LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Recidiva reiterata specifica: niente prevalenza

Un soggetto condannato per reati legati agli stupefacenti ha presentato ricorso in Cassazione, chiedendo che le attenuanti generiche fossero considerate prevalenti. La Corte Suprema ha dichiarato il ricorso inammissibile, ribadendo che in presenza di una recidiva reiterata specifica, la legge vieta esplicitamente la prevalenza delle attenuanti. La decisione sottolinea l’automatismo normativo che limita la discrezionalità del giudice in questi casi.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 14 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Recidiva Reiterata Specifica: Le Attenuanti Generiche Non Possono Prevalere

La recente ordinanza della Corte di Cassazione, n. 18733/2024, offre un importante chiarimento sul bilanciamento tra circostanze aggravanti e attenuanti nel processo penale, con un focus particolare sulla recidiva reiterata specifica. Questa pronuncia conferma un principio rigido del nostro ordinamento: quando un imputato ha già commesso più volte reati della stessa indole, la discrezionalità del giudice nel concedere le attenuanti generiche in prevalenza viene meno. Analizziamo insieme la decisione e le sue implicazioni.

Il Caso: Un Ricorso Contro la Dosimetria della Pena

Il caso trae origine da una condanna per violazione della legge sugli stupefacenti (art. 73, d.P.R. 309/1990). L’imputato, dopo la conferma della sentenza in appello, ha proposto ricorso per cassazione lamentando un’errata dosimetria della pena. In particolare, la difesa sosteneva che la Corte d’Appello avrebbe dovuto concedere le attenuanti generiche in misura prevalente rispetto alle aggravanti contestate, tenendo conto di specifici elementi a favore dell’imputato evidenziati nell’atto di appello.

La richiesta mirava a ottenere una riduzione della pena inflitta, fissata in un anno e otto mesi di reclusione oltre a 3.000 euro di multa.

La Decisione della Cassazione sulla Recidiva Reiterata Specifica

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile. La decisione si fonda su un duplice binario: la genericità del motivo di ricorso e, soprattutto, l’esistenza di un divieto di legge insuperabile.

I giudici hanno evidenziato come il ricorso non si confrontasse adeguatamente con la motivazione della sentenza impugnata, risultando così generico. Ma il punto cruciale risiede nell’applicazione della normativa sulla recidiva reiterata specifica.

Le Motivazioni: Il Divieto di Prevalenza delle Attenuanti

Il cuore della decisione è la motivazione giuridica che ha reso il ricorso privo di fondamento. La Corte di Cassazione ha richiamato l’attenzione sul combinato disposto degli articoli 69, quarto comma, e 99, quarto comma, del codice penale. Queste norme stabiliscono un regime speciale per l’imputato che sia recidivo reiterato e specifico.

Nel caso di specie, l’imputato aveva a suo carico ben otto condanne precedenti. Questa condizione lo qualificava come soggetto con recidiva reiterata specifica. La legge prevede espressamente che, in tale ipotesi, le circostanze attenuanti (diverse da quelle previste da specifiche disposizioni di legge) non possano essere ritenute prevalenti sulla recidiva stessa. Si tratta di un automatismo legale che impedisce al giudice di effettuare il giudizio di bilanciamento in favore dell’imputato.

Di conseguenza, gli elementi di fatto offerti dalla difesa per sostenere la richiesta di prevalenza delle attenuanti erano irrilevanti, poiché la legge preclude a monte tale possibilità. Il ricorso è stato quindi giudicato inammissibile non solo per genericità, ma perché manifestamente infondato dal punto di vista legale.

Le Conclusioni: L’Automatismo della Legge e le Conseguenze

L’ordinanza in esame ribadisce un principio fondamentale: la carriera criminale di un imputato ha un peso determinante nella commisurazione della pena. La recidiva reiterata specifica non è una semplice circostanza da valutare, ma un ostacolo normativo che limita drasticamente la discrezionalità del giudice nel concedere benefici.

Le implicazioni pratiche sono chiare:
1. Limiti al Giudizio di Bilanciamento: Per gli imputati con una storia di recidiva specifica e ripetuta, la speranza di ottenere una pena più mite attraverso la prevalenza delle attenuanti generiche è preclusa dalla legge.
2. Onere di Specificità del Ricorso: Un ricorso per cassazione deve sempre confrontarsi puntualmente con le motivazioni della sentenza impugnata. Limitarsi a riproporre le stesse argomentazioni dell’appello, senza contestare la logica giuridica della decisione, porta a una declaratoria di inammissibilità.
3. Costi del Ricorso Inammissibile: Come previsto dall’art. 616 c.p.p., l’inammissibilità del ricorso comporta la condanna del ricorrente non solo al pagamento delle spese processuali, ma anche di una somma in favore della Cassa delle ammende, che nel caso specifico è stata quantificata in 3.000 euro.

In caso di recidiva reiterata specifica, le attenuanti generiche possono essere considerate prevalenti?
No, la Corte di Cassazione ha confermato che, in base agli articoli 69 e 99 del codice penale, in ipotesi di recidiva reiterata specifica le attenuanti non possono essere concesse in regime di prevalenza rispetto all’aggravante della recidiva.

Perché il ricorso in Cassazione è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile principalmente per due ragioni: era generico, in quanto non si confrontava con la specifica motivazione della sentenza d’appello, e la richiesta era legalmente infondata a causa del divieto di legge di concedere la prevalenza delle attenuanti in caso di recidiva reiterata specifica.

Cosa comporta la dichiarazione di inammissibilità del ricorso?
A norma dell’art. 616 del codice di procedura penale, la dichiarazione di inammissibilità comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma in favore della Cassa delle ammende, in questo caso fissata in 3.000 euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati