LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Reddito di cittadinanza: ricorso inammissibile

La Corte di Cassazione ha confermato la condanna per indebita percezione del reddito di cittadinanza. Il ricorso, basato sulla presunta incertezza normativa riguardo all’obbligo di dichiarare misure cautelari, è stato giudicato inammissibile per genericità, poiché la legge è stata ritenuta sufficientemente chiara.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 4 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Reddito di Cittadinanza e False Dichiarazioni: L’Inammissibilità del Ricorso

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 32036 del 2025, ha affrontato un caso significativo riguardante l’indebita percezione del reddito di cittadinanza. La pronuncia ribadisce principi fondamentali sulla responsabilità del dichiarante e sulla chiarezza delle norme che regolano l’accesso al beneficio, respingendo le argomentazioni difensive basate sulla presunta ambiguità della legge e dei moduli di domanda. Analizziamo i dettagli di questa importante decisione.

Il Fatto: La Condanna per Dichiarazioni False

Il caso ha origine dalla condanna di un cittadino da parte del Tribunale di Nocera Inferiore, successivamente confermata dalla Corte d’appello di Salerno. L’imputato era stato ritenuto colpevole del reato previsto dall’art. 7 del D.L. n. 4/2019 per aver ottenuto il reddito di cittadinanza mediante false dichiarazioni. Nello specifico, aveva omesso di comunicare di essere sottoposto a una misura cautelare personale, una condizione che per legge preclude l’accesso al sussidio.

I Motivi del Ricorso: L’Assertita Incertezza Normativa

La difesa ha presentato ricorso in Cassazione basandosi su tre motivi principali:
1. Omessa motivazione sull’elemento soggettivo: Si lamentava che i giudici di merito non avessero adeguatamente motivato la sussistenza dell’intenzione fraudolenta.
2. Ambiguità del modulo: Si sosteneva che la natura ostativa della misura cautelare non fosse chiaramente evincibile dal modulo di domanda, rendendo difficile per il cittadino comprenderne l’importanza.
3. Incertezza normativa: La difesa ha eccepito un vizio di motivazione legato alla presunta incertezza della norma, che avrebbe impedito al ricorrente di comprendere il contenuto del requisito richiesto.

In sintesi, la tesi difensiva puntava a dimostrare che l’omissione non derivava da una volontà fraudolenta, ma da una oggettiva difficoltà interpretativa della normativa e della modulistica.

La Decisione della Cassazione sul Reddito di Cittadinanza

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, ritenendo i motivi presentati affetti da un vizio di genericità. I giudici hanno fornito una trattazione unitaria dei tre punti, evidenziando come tutti convergessero verso la medesima, infondata, tesi dell’incertezza normativa.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte ha smontato le argomentazioni difensive con rigore logico-giuridico. In primo luogo, ha richiamato il principio consolidato secondo cui l’ignoranza della legge penale non scusa, salvo che si tratti di ignoranza inevitabile (art. 5 c.p.). Nel caso del reddito di cittadinanza, i requisiti di accesso, inclusa l’assenza di misure cautelari (art. 2, comma 1, lettera c-bis, D.L. n. 4/2019), integrano la fattispecie penale in caso di violazione.

I giudici hanno affermato che il testo della disposizione è “sufficientemente chiaro” da rendere edotto qualsiasi richiedente sulla valenza ostativa di essere sottoposto a una misura cautelare. L’assoluta chiarezza della norma rende, di conseguenza, evidente l’elemento soggettivo del reato: la frode perpetrata dal richiedente è intenzionale, poiché egli era consapevole di non avere diritto al beneficio.

Inoltre, la Corte ha sottolineato la genericità del ricorso, notando che la difesa non aveva specificato quali parti della norma o del modulo fossero oscure, limitandosi a menzionare genericamente l’impossibilità di comprendere la formulazione. Un ricorso, per essere ammissibile, deve indicare in modo specifico e puntuale gli elementi che si contestano, cosa che in questo caso non è avvenuta.

Conclusioni: Chiarezza della Legge e Responsabilità del Dichiarante

La sentenza in esame rafforza un principio cardine in materia di sussidi pubblici: la responsabilità di chi presenta una domanda ricade interamente sul dichiarante. Non è possibile invocare una generica “confusione” o “ambiguità” della modulistica per giustificare omissioni su requisiti chiaramente espressi dalla legge. La Corte di Cassazione ha stabilito che la norma sul reddito di cittadinanza è sufficientemente chiara riguardo ai requisiti ostativi, e chi omette di dichiarare circostanze rilevanti, come la sottoposizione a misure cautelari, agisce con consapevolezza e volontà fraudolenta. La decisione si conclude con la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria di 3.000,00 euro, a conferma della piena validità delle condanne di merito.

È possibile giustificare una falsa dichiarazione nella domanda del reddito di cittadinanza sostenendo che la legge non è chiara?
No, secondo la Cassazione, l’ignoranza della legge è scusabile solo se inevitabile. La normativa sul reddito di cittadinanza, in particolare l’obbligo di dichiarare l’assenza di misure cautelari personali, è stata ritenuta sufficientemente chiara per rendere il richiedente consapevole dei propri obblighi.

Cosa succede se un ricorso in Cassazione viene giudicato generico?
Se il ricorso è ritenuto generico, la Corte lo dichiara inammissibile senza entrare nel merito delle questioni sollevate. Ciò comporta, come in questo caso, la conferma della decisione impugnata e la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma a favore della Cassa delle ammende.

Qual era l’obbligo di dichiarazione omesso nel caso di specie per ottenere il reddito di cittadinanza?
Il ricorrente aveva omesso di dichiarare di essere sottoposto a una misura cautelare personale. Questa condizione è un requisito ostativo esplicitamente previsto dalla legge per la concessione del beneficio, e la sua mancata comunicazione integra il reato di indebita percezione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati