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Remissione di querela: annullamento in Cassazione

La Corte di Cassazione ha annullato una condanna per furto aggravato a seguito della remissione di querela intervenuta dopo la sentenza d’appello. La Corte ha stabilito che la remissione, se accettata, estingue il reato e prevale su altre questioni procedurali, portando all’annullamento senza rinvio della sentenza impugnata.

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Pubblicato il 8 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Remissione di Querela in Cassazione: Quando il Reato si Estingue

La remissione di querela rappresenta un istituto fondamentale del nostro ordinamento penale, capace di porre fine a un procedimento giudiziario attraverso la volontà della persona offesa. Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 30883/2024) chiarisce gli effetti di tale atto quando interviene in una fase avanzata del processo, ovvero dopo la condanna in appello e durante la pendenza del ricorso. Questo caso offre spunti cruciali sull’importanza e la prevalenza delle cause di estinzione del reato.

Il Caso in Esame: dal Furto all’Annullamento

La vicenda processuale ha origine da una condanna per furto aggravato emessa in primo grado e parzialmente riformata dalla Corte d’Appello. L’imputata, tramite il suo difensore, ha proposto ricorso per cassazione avverso la decisione di secondo grado.

Tuttavia, un evento decisivo si è verificato mentre decorrevano i termini per presentare il ricorso: la persona offesa ha formalmente ritirato la querela presentata a suo tempo. L’imputata ha contestualmente accettato tale remissione. Questo atto, verbalizzato dalle forze dell’ordine, è stato introdotto nel processo di Cassazione come unico motivo di impugnazione.

La Remissione di Querela e il Ricorso in Cassazione

Il cuore della questione giuridica riguardava l’ammissibilità di un ricorso per cassazione basato esclusivamente sulla sopravvenuta remissione di querela. La Suprema Corte ha confermato un principio già consolidato: è pienamente ammissibile ricorrere in Cassazione anche al solo fine di far valere l’estinzione del reato per remissione, a condizione che questa sia intervenuta dopo la sentenza di appello e prima della scadenza del termine per l’impugnazione.

Questo orientamento garantisce che la volontà delle parti di porre fine alla controversia penale possa trovare attuazione in ogni stato e grado del procedimento, rispettando la natura deflattiva dell’istituto.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, annullando senza rinvio la sentenza di condanna. La decisione si fonda su principi cardine della procedura penale, ribadendo la gerarchia tra le diverse possibili conclusioni del processo.

Le Motivazioni

I giudici di legittimità hanno spiegato che la remissione di querela, quando ritualmente avvenuta e accettata, costituisce una causa di estinzione del reato che prevale su eventuali altre questioni, incluse quelle relative all’ammissibilità del ricorso. Citando una pronuncia delle Sezioni Unite, la Corte ha ribadito che il giudice deve sempre dichiarare l’estinzione del reato, purché il ricorso sia stato presentato tempestivamente. L’unica eccezione si verifica quando dagli atti emerga in modo evidente e incontrovertibile l’innocenza dell’imputato, caso in cui si procederebbe a un’assoluzione nel merito. Nel caso specifico, non sono stati riscontrati elementi per una simile pronuncia. Di conseguenza, verificata la regolarità formale della remissione e della sua accettazione, la Corte non ha potuto fare altro che prenderne atto e dichiarare estinto il reato.

Le Conclusioni

La sentenza annulla la condanna e chiude definitivamente il procedimento penale. Un’ultima, ma importante, conseguenza pratica riguarda le spese processuali. In assenza di un diverso accordo tra le parti (deroga pattizia) al momento della remissione, la legge prevede che le spese sostenute dallo Stato per il processo siano poste a carico della persona a cui è stato rimesso il reato, ovvero l’ex imputata. Questa decisione conferma che la remissione di querela è uno strumento potente per la risoluzione dei conflitti, i cui effetti si estendono fino all’ultimo grado di giudizio, ponendo fine alla pretesa punitiva dello Stato.

È possibile presentare ricorso in Cassazione solo per far valere una remissione di querela avvenuta dopo la sentenza d’appello?
Sì, la Corte di Cassazione ha affermato che il ricorso è ammissibile anche se proposto al solo fine di introdurre nel processo la remissione della querela, purché questa sia ritualmente accettata e sia intervenuta dopo la sentenza impugnata ma prima della scadenza del termine per presentare l’impugnazione.

Cosa succede se la remissione di querela avviene mentre è pendente il ricorso per cassazione?
La remissione di querela, se ritualmente accettata, determina l’estinzione del reato. Questa causa estintiva prevale su eventuali altre cause di inammissibilità e deve essere dichiarata dal giudice di legittimità, portando all’annullamento della sentenza di condanna.

Chi paga le spese processuali in caso di estinzione del reato per remissione di querela?
Salvo che le parti non abbiano pattuito diversamente nell’atto di remissione, le spese del processo vengono poste a carico della persona a cui è stata rimessa la querela (il cosiddetto querelato), come previsto dalla legge.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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