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Regime 41-bis: quando il ricorso è inammissibile

Un detenuto sottoposto al regime 41-bis ha impugnato la proroga biennale della misura. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile in quanto generico, non specificando i vizi della motivazione dell’ordinanza impugnata. La Corte ha ribadito che, per la proroga del regime 41-bis, la sussistenza di collegamenti con l’associazione criminale deve essere ritenuta ‘ragionevolmente probabile’, non provata con certezza.

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Pubblicato il 26 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Regime 41-bis: I Criteri di Inammissibilità del Ricorso in Cassazione

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha fornito importanti chiarimenti sui requisiti di ammissibilità dei ricorsi contro la proroga del regime 41-bis. Questa pronuncia sottolinea la necessità di formulare censure specifiche e dettagliate, pena l’inammissibilità, e ribadisce i principi che governano la valutazione della pericolosità sociale del detenuto. Analizziamo insieme i dettagli di questa decisione fondamentale.

Il Contesto: La Proroga del Regime Detentivo Speciale

Il caso trae origine dal reclamo presentato da un detenuto contro il decreto del Ministro della Giustizia che aveva prorogato per altri due anni l’applicazione nei suoi confronti del regime detentivo speciale previsto dall’art. 41-bis dell’ordinamento penitenziario. Il Tribunale di Sorveglianza di Roma aveva rigettato il reclamo, confermando la legittimità della proroga. Avverso tale decisione, il detenuto ha proposto ricorso per cassazione, lamentando una violazione di legge.

I Motivi del Ricorso: Una Motivazione Apparente?

La difesa del ricorrente ha sostenuto che la motivazione dell’ordinanza del Tribunale di Sorveglianza fosse carente e generica. In particolare, si contestava che la decisione si basasse su fatti risalenti nel tempo e che non fornisse un’adeguata giustificazione sull’attuale operatività dell’organizzazione criminale di appartenenza. Secondo il ricorrente, mancava una dimostrazione concreta della persistenza di collegamenti con l’esterno, rendendo la motivazione meramente apparente.

La Decisione della Cassazione sul regime 41-bis

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile. La decisione si fonda sulla constatazione che le censure proposte erano generiche, manifestamente infondate e, in ogni caso, non consentite in sede di legittimità. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di euro 3.000,00 in favore della Cassa delle ammende.

Le Motivazioni della Corte

Il cuore della pronuncia risiede nelle motivazioni con cui la Cassazione ha respinto le argomentazioni della difesa. La Corte ha innanzitutto ricordato che il provvedimento del Tribunale di Sorveglianza in materia di regime 41-bis è impugnabile solo per “violazione di legge”. Un vizio di motivazione può integrare una violazione di legge solo in casi estremi, ovvero quando la motivazione stessa risulti “priva dei requisiti minimi di coerenza, completezza e logicità al punto da risultare soltanto apparente o comunque non idonea a rendere comprensibile il percorso argomentativo”.

Nel caso specifico, il ricorso si era limitato a denunciare una genericità della motivazione senza indicare in cosa essa consistesse. Al contrario, secondo la Cassazione, il Tribunale di Sorveglianza aveva valutato specificamente la posizione del ricorrente, evidenziandone la caratura criminale, il ruolo di assoluto rilievo nel clan e la piena e attuale operatività dell’organizzazione.

Un punto cruciale della decisione riguarda la prova dei collegamenti con l’esterno. La Corte ha ribadito un orientamento consolidato: ai fini della proroga del regime 41-bis, la sussistenza di tali collegamenti “non deve essere dimostrata in termini di certezza, essendo necessario e sufficiente che essa possa essere ragionevolmente ritenuta probabile sulla scorta dei dati conoscitivi acquisiti”.

Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche della Pronuncia

L’ordinanza in esame rafforza un principio fondamentale per chi intende impugnare un provvedimento di proroga del regime 41-bis: la specificità del ricorso è un requisito imprescindibile. Non è sufficiente lamentare una generica carenza di motivazione, ma è necessario individuare con precisione le lacune logiche e le incoerenze del percorso argomentativo del giudice di merito. La decisione conferma inoltre la sufficienza di un giudizio di ‘ragionevole probabilità’ circa la persistenza dei legami con l’associazione criminale, un criterio che bilancia le esigenze di sicurezza pubblica con i diritti del detenuto, ma che impone oneri probatori meno stringenti rispetto alla certezza processuale.

È possibile impugnare in Cassazione un’ordinanza sulla proroga del regime 41-bis per un vizio di motivazione?
Sì, ma solo se la motivazione è talmente carente da risultare priva dei requisiti minimi di coerenza, completezza e logicità, tanto da essere considerata solo apparente. Una semplice divergenza nella valutazione dei fatti o la mancata risposta a ogni singolo argomento difensivo non costituisce una violazione di legge sufficiente per l’impugnazione.

Quali sono i requisiti di un ricorso contro la proroga del regime 41-bis per non essere dichiarato inammissibile?
Il ricorso deve essere specifico e non generico. Deve indicare chiaramente quali norme di legge si ritengono violate e perché la motivazione del provvedimento impugnato è considerata illogica, contraddittoria o meramente apparente. Non basta affermare genericamente che la motivazione è carente.

Per prorogare il regime 41-bis, è necessario dimostrare con certezza che il detenuto ha ancora contatti con l’esterno?
No. Secondo la giurisprudenza costante richiamata nell’ordinanza, non è richiesta la prova certa dei collegamenti. È sufficiente che la loro esistenza sia ‘ragionevolmente probabile’ sulla base degli elementi informativi a disposizione dell’autorità giudiziaria.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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