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Remissione di querela: annullamento della condanna

La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza di condanna a 400 euro di multa a seguito di una remissione di querela. La remissione è avvenuta dopo la sentenza di condanna ma prima della scadenza del termine per l’impugnazione. La Corte ha stabilito che il ricorso è ammissibile anche per questo solo motivo, estinguendo il reato e condannando l’imputata al pagamento delle spese processuali.

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Pubblicato il 28 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Remissione di Querela Post-Sentenza: La Cassazione Annulla la Condanna

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha riaffermato un importante principio procedurale: la remissione di querela, se intervenuta dopo una sentenza di condanna ma prima della scadenza dei termini per l’impugnazione, può portare all’annullamento della stessa. Questo caso dimostra come la volontà della persona offesa possa essere decisiva fino alle fasi finali del processo penale, determinando l’estinzione del reato.

Il Caso: Dalla Condanna al Ricorso in Cassazione

Il caso ha origine da una condanna emessa dal Giudice di Pace di Roma, successivamente confermata dal Tribunale della stessa città. L’imputata era stata condannata al pagamento di una multa di 400,00 euro. Insoddisfatta della decisione, l’imputata ha presentato ricorso alla Corte di Cassazione, basando la sua difesa su tre motivi. Il punto cruciale, tuttavia, non risiedeva nei primi due motivi, che contestavano la ricostruzione dei fatti, ma nel terzo.

La Remissione di Querela come Motivo Decisivo del Ricorso

Il terzo motivo di ricorso si fondava su un evento accaduto in un momento processuale molto delicato: il 27 dicembre 2024, dopo la pronuncia della sentenza d’appello ma prima della scadenza del termine per presentare ricorso in Cassazione, la persona offesa, tramite il suo procuratore speciale, aveva formalizzato la remissione della querela. La difesa ha quindi chiesto l’annullamento della sentenza impugnata proprio in virtù di questa sopravvenuta causa di estinzione del reato.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha ritenuto fondato il terzo motivo, assorbendo gli altri due. I giudici hanno fatto applicazione del principio di diritto, già consolidato in giurisprudenza (in particolare con la sentenza n. 49226 del 2016), secondo cui «È ammissibile il ricorso per cassazione proposto anche al solo fine di introdurre nel processo la remissione della querela, ritualmente accettata, intervenuta dopo la sentenza impugnata e prima della scadenza del termine per la presentazione dell’impugnazione».

La Corte ha verificato che la remissione e la relativa accettazione erano state effettuate ritualmente. Inoltre, ha sottolineato che dalla sentenza impugnata non emergevano elementi tali da provare in modo evidente e incontrovertibile l’innocenza dell’imputata, circostanza che avrebbe potuto portare a un proscioglimento nel merito anziché a una semplice declaratoria di estinzione del reato. Di conseguenza, la fondatezza del motivo legato alla remissione ha reso superfluo l’esame delle altre censure.

Sulla base di queste considerazioni, la Corte ha annullato la sentenza senza rinvio, poiché il reato era da considerarsi estinto. Ha inoltre stabilito che, in assenza di un diverso accordo tra le parti (deroga pattizia), le spese processuali dovevano essere poste a carico della querelata, come previsto dall’art. 340 del codice di procedura penale.

Le Conclusioni: Effetti Pratici della Sentenza

Questa pronuncia conferma che la remissione della querela è un atto che può produrre i suoi effetti estintivi fino a quando la sentenza non diventa definitiva. Per l’imputato, ciò significa che esiste una possibilità di evitare le conseguenze di una condanna anche dopo il giudizio di secondo grado, a condizione che l’atto di remissione e l’accettazione avvengano entro i termini previsti. Al contempo, la sentenza ribadisce una regola importante in materia di spese processuali: in caso di estinzione del reato per remissione, l’onere delle spese ricade sul querelato, salvo che le parti non si siano accordate diversamente.

È possibile presentare un ricorso in Cassazione solo per far valere una remissione di querela avvenuta dopo la sentenza di condanna?
Sì, la Corte di Cassazione ha confermato che è ammissibile un ricorso per cassazione proposto anche al solo fine di introdurre nel processo una remissione di querela, purché questa sia ritualmente accettata e sia intervenuta dopo la sentenza impugnata e prima della scadenza del termine per ricorrere.

Se il reato si estingue per remissione di querela, chi paga le spese processuali?
Secondo la sentenza, in mancanza di un accordo diverso tra le parti (deroga pattizia), le spese processuali sono a carico del querelato, ovvero dell’imputato, come previsto dalla legge.

La Corte, in caso di remissione della querela, deve prima verificare se l’imputato è innocente?
La Corte ha specificato di non aver riscontrato nella decisione impugnata elementi di giudizio idonei a riconoscere la prova evidente dell’innocenza dell’imputato. Pertanto, ha proceduto direttamente all’annullamento per estinzione del reato, dichiarando assorbiti gli altri motivi di ricorso che contestavano i fatti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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