proposto da: COGNOME nato a TORINO il 27/03/1969
avverso la sentenza del 26/01/2024 della CORTE APPELLO di ROMA
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
CONSIDERATO IN FATTO E RITENUTO IN DIRITTO
Letto il ricorso di COGNOME rilevato che il reato per cui si procede è ora sussumibile nella ipotesi d all’art. 640, comma 2, n. 2 ter, cod. pen. ed è procedibile a querela di parte;
rilevato che la ricorrente ha allegato l’intervenuta remissione di querela c la relativa accettazione ed ha chiesto che la sentenza impugnata sia annull senza rinvio;
che la querela è stata ritualmente rimessa dal querelante e che la rimessio è stata – altrettanto ritualmente – accettata, di talchè sono present presupposti per poter dichiarare estinto il reato;
considerato che, alla luce di ciò, la sentenza va annullata senza rinvio poich il reato è estinto per remissione di querela, ai sensi dell’art. 152 cod. pen.
osservato, inoltre, che le spese del procedimento restano a carico della querelata, ai sensi dell’art. 340, comma 4, cod. proc. pen.
P.Q.M.
Annulla senza rinvio la sentenza impugnata perché il reato è estinto p remissione di querela.
Condanna l’imputata al pagamento delle spese processuali.
Così deciso in Roma, il 5 novembre 2024.