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Recidiva specifica: quando è giustificata la pena?

Un imprenditore, già condannato per omesso versamento di ritenute previdenziali, ha presentato ricorso in Cassazione contestando l’applicazione della recidiva specifica per mancanza di motivazione sulla sua pericolosità sociale. La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, stabilendo che sei precedenti condanne per il medesimo reato costituiscono una prova evidente di pervicacia criminale e pericolosità, giustificando pienamente l’aggravamento della pena senza necessità di ulteriori argomentazioni. Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione.

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Pubblicato il 17 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Recidiva Specifica: La Cassazione Conferma la Pena per Chi Reitera lo Stesso Reato

La recente ordinanza della Corte di Cassazione affronta un tema cruciale del diritto penale: la recidiva specifica. Quando un giudice può considerare un imputato ‘recidivo’ e, di conseguenza, applicare una pena più severa? La pronuncia in esame chiarisce che una serie di condanne precedenti per lo stesso identico reato costituisce, di per sé, una motivazione sufficiente a giustificare tale aggravamento, senza bisogno di ulteriori e complesse argomentazioni sulla pericolosità sociale del soggetto.

I Fatti del Caso

Il caso riguarda un imprenditore condannato per l’omesso versamento di ritenute previdenziali e assistenziali dovute ai propri dipendenti, per un importo complessivo di oltre 12.000 euro. A pesare sulla sua posizione non era solo il nuovo reato, ma anche il suo passato giudiziario: dal casellario giudiziale risultavano ben sei condanne precedenti per la medesima violazione.

L’imputato ha presentato ricorso in Cassazione, lamentando un vizio di motivazione da parte della Corte d’Appello. A suo dire, i giudici di merito si erano limitati a elencare i suoi precedenti penali senza spiegare in che modo questi dimostrassero una sua maggiore pericolosità sociale, elemento necessario per giustificare l’applicazione della recidiva.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha respinto completamente la tesi difensiva, dichiarando il ricorso inammissibile. Secondo gli Ermellini, il motivo di ricorso era inconsistente e non si confrontava realmente con la logica della sentenza impugnata. La Corte ha stabilito che la presenza di sei condanne specifiche per lo stesso reato non è un dato neutro, ma un fatto che parla da solo.

Le motivazioni: Perché i precedenti giustificano la recidiva specifica?

La Corte ha spiegato che la ripetizione seriale dello stesso illecito penale manifesta in modo inequivocabile due elementi chiave: la pervicacia criminale e la pericolosità sociale. In altre parole, chi continua a commettere lo stesso reato dimostra una chiara ostinazione a violare la legge e una spiccata tendenza a perseverare nel comportamento illecito.

Di fronte a un quadro così netto, la Corte territoriale non era tenuta a produrre un ragionamento ulteriore e più articolato. I sei precedenti specifici erano già di per sé la prova più lampante di quella maggiore pericolosità che legittima il trattamento sanzionatorio più severo previsto per i recidivi. Criticare la sentenza per non aver argomentato di più su questo punto è stato ritenuto un pretesto infondato.

Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche della Pronuncia

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale: il passato criminale di un imputato, quando è caratterizzato dalla ripetizione dello stesso tipo di reato, assume un peso decisivo nella valutazione della sua pericolosità. Non si tratta di un mero automatismo, ma del riconoscimento che la coerenza nel commettere illeciti è un indicatore oggettivo di una personalità incline a delinquere. Per la difesa, diventa quindi molto difficile contestare l’applicazione della recidiva specifica basandosi su un presunto difetto di motivazione, quando i fatti documentati dal casellario giudiziale sono così eloquenti. La decisione serve da monito: la reiterazione seriale di un reato non sarà trattata con leggerezza e giustificherà pienamente un inasprimento della pena.

Perché il ricorso dell’imputato è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato giudicato inammissibile perché ritenuto inconsistente. Non si confrontava con la motivazione della sentenza precedente, la quale si basava sul fatto che sei condanne per lo stesso reato erano prova sufficiente della pericolosità sociale e della pervicacia criminale del soggetto.

È sufficiente l’esistenza di precedenti penali per applicare la recidiva specifica?
Secondo questa ordinanza, nel caso specifico, sì. La Corte ha stabilito che sei precedenti condanne per il medesimo reato sono una manifestazione così chiara di ostinazione criminale e pericolosità sociale da giustificare l’applicazione della recidiva senza bisogno di ulteriori elaborate argomentazioni da parte del giudice.

Quali sono state le conseguenze economiche per il ricorrente?
In seguito alla dichiarazione di inammissibilità del ricorso, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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