Referto Medico e Guida in Ebbrezza: Quando è Prova Valida?
L’ordinanza in esame affronta un tema cruciale nel contesto dei reati stradali: la validità del referto medico ospedaliero come prova del reato di guida in stato di ebbrezza. La Corte di Cassazione, con una decisione netta, ha ribadito i principi procedurali che rendono tali accertamenti pienamente utilizzabili in un processo penale, anche quando eseguiti in un contesto di pronto soccorso.
Il caso riguarda un automobilista condannato nei primi due gradi di giudizio per guida in stato di ebbrezza sulla base dei valori tossicologici emersi da un prelievo ematico effettuato in ospedale. L’imputato ha presentato ricorso in Cassazione, contestando proprio l’utilizzabilità di quel referto.
I Fatti del Caso
L’imputato, tramite il suo difensore, ha proposto ricorso avverso la sentenza della Corte d’Appello che confermava la sua colpevolezza per il reato di guida in stato di ebbrezza. L’unico motivo di ricorso sollevato verteva sulla presunta violazione di legge e sul vizio di motivazione riguardo all’utilizzabilità del referto del pronto soccorso. Secondo la tesi difensiva, i risultati degli esami tossicologici, che dimostravano uno stato di ebbrezza, non avrebbero dovuto essere ammessi come prova nel processo.
La difesa chiedeva, pertanto, l’annullamento della sentenza di condanna, basando l’intera strategia sulla presunta illegittimità della prova regina del processo.
La Decisione della Corte: il Valore del Referto Medico
La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso manifestamente infondato e, di conseguenza, inammissibile. I giudici supremi hanno osservato che i motivi presentati non erano altro che una riproposizione di censure già esaminate e respinte con argomenti giuridici corretti dal giudice di merito. Il ricorso, inoltre, mancava di una critica specifica e puntuale alle argomentazioni contenute nella sentenza impugnata, limitandosi a ripetere le stesse doglianze.
Questa decisione sottolinea un principio fondamentale del giudizio di legittimità: non è una terza istanza di merito dove poter ridiscutere i fatti, ma una sede in cui si valuta la corretta applicazione della legge e la coerenza logica della motivazione della sentenza precedente.
Le Motivazioni della Suprema Corte
Il cuore della motivazione risiede nella correttezza procedurale seguita durante gli accertamenti sanitari. La Corte ha evidenziato come i giudici di appello avessero dato conto in modo logico e congruo degli elementi di prova a carico dell’imputato. In particolare, è stato accertato un fatto decisivo: il personale ospedaliero aveva proceduto ai prelievi ematici solo dopo aver informato il paziente della sua facoltà di farsi assistere da un difensore. A seguito di tale avviso, il paziente aveva espressamente accettato di sottoporsi alle analisi.
Questo passaggio è fondamentale: il consenso informato, preceduto dall’avviso della facoltà di assistenza legale, sana qualsiasi potenziale vizio procedurale e rende il referto medico una prova pienamente utilizzabile nel processo penale. La Corte di Cassazione ha quindi ritenuto che il ricorrente non si fosse adeguatamente confrontato con questa solida motivazione, rendendo il suo ricorso inattaccabile.
Conclusioni e Implicazioni Pratiche
L’ordinanza consolida un orientamento giurisprudenziale chiaro: il referto del pronto soccorso che attesta lo stato di ebbrezza è una prova legittima se l’interessato è stato preventivamente informato dei suoi diritti di difesa e ha acconsentito all’accertamento. La decisione implica che un ricorso per Cassazione, per avere speranze di successo, deve attaccare specificamente le falle nel ragionamento del giudice precedente, e non può limitarsi a riproporre le medesime questioni. In caso contrario, come avvenuto in questa vicenda, la conseguenza è la dichiarazione di inammissibilità, con condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della cassa delle ammende.
Un referto medico del pronto soccorso può essere usato come prova per la guida in stato di ebbrezza?
Sì, la Corte di Cassazione ha confermato che il referto medico è una prova pienamente utilizzabile se sono state rispettate le corrette procedure, come l’informazione sui diritti di difesa.
Quali sono le condizioni per cui il prelievo di sangue in ospedale è valido come prova?
Secondo la sentenza, il prelievo è valido se il personale sanitario ha informato la persona della facoltà di farsi assistere da un difensore e se questa ha successivamente accettato di sottoporsi alle analisi.
Cosa succede se un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile per manifesta infondatezza?
Quando un ricorso è dichiarato inammissibile e non si ravvisa l’assenza di colpa, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro a favore della cassa delle ammende, come previsto dall’art. 616 del codice di procedura penale.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 12511 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 7 Num. 12511 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 21/02/2024
ORDINANZA
sul ricorso proposto da: COGNOME nato il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 12/05/2023 della CORTE APPELLO di BOLOGNA
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
Motivi della decisione
COGNOME NOME ricorre, a mezzo del difensore, avverso la sentenza di cui in epigrafe deducendo, con motivo unico, violazione di legge e viz motivazionale in relazione alla utilizzabilità del referto del pronto Soccor quale risultavano valori tossicologici compatibili con il reato di guida in ebbrezza ascritto.
Chiede, pertanto, annullarsi la sentenza impugnata.
2.1 motivi sopra richiamati sono manifestamente infondati, in quanto no consentiti dalla legge in sede di legittimità perché riproduttivi di profili d già adeguatamente vagliati e disattesi con corretti argomenti giuridici dal gi di merito e non sono scanditi da necessaria critica analisi delle argomentazi poste a base della decisione impugnata.
Ne deriva che il proposto ricorso va dichiarato inammissibile.
Il ricorrente, in concreto, non si confronta adeguatamente con la motivazio della Corte di Appello di Palermo, che appare logica e congrua, nonché corrett in punto di diritto – e pertanto immune da vizi di legittimità
I giudici del gravame del merito, hanno dato infatti conto degli elemen prova in ordine alla responsabilità del prevenuto, ed in particolare, l’a personale nosocomiale proceduto ai prelievi previa informazioni sulla facoltà farsi assistere da un difensore, e che il paziente aveva accettato di sotto alle analisi.
Essendo il ricorso inammissibile e, a norma dell’art. 616 cod. proc. p non ravvisandosi assenza di colpa nella determinazione della causa di inammissibilità (Corte Cost. sent. n. 186 del 13.6.2000), alla condanna ricorrente al pagamento delle spese del procedimento consegue
quella al pagamento della sanzione pecuniaria nella misura indicata i dispositivo
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento de spese processuali e della somma di euro tremila in favore della cassa del ammende.
Così deciso in Roma il 21.2.2024