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Recidiva reiterata: quando il ricorso è inammissibile

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un imputato, confermando la decisione della Corte d’Appello. La presenza di precedenti penali e la recidiva reiterata sono state ritenute motivazioni sufficienti per negare le attenuanti generiche e giustificare l’aumento della pena, rendendo il ricorso manifestamente infondato e comportando la condanna alle spese e a una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 30 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Recidiva reiterata: la Cassazione chiarisce i limiti del ricorso

La valutazione della recidiva reiterata e dei precedenti penali di un imputato rappresenta un punto cruciale nel processo penale, influenzando sia la determinazione della pena che l’ammissibilità dei mezzi di impugnazione. Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha ribadito la sua posizione rigorosa in materia, dichiarando inammissibile un ricorso che contestava proprio questi aspetti. Analizziamo insieme questa decisione per capire le sue implicazioni pratiche.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine dal ricorso presentato da un individuo avverso una sentenza della Corte d’Appello di Milano. L’imputato contestava la pena che gli era stata applicata, lamentando sia l’aumento deciso per la continuazione del reato, sia il mancato riconoscimento delle circostanze attenuanti generiche. Il ricorrente, in sostanza, riteneva che la sua situazione personale e processuale meritasse un trattamento sanzionatorio più mite.

La Decisione della Corte sulla recidiva reiterata

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha respinto completamente le argomentazioni del ricorrente. I giudici hanno dichiarato il ricorso inammissibile, definendo ‘manifestamente infondato’ il rilievo sulla pena applicata. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato non solo al pagamento delle spese processuali, ma anche a versare una somma di tremila euro alla Cassa delle ammende, a titolo di sanzione per aver adito la Corte con un ricorso privo dei presupposti di legge.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte ha basato la sua decisione su una valutazione chiara e netta degli elementi presenti nel fascicolo processuale. I giudici hanno sottolineato come la decisione della Corte d’Appello fosse giuridicamente ineccepibile. I precedenti penali dell’imputato, uniti alla contestazione di una recidiva reiterata e infraquinquennale (ovvero, la commissione di un nuovo reato entro cinque anni da una precedente condanna), sono stati considerati elementi ostativi a un giudizio favorevole.

In particolare, la Cassazione ha evidenziato due punti fondamentali:

1. Diniego delle attenuanti generiche: La presenza di un passato criminale significativo è stata ritenuta un fattore che impediva di formulare un giudizio di ‘minore capacità a delinquere’. Di conseguenza, il diniego delle attenuanti generiche è stato considerato logico e correttamente motivato.
2. Aumento della pena: L’aumento della pena, applicato in base all’art. 81 del codice penale per la continuazione tra i reati, è stato giudicato pienamente legittimo e non in violazione dei criteri di legge, proprio in virtù della gravità della recidiva contestata.

La Corte ha concluso che le doglianze del ricorrente non presentavano alcun elemento di novità o fondatezza giuridica tale da poter superare il vaglio di ammissibilità.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza conferma un principio consolidato nella giurisprudenza penale: un ricorso per cassazione che si limiti a contestare la valutazione discrezionale del giudice di merito sulla pena, senza evidenziare vizi logici o violazioni di legge, è destinato all’inammissibilità, specialmente in presenza di una recidiva reiterata. Per gli imputati con un significativo ‘curriculum’ criminale, le possibilità di ottenere sconti di pena o riforme delle sentenze si riducono drasticamente. La decisione serve da monito sull’importanza di presentare ricorsi solidamente argomentati in punto di diritto, evitando contestazioni generiche che, oltre a non avere successo, comportano ulteriori conseguenze economiche negative per il ricorrente.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato ritenuto manifestamente infondato. La Corte ha considerato che i motivi proposti non erano idonei a contestare la correttezza della decisione impugnata, soprattutto alla luce dei precedenti penali e della recidiva reiterata dell’imputato.

Quale ruolo hanno avuto i precedenti penali e la recidiva nella decisione?
Hanno avuto un ruolo decisivo. Sono stati considerati elementi ostativi alla concessione delle attenuanti generiche e hanno giustificato l’aumento di pena applicato dalla corte di merito, rendendo infondate le lamentele sulla sanzione.

Cosa comporta la dichiarazione di inammissibilità per il ricorrente?
Comporta la condanna definitiva, l’obbligo di pagare le spese processuali e il versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende a titolo di sanzione per aver presentato un ricorso infondato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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