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Regime 41 bis: No a CD, farina e lievito in carcere

La Corte di Cassazione ha annullato una decisione che permetteva a un detenuto in regime 41 bis l’acquisto di CD musicali, farina e lievito. La Suprema Corte ha stabilito che le esigenze di sicurezza e l’organizzazione penitenziaria prevalgono su tali richieste, che non costituiscono diritti soggettivi tutelabili in assoluto, specialmente in un contesto di massima sicurezza.

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Pubblicato il 27 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Regime 41 bis e Diritti dei Detenuti: La Cassazione Nega CD e Farina

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 28294/2025, è intervenuta su una questione delicata riguardante i limiti ai diritti dei detenuti sottoposti al regime 41 bis. Il caso verteva sulla possibilità per un recluso di acquistare beni come CD musicali, farina e lievito. La Suprema Corte ha ribaltato le decisioni dei giudici di merito, affermando la prevalenza delle esigenze di sicurezza e organizzative dell’istituto penitenziario.

I Fatti del Caso: Dalla Concessione alla Negazione

La vicenda ha origine dalla richiesta di un detenuto, sottoposto al regime carcerario differenziato, di poter acquistare CD musicali, farina e lievito. Inizialmente, il Magistrato di Sorveglianza aveva accolto la richiesta, qualificandola come un’espressione di un diritto soggettivo del detenuto. Successivamente, anche il Tribunale di Sorveglianza, a fronte del reclamo dell’Amministrazione Penitenziaria, aveva confermato tale decisione.

Secondo il Tribunale, il divieto imposto dall’amministrazione era privo di una “ragionevole giustificazione”. In particolare, si riteneva che il rischio legato all’uso della farina per la creazione di ordigni fosse irrealistico e che l’acquisto di CD musicali non presentasse profili di rischio per la sicurezza interna tali da giustificarne il divieto.

Il Ricorso del Ministero e la Questione sul Regime 41 bis

Il Ministero della Giustizia ha impugnato l’ordinanza del Tribunale di Sorveglianza presentando ricorso in Cassazione. La difesa erariale ha fondato il proprio ricorso su due argomenti principali:

1. Erronea applicazione della legge: Il Ministero ha sostenuto che i giudici di merito avessero errato nel qualificare la richiesta del detenuto come un diritto soggettivo tutelabile.
2. Violazione dei contenuti dell’art. 41 bis: Secondo il ricorrente, il Tribunale non aveva operato un corretto bilanciamento tra gli interessi del detenuto e i superiori profili di sicurezza interna, che sono l’essenza del regime 41 bis.

L’argomentazione centrale era che, in un contesto di massima sicurezza, le esigenze organizzative e di controllo dell’istituto penitenziario devono prevalere su richieste che riguardano beni non essenziali.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha ritenuto fondato il ricorso del Ministero, annullando senza rinvio le precedenti decisioni favorevoli al detenuto. I giudici di legittimità hanno ribadito la propria linea interpretativa consolidata (funzione nomofilattica) su temi analoghi, sottolineando come le decisioni dei giudici di merito si ponessero in contrasto con essa.

In primo luogo, per quanto riguarda l’acquisto di CD musicali, la Corte ha specificato che il diniego dell’amministrazione è legittimo quando la messa in sicurezza dei supporti (attraverso controlli e verifiche) comporta un onere eccessivo in termini di impiego di risorse umane e materiali. L’organizzazione della vita dell’istituto e la gestione delle risorse sono fattori determinanti che possono giustificare la limitazione.

In secondo luogo, riguardo all’acquisto di farina e lievito, la Cassazione ha chiarito che non si tratta di una questione di tutela di diritti soggettivi. La possibilità di acquistare tali beni è un interesse che deve essere bilanciato con le esigenze di sicurezza, e non una pretesa giuridica assoluta del detenuto. Il divieto, quindi, rientra nella discrezionalità dell’amministrazione penitenziaria, se motivato da ragioni di ordine e sicurezza.

Le Conclusioni: Sicurezza e Organizzazione Prevalgono

La sentenza in esame rafforza un principio fondamentale nell’ambito dell’ordinamento penitenziario, specialmente in relazione al regime 41 bis: le esigenze di sicurezza interna e le concrete possibilità organizzative dell’istituto carcerario costituiscono un limite legittimo alle richieste dei detenuti. La Corte di Cassazione, annullando le decisioni precedenti, ha stabilito che il bilanciamento tra gli interessi del singolo e le necessità della collettività carceraria deve pendere a favore di queste ultime quando si tratta di beni non essenziali e potenzialmente problematici. Non si tratta di diritti soggettivi incomprimibili, ma di interessi che possono essere limitati per garantire gli scopi primari del regime detentivo speciale.

Un detenuto in regime 41 bis ha diritto ad acquistare CD musicali?
No, non è un diritto assoluto. La Corte di Cassazione ha stabilito che l’amministrazione penitenziaria può legittimamente negare l’acquisto se l’attività di controllo e messa in sicurezza dei supporti musicali incide in modo significativo sull’organizzazione dell’istituto, richiedendo un impiego eccessivo di risorse umane e materiali.

L’acquisto di farina e lievito in carcere è considerato un diritto soggettivo?
No. Secondo la sentenza, non si tratta di un diritto soggettivo. La possibilità di acquistare tali prodotti alimentari è un interesse che deve essere bilanciato con le esigenze di sicurezza, e l’amministrazione può proibirlo se lo ritiene necessario per mantenere l’ordine e prevenire rischi.

Perché la Cassazione ha annullato la decisione favorevole al detenuto?
La Corte ha annullato le decisioni dei giudici di merito perché questi non avevano correttamente bilanciato gli interessi del detenuto con i superiori profili di sicurezza interna e le esigenze organizzative derivanti dall’applicazione del regime 41 bis, discostandosi dall’orientamento consolidato della stessa Corte di Cassazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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