LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Recidiva reiterata: quando si applica? La Cassazione

La Corte di Cassazione ha confermato la condanna per furto aggravato a un imputato, rigettando il suo ricorso. La sentenza chiarisce i presupposti per l’applicazione della recidiva reiterata, specificando che non è necessaria una precedente dichiarazione formale, ma è sufficiente che l’imputato abbia commesso un nuovo reato dopo una condanna definitiva, trovandosi già in una condizione di recidiva semplice. La Corte ha inoltre ritenuto legittimo il diniego dell’attenuante per danno di speciale tenuità, data la natura e il valore del bene sottratto (uno smartphone di marca).

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 9 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Recidiva Reiterata: la Cassazione Spiega i Presupposti per l’Aumento di Pena

La recidiva reiterata rappresenta uno degli istituti più severi del nostro ordinamento penale, prevedendo un sensibile aumento della pena per chi dimostra una particolare inclinazione a delinquere. Con la sentenza n. 16011 del 2025, la Quinta Sezione Penale della Corte di Cassazione ha offerto un importante chiarimento sui presupposti necessari per la sua applicazione, consolidando un principio fondamentale: la pericolosità sociale del reo si desume dalla sua storia criminale, a prescindere da una precedente dichiarazione formale di recidiva.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine da una condanna per furto aggravato di due telefoni cellulari e una scheda SIM, oltre che per porto di coltello. L’imputato, già gravato da numerosi precedenti penali, veniva condannato in primo e secondo grado. La Corte d’appello di Bologna, in particolare, confermava la responsabilità penale e applicava l’aumento di pena per la recidiva reiterata.

L’imputato decideva di ricorrere in Cassazione, sollevando due questioni principali:

1. Errata applicazione della recidiva reiterata: Secondo la difesa, esclusi alcuni precedenti estinti, non sussistevano le condizioni temporali e giuridiche per qualificare la recidiva come ‘reiterata’.
2. Mancato riconoscimento dell’attenuante del danno di speciale tenuità: Si contestava la decisione dei giudici di merito di non concedere la diminuzione di pena prevista dall’art. 62, n. 4, c.p., ritenendo illogica la motivazione basata sul valore di uno degli smartphone sottratti (un modello di una nota marca) e sui precedenti penali dell’imputato.

L’Analisi della Recidiva Reiterata da Parte della Corte

Il cuore della sentenza risiede nella disamina del primo motivo di ricorso. La difesa sosteneva che, per aversi recidiva reiterata, l’imputato avrebbe dovuto essere già stato dichiarato formalmente ‘recidivo’ in una precedente sentenza. La Cassazione respinge nettamente questa interpretazione.

Il principio affermato è che la recidiva reiterata presuppone una progressione criminale. Un soggetto è considerato ‘recidivo reiterato’ quando commette un nuovo delitto non colposo trovandosi già nelle condizioni di un ‘recidivo semplice’. Ciò accade quando una persona, dopo aver subito una condanna definitiva per un delitto, ne commette un altro. Se, dopo questa seconda condanna, ne commette un terzo, si configura la recidiva reiterata.

La Corte chiarisce che ciò che conta è la sequenza cronologica dei reati e delle condanne definitive, non la dichiarazione formale in una sentenza precedente. L’agente deve essere consapevole non solo della definitività delle sue precedenti condanne, ma anche della ‘progressione’ della sua condotta antigiuridica.

Il Diniego dell’Attenuante del Danno Lieve

Sul secondo punto, la Corte ha dichiarato il motivo inammissibile. Il riconoscimento dell’attenuante del danno di speciale tenuità richiede una valutazione complessiva che va oltre il mero valore economico del bene sottratto. I giudici devono considerare il pregiudizio nella sua globalità, includendo ogni effetto negativo subito dalla persona offesa.

La Corte d’appello aveva ritenuto il valore di uno smartphone di marca ‘non modesto’. Secondo la Cassazione, questa è una valutazione di merito, discrezionale e non sindacabile in sede di legittimità, a meno che non sia palesemente illogica, cosa che in questo caso non è stata riscontrata.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha rigettato il ricorso basandosi su un’analisi rigorosa del casellario giudiziale dell’imputato. Dall’esame è emersa una lunga serie di condanne definitive per reati come truffa, insolvenza fraudolenta, tentata rapina e spaccio di sostanze stupefacenti, commessi in un arco temporale che dimostrava inequivocabilmente la progressione criminale richiesta per la recidiva reiterata.

La decisione si allinea con l’orientamento consolidato della giurisprudenza (incluse le Sezioni Unite), secondo cui la recidiva rappresenta una condizione personale del reo che manifesta una maggiore pericolosità sociale e un’insensibilità al trattamento sanzionatorio e rieducativo. Pertanto, la sua applicazione si fonda su dati oggettivi (le condanne e le date dei reati) che dimostrano la persistenza nel delinquere.

Per quanto riguarda l’attenuante, la Corte ha ribadito che il giudizio sulla speciale tenuità del danno è complesso e non può essere ridotto a un mero calcolo aritmetico. Deve tenere conto del ‘danno criminale’ complessivo, che include anche le conseguenze non patrimoniali subite dalla vittima.

Le Conclusioni

Questa sentenza rafforza due importanti principi del diritto penale:

1. La recidiva reiterata è una condizione oggettiva legata alla storia criminale del reo e non richiede una precedente dichiarazione giudiziale formale. Ciò sottolinea l’importanza del casellario giudiziale come strumento per valutare la pericolosità di un individuo.
2. La valutazione delle circostanze attenuanti, come quella del danno di speciale tenuità, è una prerogativa del giudice di merito, il cui giudizio è difficilmente contestabile in Cassazione se fondato su una motivazione logica e non contraddittoria. L’analisi deve essere olistica, considerando tutti gli aspetti del pregiudizio arrecato.

Per applicare la recidiva reiterata è necessaria una precedente condanna che dichiari formalmente la recidiva?
No, la Corte di Cassazione ha chiarito che non è necessaria una precedente dichiarazione formale. È sufficiente che il soggetto, al momento di commettere il nuovo reato, si trovasse già nelle condizioni oggettive per essere considerato un recidivo semplice (cioè aver commesso un reato dopo una condanna definitiva per un delitto precedente).

Come si valuta l’attenuante del danno di speciale tenuità in caso di furto?
La valutazione non si limita al solo valore economico del bene sottratto. La sentenza spiega che presuppone un giudizio complesso che considera tutti gli elementi della fattispecie concreta, inclusi gli ulteriori effetti pregiudizievoli per la vittima e il danno criminale nella sua globalità. Il furto di un bene di marca, come uno smartphone di alta gamma, non è stato considerato di valore modesto.

La decisione del giudice di merito sul valore del danno è sempre insindacabile in Cassazione?
No, non sempre. La valutazione del giudice di merito è discrezionale, ma può essere contestata in Cassazione se risulta viziata da incongruenze logiche. In questo caso, la Corte ha ritenuto la valutazione del giudice di merito esente da tali vizi e quindi non sindacabile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati