LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Recidiva specifica: quando è configurabile?

Un soggetto ricorre in Cassazione contestando la qualifica di recidiva specifica per reati di narcotraffico, in relazione a una precedente condanna per tentato furto di oltre 20 anni prima. La Corte Suprema ha rigettato il ricorso, stabilendo che reati diversi possono essere considerati ‘della stessa indole’ se accomunati da un movente di lucro e da una continuità nel percorso criminale del reo, come l’affiliazione a clan mafiosi. Questo legame sostanziale può superare anche un notevole lasso di tempo tra i crimini, legittimando l’aggravante della recidiva specifica.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 13 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Recidiva Specifica: Un Filo Comune tra Reati Diversi e Lontani nel Tempo

La recente sentenza della Corte di Cassazione affronta un tema cruciale del diritto penale: la recidiva specifica. Quando possono considerarsi ‘della stessa indole’ reati apparentemente diversi, come un tentato furto e il narcotraffico, commessi a distanza di vent’anni? La pronuncia offre chiarimenti fondamentali sul peso del movente economico e della continuità criminale nella valutazione della pericolosità del reo.

I Fatti del Caso

La vicenda processuale nasce da una decisione della Corte d’Appello, chiamata a pronunciarsi in sede di rinvio dopo un annullamento parziale da parte della Corte di Cassazione. Il punto in discussione era la qualificazione della recidiva contestata a un imputato, condannato per gravi reati legati al traffico di stupefacenti. La Corte d’Appello aveva riqualificato la recidiva come ‘specifica’, basandosi su una precedente condanna irrevocabile per tentato furto risalente a circa vent’anni prima. L’imputato ha presentato un nuovo ricorso in Cassazione, contestando tale qualificazione.

I Motivi del Ricorso: Focus sulla recidiva specifica

La difesa ha articolato il ricorso su due argomenti principali:
1. Violazione di legge e vizio di motivazione: Secondo il ricorrente, i delitti di narcotraffico non potevano essere considerati della stessa indole del tentato furto, data la profonda diversità tra le fattispecie e l’enorme lasso di tempo intercorso.
2. Errata configurazione della ‘medesima indole’: La difesa sosteneva che il solo movente economico, indicato dalla Corte d’Appello come elemento di collegamento, non fosse sufficiente a stabilire un legame tra condotte così eterogenee e temporalmente distanti. A suo avviso, il lungo tempo trascorso avrebbe dovuto essere considerato come un’interruzione del legame criminale.

L’Analisi della Corte e la recidiva specifica

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, ritenendolo in parte inammissibile e in parte infondato.

Inammissibilità del Primo Motivo

Il primo motivo è stato dichiarato inammissibile perché sollevava questioni non dedotte nel precedente ricorso per cassazione. La Suprema Corte ha ricordato che il giudizio di rinvio ha un perimetro ben definito, limitato esclusivamente ai punti annullati dalla precedente sentenza. Le questioni non contestate in quella sede diventano definitive e non possono essere riproposte.

Infondatezza del Secondo Motivo

La Corte ha ritenuto infondato il secondo motivo, confermando la correttezza della decisione della Corte d’Appello. I giudici di legittimità hanno ribadito che la nozione di ‘reati della stessa indole’, ai sensi dell’art. 101 c.p., non si limita a reati che violano la stessa norma, ma si estende a quelli ‘omogenei’. Si tratta di illeciti che, pur previsti da norme diverse, presentano caratteri fondamentali comuni, desumibili dalle modalità di esecuzione o, come nel caso di specie, dai motivi a delinquere.

Le Motivazioni della Decisione

Il fulcro della motivazione della Cassazione risiede nell’aver dato peso non solo alla natura dei reati, ma al contesto complessivo della condotta dell’imputato. La giurisprudenza consolidata ammette che reati contro il patrimonio (come il furto) e reati in materia di stupefacenti possano essere considerati della stessa indole in virtù del comune scopo di lucro.

Ciò che rende questa sentenza particolarmente interessante è come la Corte abbia superato l’obiezione del lungo iato temporale. I giudici hanno valorizzato la motivazione della Corte d’Appello, la quale aveva individuato una ‘sostanziale continuità’ nel percorso criminale del soggetto. Questa continuità era rappresentata dalla sua affiliazione a un noto clan camorristico e dalla sua successiva attività di narcotraffico. L’adesione a contesti di criminalità organizzata è stata vista come la prova di una ‘riserva di solidità delinquenziale’ che ha costituito la spinta criminogena per i nuovi reati. In questa prospettiva, l’agire criminale è stato considerato ‘omogeneo’ e persistente, rendendo di fatto irrilevante la pausa temporale tra la vecchia e la nuova condanna.

Le Conclusioni

La sentenza consolida un principio fondamentale: la valutazione sulla recidiva specifica non è un mero calcolo matematico o cronologico, ma un’analisi sostanziale della biografia criminale del reo. Un lungo periodo di tempo senza condanne non esclude di per sé la recidiva, se emerge una persistente indole di malaffare volta alla realizzazione di reati a scopo di lucro. La continuità dell’inclinazione a delinquere, dimostrata anche dall’appartenenza a sodalizi criminali, può costituire quel ‘filo rosso’ che lega reati diversi e lontani nel tempo, giustificando un trattamento sanzionatorio più severo.

Due reati molto diversi e distanti nel tempo possono configurare una recidiva specifica?
Sì, secondo la Corte di Cassazione, è possibile se i reati sono considerati ‘della stessa indole’. Un movente comune, come quello di lucro, e una provata continuità nel percorso criminale del soggetto (ad esempio, l’affiliazione a clan) possono collegare reati come il tentato furto e il narcotraffico, anche se commessi a vent’anni di distanza.

Cosa si intende per reati ‘della stessa indole’ ai fini della recidiva specifica?
Si intendono non solo i reati che violano la stessa norma di legge, ma anche quelli ‘omogenei’ che, pur essendo diversi, condividono caratteri fondamentali comuni. Questi possono riguardare le modalità di esecuzione oppure i motivi che li hanno determinati, come la ricerca di un profitto economico.

È possibile contestare l’esistenza stessa della recidiva nel giudizio di rinvio, se non lo si è fatto nel primo ricorso per Cassazione?
No. Il giudizio di rinvio è strettamente limitato ai punti specifici annullati dalla Corte di Cassazione. Tutte le altre questioni non contestate nel ricorso originario si considerano coperte dal giudicato e non possono essere riproposte o esaminate nuovamente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati