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Recidiva reiterata: stop alle attenuanti generiche

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per spendita di monete false. La richiesta di concessione delle attenuanti generiche prevalenti è stata respinta poiché la legge, in caso di recidiva reiterata, vieta esplicitamente tale prevalenza, rendendo il ricorso manifestamente infondato.

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Pubblicato il 14 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Recidiva Reiterata e Attenuanti: la Cassazione Conferma il Divieto di Prevalenza

L’ordinanza della Corte di Cassazione in esame affronta un tema cruciale nel diritto penale: il bilanciamento tra circostanze aggravanti e attenuanti, soprattutto quando l’imputato è un soggetto con recidiva reiterata. La Suprema Corte ha ribadito un principio normativo inderogabile, dichiarando inammissibile un ricorso che mirava a ottenere un trattamento sanzionatorio più mite in palese contrasto con la legge.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine da una condanna emessa dalla Corte d’Appello nei confronti di un individuo per il reato di spendita e introduzione nello Stato di monete falsificate, previsto dall’art. 453 del codice penale. L’imputato, non accettando la decisione dei giudici di merito, ha presentato ricorso per Cassazione. L’unico motivo di doglianza riguardava la mancata concessione delle circostanze attenuanti generiche in misura prevalente rispetto alle aggravanti contestate. Secondo la difesa, tale concessione avrebbe comportato una pena più lieve.

La Decisione della Corte sulla recidiva reiterata

La Corte di Cassazione ha rigettato la richiesta in modo netto, dichiarando il ricorso inammissibile. La decisione si fonda su una valutazione di manifesta infondatezza, poiché la pretesa del ricorrente si scontrava direttamente con un divieto esplicito previsto dal codice penale. I giudici hanno sottolineato come la normativa vigente ponga dei paletti invalicabili al potere discrezionale del giudice nel bilanciamento delle circostanze quando entra in gioco la recidiva reiterata.

Le Motivazioni della Decisione

Il cuore della motivazione risiede nell’applicazione dell’articolo 69, quarto comma, del codice penale. Questa norma disciplina il giudizio di comparazione tra circostanze aggravanti e attenuanti. In particolare, stabilisce che, qualora l’imputato sia un recidivo reiterato ai sensi dell’articolo 99, quarto comma, del codice penale, opera un categorico divieto di prevalenza delle circostanze attenuanti.

In altre parole, la legge impedisce al giudice di considerare le attenuanti (siano esse generiche o specifiche) più importanti delle aggravanti, bloccando di fatto la possibilità di una significativa riduzione della pena. La richiesta del ricorrente, ignorando questa disposizione, si è rivelata priva di qualsiasi fondamento giuridico. La Corte, pertanto, non ha potuto fare altro che prenderne atto e dichiarare l’inammissibilità del ricorso, condannando il ricorrente anche al pagamento delle spese processuali e di una somma a favore della Cassa delle ammende.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza riafferma la rigidità del legislatore nei confronti di chi delinque ripetutamente. Il meccanismo della recidiva reiterata non è solo un’aggravante, ma un vero e proprio status che modifica le regole del gioco processuale, limitando la discrezionalità del giudice nel commisurare la pena. Per gli operatori del diritto e per i cittadini, emerge una chiara indicazione: la valutazione della personalità e della condotta dell’imputato, che solitamente avviene tramite le attenuanti generiche, trova un limite insuperabile di fronte a una carriera criminale consolidata, così come definita dalla legge.

È possibile ottenere la prevalenza delle circostanze attenuanti generiche in caso di recidiva reiterata?
No, l’ordinanza chiarisce che, ai sensi dell’art. 69, comma quarto, del codice penale, in caso di applicazione della recidiva reiterata vige il divieto di prevalenza delle circostanze attenuanti su quelle aggravanti.

Qual è stato l’esito del ricorso presentato alla Corte di Cassazione?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile. La Corte lo ha ritenuto manifestamente infondato perché la richiesta del ricorrente era in palese contrasto con una norma di legge.

Quali sono le conseguenze per il ricorrente quando un ricorso viene dichiarato inammissibile in questo caso?
Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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