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Remissione di querela: annullamento della sentenza

Un imputato, condannato in primo e secondo grado per i reati di truffa e minaccia, ha visto la sua condanna annullata dalla Corte di Cassazione. La decisione è seguita alla remissione di querela da parte della persona offesa, intervenuta dopo la sentenza d’appello ma prima della scadenza del termine per ricorrere in Cassazione. La Corte ha ritenuto ammissibile il ricorso presentato al solo fine di introdurre nel processo tale remissione, dichiarando di conseguenza l’estinzione del reato.

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Pubblicato il 18 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Remissione di Querela: Quando Annulla la Condanna Anche Dopo la Sentenza d’Appello

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha riaffermato un principio cruciale nella procedura penale: la remissione di querela, se accettata dall’imputato, può portare all’estinzione del reato e all’annullamento della condanna anche quando interviene dopo la sentenza di secondo grado. Questo caso offre uno spunto fondamentale per comprendere la dinamica e l’efficacia di questo istituto giuridico.

I Fatti del Caso

L’imputato era stato condannato sia in primo grado dal Tribunale di Bergamo che in secondo grado dalla Corte d’appello di Brescia per i delitti di truffa (art. 640 c.p.) e minaccia (art. 612 c.p.). Avverso la sentenza di appello, l’imputato proponeva ricorso per cassazione. La peculiarità del caso risiede in un evento accaduto dopo la pronuncia della sentenza d’appello ma prima della scadenza del termine per presentare il ricorso: la persona offesa aveva formalmente rimesso la querela e l’imputato, tramite un procuratore speciale, aveva accettato tale remissione.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte, investita della questione, ha accolto il ricorso. Il punto centrale non era riesaminare il merito della colpevolezza, ma valutare l’impatto della remissione di querela sul procedimento. La Corte ha annullato senza rinvio la sentenza impugnata, dichiarando l’estinzione dei reati. Di conseguenza, ha condannato l’imputato al pagamento delle spese processuali, come previsto dalla legge in assenza di un diverso accordo tra le parti.

L’ammissibilità del ricorso per la remissione di querela

Il cuore della decisione si basa su un orientamento giurisprudenziale consolidato. La Cassazione ha ritenuto ammissibile un ricorso proposto anche al solo fine di introdurre nel processo la remissione della querela. Anche se l’atto (la remissione e la sua accettazione) è avvenuto dopo la sentenza di condanna di secondo grado, esso è pienamente valido ed efficace se perfezionato prima della scadenza del termine per l’impugnazione. Questo permette di far valere una causa di estinzione del reato sopravvenuta, evitando che una condanna diventi definitiva nonostante la volontà della persona offesa di porre fine alla vicenda giudiziaria.

Le Motivazioni della Sentenza

Le motivazioni della Corte si fondano sulla necessità di dare prevalenza alla volontà delle parti in quei reati (definiti procedibili a querela) in cui l’interesse privato della persona offesa è predominante. La legge consente alla vittima di ‘perdonare’ l’autore del reato, e se questo perdono viene accettato, lo Stato perde interesse a proseguire l’azione penale. La Corte ha richiamato importanti precedenti, incluse sentenze delle Sezioni Unite, che hanno chiarito come il ricorso per cassazione sia lo strumento idoneo per far valere tale causa estintiva sopravvenuta. Pertanto, l’estinzione dei reati è stata dichiarata ai sensi dell’art. 152 del codice penale. La condanna dell’imputato al pagamento delle spese processuali discende direttamente dalla legge, che pone i costi a carico del querelato salvo diverso accordo tra le parti, non documentato in questo caso.

Conclusioni e Implicazioni Pratiche

Questa sentenza conferma che la via della conciliazione tra le parti è percorribile ed efficace anche in una fase avanzata del procedimento penale. Per gli imputati e i loro difensori, ciò significa che esplorare la possibilità di una remissione di querela è una strategia valida fino all’ultimo momento utile prima che la sentenza diventi irrevocabile. La decisione ribadisce la funzione deflattiva della remissione di querela, che consente di chiudere un procedimento giudiziario e di estinguere il reato, riconoscendo il valore della riconciliazione tra l’autore del fatto e la vittima.

È possibile far valere una remissione di querela avvenuta dopo la sentenza di condanna?
Sì, la sentenza conferma che una remissione di querela, ritualmente accettata, intervenuta dopo la sentenza di condanna e prima della scadenza del termine per l’impugnazione, è valida e può essere introdotta nel processo tramite il ricorso per cassazione.

Per quale motivo il ricorso in Cassazione è stato considerato ammissibile?
Il ricorso è stato ritenuto ammissibile, in linea con la giurisprudenza consolidata, perché presentato al solo scopo di far valere la remissione della querela, una causa di estinzione del reato sopravvenuta alla sentenza impugnata.

Chi deve sostenere le spese processuali in caso di estinzione del reato per remissione di querela?
In assenza di un diverso accordo tra le parti, le spese processuali sono a carico del querelato (l’imputato). In questo caso, la Corte ha infatti condannato l’imputato al pagamento delle spese processuali.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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